IoT protagonista a Build 2016

IoT grande protagonista a Build 2016 Microsoft con una serie di annunci tra i quali Azure IoT Starter Kit, l’upgrade di Azure IoT Hub Device Management e Azure IoT Gateway SDK

Pubblicato il 11 Apr 2016

Build2016

Build2016

L’Internet of Things è stata una delle grandi protagoniste dell’ultima edizione di Build 2016, l’evento della comunità degli sviluppatori Microsoft. Gli annunci Microsoft sono prima di tutto il segno di una strategia che attribuisce primaria importanza all’Internet of Things,  nella prospettiva di un mercato da affrontare attraverso alleanze e partnership con la propria rete di partner e con tutte quelle terze parti come softwarehouse, developers, system integrators, ISV, che guardano alle nuove e ricche opportunità dell’Internet of Things. Secondariamente la strategia nasce dalla volontà di proporre una piattaforma di soluzioni che associano in modo sempre più stretto e importante lo sviluppo dell’IoT con la strategia Cloud Azure.

Dunque la primissima considerazione riguarda il fatto che l’IoT per Microsoft è da interpretare a 360 gradi, comprendendo anche il software (o firmware) che riguarda espressamente e compiutamente l’intelligenza specifica degli oggetti e che rappresenta un patrimonio e una opportunità di mercato per gli sviluppatori. In secondo luogo l’IoT è per Microsoft strategicamente un mondo da gestire con la Cloud, in tutte le sue declinazioni.

Da qui i tre annunci più importanti che hanno caratterizzato Build 2016 per quanto riguarda l’Internet delle Cose: Azure IoT Starter Kit, l’upgrade di Azure IoT Hub Device Management e Azure IoT Gateway SDK.

Le soluzioni sono concepite per proporre una gestione delle implementazioni Internet of Things e si rivolgono a sviluppatori, responsabili IT e – da sottolineare -: operatori del mondo industriale allo scopo di semplificare e velocizzare la gestione tutte le attività di sviluppo nei progetti con Internet delle cose.

Tipicamente i progetti IoT sono costituiti da una grande varietà di dispositivi, ciascuno con una sua specifica funzionalità e ciascuno con corredo software assolutamente centrale per la logica complessiva del progetto e molto articolato e importante. Si parla di funzionalità applicative, di firmware, di software dedicato alla connettività e di software espressamente orientato alla gestione della sicurezza.

Per tante realtà la sfida dei progetti non è solo nella realizzazione del software di base del progetto, ma è anche e soprattutto nella progettazione delle attività collegate al mantenimento di questo software, al suo aggiornamento che deve comprendere ogni volta gli upgrade necessari al software applicativo, al firmware, alla connettività, alla sicurezza, cui si deve aggiungere il tema della configurazione di tutti i nuovi dispositivi in fase di aggiornamento. Se poi si contestualizza il fatto che con l’IoT gli apparati o gli oggetti sono per definizione geograficamente sparsi sul territorio il tema della logica e della soluzione per la gestione degli aggiornamenti è assolutamente fondamentale. Nei progetti di Smart City i sensori e gli oggetti intelligenti sano sparsi in tutti i punti della città, nello Smart Building sono i tantissimi componenti degli edifici all’esterno, all’interno e nei punti più “nascosti”; nella Smart Mobility sono nei servizi ferroviari o nei servizi di mobilità, ma sono anche con i cittadini, nelle loro card, nei loro wearable o nei loro Smartphone, infine nella Smart Agrifood sono tipicamente sensori territoriali per l’appunto in tanti luoghi diversi nel terreno. Questo è un aspetto fondamentale che deve essere attentamente considerato nello sviluppo di progetti IoT per non trovarsi con progetti perfetti dal punto di vista funzionale, ma ingestibili in termini di costi di manutenzione e di aggiornamento.

Non ultimo poi la progettazione nell’IoT deve confrontarsi con il tema delle soluzioni proprietary, ovvero della necessità di comprendere nei nuovi progetti anche apparati che sono stati concepiti in un periodo in cui l’esigenza di comunicazione era affrontata e risolta grazie a soluzioni di tipo proprietario e occorre disporre di logiche intermedie in grado di far dialogare questi “vecchi” apparati con la Cloud.

Ecco che nascono da questo contesto una serie di esigenze che trovano risposte negli annunci per la Cloud Azure di Microsoft e che permettono agli sviluppatori di concentrarsi sulle funzionalità specifiche del progetto e sulle esigenze dei clienti finali.

Sul tema della gestione dei dispositivi una delle risposte di Microsoft arriva da Azure IoT Hub che grazie alle nuove funzionalità di gestione dei dispositivi permette agli amministratori di gestire da remoto tutte le attività strategiche degli oggetti, dall’analisi delle condizioni di funzionamento, dal controllo dei dati all’aggiornamento del software, del firmware e di tutte le configurazioni su milioni di oggetti che possono essere geograficamente dispersi sul territorio e dunque senza che sia necessario in alcun modo procedere con interventi manuali. Azure IoT Hub permette di impostare i progetti anche nell’ottica del risparmio e dell’ottimizzazione delle risorse. Azure IoT Hub è una soluzione scalabile e permette di gestire i milioni di dispositivi che supportano il protocollo LWM2M, lo standard della Open Mobile Alliance (OMA) dedicato all’IoT device management. Azure IoT Hub arriva anche grazie alla collaborazione con la Fondazione Eclipse e con altri membri della comunità open source, con l’obiettivo di lavorare appunto nel rispetto degli standard LWM2M sia verso il mondo degli sviluppatori ma anche verso i produttori di device.

In particolare Azure IoT Hub Device Management punta a una semplificazione dello sviluppo del Cloud programming model per le soluzioni IoT grazie ai servizi forniti tramite API, in particolare il device API Registry Manager fornisce un “first-class device object” per lavorare con l’IoT nella Cloud. Grazie a  questo device-object la soluzione Cloud può interagire con tutti i dispositivi e con tutte le properties per le attività di configurazione o per gestire le soluzioni IoT relativamente agli aggiornamenti del firmware e di altre caratteristiche dell’oggetto come naming, numero di serie e altro. Secondariamente permette di gestire le properties funzionali come i tag che sono gestiti come componente della soluzione e non di ogni singolo dispositivo. Il device Gruppi API è orientato alla gestione della flotta di dispositivi in gruppi per controllare l’accesso attraverso lo sviluppo di mappe di dispositivi. Il dispositivo query API pensato per la ricerca di dispositivi nella soluzione IoT basata su tag, device o sui servizi. Il device Models API per definire il modello delle informazioni per i dispositivi e per i componenti della soluzione IoT. Infine il device Jobs API è pensato per eseguire e controllare i flussi nell’insieme di tutti i dispositivi che compongono ciascun progetto anche all’interno di un parco dispositivi complesso ed eterogeneo.

Azure IoT Gateway SDK è poi concepito per permettere agli sviluppatori di creare e distribuire i moduli per calibrare e portare intelligenza a bordo degli oggetti permettendo anche una logica di ottimizzazione dei processi prima che i dati siano inviati sulla Cloud. Azure IoT Gateway SDK permette anche la gestione dei dispositivi legacy alla cloud Azure senza dover sostituire l’infrastruttura esistente. Gli sviluppatori che devono gestire progetti con topologie di device numerose, complesse e soprattutto eterogenee possono trovare una soluzione in Azure IoT Gateway SDK che in particolare permette anche la gestione di device legacy dalla Cloud attraverso il gateway con la possibilità anche di aggiungere intelligenza agli oggetti a livello di data encryption, data annotation, funzionalità di preprocessing e di filtering. Tutte funzionalità logiche che devono essere eseguite prima di inviare i dati nella Cloud. Questa modalità permette una serie di vantaggi per il business come ad esempio la possibilità di abilitare real time sensitive edge logic che minimizza la latenza e riduce i costi di utilizzo della banda proprio grazie alla logica che prevede attività di preprocessing di dati a livello locale oltre al rafforzamento della sicurezza e della privacy.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati