IoT, 5G, Robotica e Cloud al CeBIT 2016

L’Internet of Things ha lasciato il segno anche nella principale fiera europea dedicata l’ICT e si è saldato con una serie di fattori abilitanti all’innovazione come l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e i Big Data. Un focus speciale è stato dedicato allo smart manufacturing

Pubblicato il 22 Mar 2016

IoT al Cebit

Come ogni anno il CeBIT aiuta a comprendere le principali tendenze in atto e permette nello stesso tempo di individuare la nuova fisionomia che assumeranno i vari comparti del mercato. La associazione, sino oggi occasionale tra IoT e Cloud è destinata a diventare strategica. Lo sviluppo dell’IoT trascina (o è trascinata a seconda dei punti di vista) da un rapporto sempre più stretto con le progettualità del Cloud pubblico soprattutto. Così come lo sviluppo business dei droni, che al CeBIT hanno goduto di grandissima attenzione è destinata ad essere sempre più intrecciata con i Big Data. La presenza del Cancelliere tedesco Angela Merkel all’evento non è solo una cortesia istituzionale alla più importante manifestazione high tech a livello europeo è anche il segno dell’importanza che la politica tedesca attribuisce sempre più ai temi dell’Industry 4.0 che è sempre più strettamente legata all’ICT e ovviamente all’Internet of Things.

Un altro tema che il CeBIT ha fotografato è la politica delle alleanze, l’IoT ha allargato il campo d’azione delle alleanze prima di tutto tra l’ICT e le grandi imprese dell’automazione industriale e dell’elettronica e poi ha sancito definitivamente la logica di collaborazione tra gli attori del digital, grandi imprese e startup e le imprese dell’automotive, del manufacturing, del retail, del building, delle banche e delle assicurazioni, del payment, del Pharma, non più o meglio non solo nella veste di “clienti”, ma come partn

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er nello sviluppo di soluzioni congiunte con l’obiettivo comune di portare l’IoT in tutti questi settori.

5G per l’IoT

Nell’ambito delle nuove politiche e alleanze un ruolo particolare va assegnato alle Telco che si stanno muovendo con sempre maggior convinzione nell’ottica di non lasciarsi sfuggire il treno in corsa dell’IoT, sia come attori sull’infrastruttura di comunicazione sia come attori nello sviluppo di soluzioni. In questo senso poi le aspettative sul ruolo del 5G per l’IoT sembrano far crescere sempre di più la possibilità per le Telco di rispondere alla concorrenza delle startup che hanno sviluppato soluzioni infrastrutturali alternative soprattutto nella prospettiva della sostenibilità in termini di energy saving degli apparati.
L’ultima chiave di lettura riguarda la marcata propensione delle imprese a comunicare attraverso casi utente, a far parlare gli esperti e i tecnici ma soprattutto i fatti soprattutto quando, sempre grazie all’IoT, l’attenzione commerciale si sposta e si allarga e al target tecnico si affianca sempre di più un target costituito dai manager delle line of business.
Peraltro con 3.300 imprese presenti provenienti da 70 paesi diversi, il CeBIT 2016 ha rappresentato in modo molto completo l’offerta high tech in tantissimi settori e già si appresta a confermare questo ruolo con l’edizione del prossimo anno prevista dal 20 al 24 di marzo 2017.

Smart City e Smart Mobility

Ma veniamo ad alcuni degli annunci che hanno caratterizzato il CeBIT. Nel contesto Smart City e Smart Mobility ActiWait ha presentato un touchscreen pensato per essere collocato sui paletti dei semafori da cui i pedoni possono informarsi e recepire notizie importanti sulla città semplicemente in attesa del semaforo verde.
Home-Eat-Home ha pensato a una soluzione basata su frigoriferi intelligenti da collocare in punti strategici delle città in città che permettono di prelevare i prodotti alimentari acquistati via mobile con un’app. Non è così più necessario passare dal supermercato e non ci sono più rischi di code e di attese e nello stesso tempo è risolto il problema della “consegna a casa” in orario di lavoro.
Cambia il modo di fare acquisti e cambia il rapporto con i retailer, non solo e non necessariamente nella forma di un eCommerce che si contrappone o che si integra alle vendite offline, ma anche nella forma di nuove forme e nuove soluzioni di vendita ibride dove emerge con sempre maggior forza il profilo del Mobile Commerce e, nell’ambito specifico dei retailer sono sempre più numerose le sperimentazioni della robotica applicata al “supporto” nella vendita. Un esempio viene da Pepper, un robot che “osserva” i clienti e “legge e interpreta” il loro umore con una analisi delle espressioni del loro volto. Questa lettura permette di intuire e avere una prima valutazione delle necessità delle persone per indirizzarle meglio su cosa acquistare, proponendo alternative ai loro acquisti. Il tutto con l’obiettivo di ridurre al massimo il rischio di mancata vendita.
Anche questa progettualità rientra in un contesto in cui il punto vendita è sempre più popolato da apparati IoT che fanno parlare infrastrutture destinate a ospitare prodotti e nello stesso tempo leggono e sono in grado di relazionarsi con gli apparati mobile dei clienti, che accettano questo “dialogo” di vendita.
Cresce l’offerta tecnologica di soluzioni che permettono di arricchire il rapporto e la relazione con i clienti o comunque con le persone. In questo senso si colloca l’Avatar Platform di HPE, una soluzione che consente di ricreare un’immagine a 360 gradi digitalizzata di una persona, grazie ad uno scanner e a diverse telecamere poste in diversi punti della stanza. L’immagine finale, composta da 64 scatti differenti e simultanei, viene processata dal software Quantum Matrix che mette assieme un modello a sé stante in tre dimensioni, che può parlare e muoversi da solo

Tanta IoT in tante forme per questo CeBIT che ha mostrato più di 500 esempi concreti di come l’Internet delle Cose può cambiare il business, il nostro modo di lavorare, di muoverci e di acquistare o vendere prodotti e servizi. Non a caso dei 50 miliardi di oggetti connessi che vedremo nei prossimi anni, circa il 90% sarà focalizzato sul B2B che può sviluppare tramite l’IoT nuove forme di valore aggiunto.

Tanta Iot significa anche tanta ricerca (non solo per l’Internet delle cose) in questo senso va segnalato che Huawei ha poi approfittato proprio del CeBIT per annunciare l’apertura di un OpenLab a Monaco che avrà lo scopo di accelerare l’innovazione in Europa. Il progetto nasce anche nella forma di partnership con SAP, Intel, ExagonT-System Alstom . L’OpenLab sarà a tutti gli effetti un incubatore di idee e un polo dedicato alla realizzazione di progetti pensati per sviluppare nuovi modelli di business. Con questo centro di eccellenza, Huawei punta a portare innovazione in una serie di settori a partire appunto dall’IoT, dal cloud computing e dai Big Data. In termini di mercato Huawei punta al mondo Smart City, alla Smart Mobility, allo Smart Building. Come ha sottolineato Huawei al CeBIT di Hannover, l’OpenLab punta anche a costruire un ecosistema industriale competitivo in Europa grazie allo sviluppo di soluzioni specifiche in diversi campi professionali.
Amal Graafstra, CEO di Dangerous Things ha posto l’accento sul tema caldissimo della sicurezza. Se da una parte vediamo le straordinarie potenzialità degli oggetti interconnessi e dei wearable che leggono il nostro comportamento, dall’altra non possiamo non considerare i rischi legati al biohacking, cioè alla trasformazione del corpo umano attraverso un eccesso di impianti e modifiche tecniche che, se non sono direttamente correlate a risolvere un deficit naturale, rischiano di portare all’estremo l’utilizzo della tecnologia.

Kevin Mahaffey, CTO di Lookout ha a sua volta portato l’attenzione sul tema sicurezza nell’ambito IoT e nello specifico nell’ambito delle connected car. Mahaffey ha approfittato del CeBIT per spiegare provocatoriamente come un hacker sia riuscito ad hackerare un modello di Tesla S, e ha voluto così sensibilizzare operatori e clienti sulla necessità di focalizzare l’attenzione per mettere al sicuro i sistemi di collegamento che permettono alle vetture di ricevere e inviare informazioni tramite internet.

I temi dell’IoT e del 5G sono sempre più intrecciati e condividono una comune prospettiva di sviluppo. In questo senso il CeBIT ha proposto, tra gli altri contributi, la visione di Ericsson. Dalle parole di Hans Vestberg, Presidente e CEO di Ericsson sono uscite le linee guida che accompagneranno l’introduzione del nuovo standard di reti mobili nel continente. Ma soprattutto al CeBIT si sono rincorse voci e stime che vogliono il 5G in arrivo già nel 2018 con una serie di test concreti ed effettivi sul campo in attesa del rilascio commerciale previsto per il 2020.

Peraltro le imprese Telco oltre all’impegno diretto sul 5G si muovono comunque a 360° sull’ambito IoT. Vodafone ad esempio prosegue nella sua strategia M2M con una alleanza con SAP. Le due società puntano a una piattaforma integrata per i progetti Internet of Things orientati ai clienti attivi sui mercati comuni. Le imprese potranno collegare e gestire i dispositivi attraverso la piattaforma di connettività Vodafone, mentre a SAP HANA, spetterà la elaborazione e la attivazione di funzioni analitiche di ottimizzazione degli investimenti in progetti collegati al Machine 2 Machine.

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