IBM InterConnect 2017: Cognitive e Cloud ibrido vanno a braccetto in azienda

È il Cloud ibrido il vero viatico di un’innovazione digitale pervasiva che ha nel cognitive computing il suo pilastro tecnologico. Ecco quali caratteristiche deve avere la nuvola di classe enterprise nelle parole della Presidente e CEO di Big Blue, Ginni Rometty

Pubblicato il 27 Mar 2017

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Un cognitive sempre più legato a doppio filo con la nuvola ibrida quello su cui punta IBM. A confermarlo alla platea di clienti e partner di tutto il mondo, riunita a Las Vegas per InterConnect 2017, è la stessa Presidente, Chairman e CEO di Big Blue, Ginni Rometty. «Cognitive e cloud non sono due fenomeni separati, sono due facce della stessa medaglia. Unire le capacità dei sistemi cognitivi con il Cloud significa innovare, avere fiducia negli insight e investire con sicurezza cambiando il modo con cui lavoriamo e risolviamo i problemi, modificando così non solo i business model ma anche la società». E il Cloud è la piattaforma abilitante per eccellenza perché «permette di prendere decisioni architetturali utili per sostenere tutti i servizi digitali di nuova generazione», prosegue, chiarendo anche quali sono i pilastri della nuvola targata Big Blue.

Cloud agile, on-demand e pay-per-use

Il Cloud pubblico deve essere agile, semplice, on-demand, pay-per-use ma al contempo anche robusto a sufficienza per risolvere le esigenze del mondo aziendale. «La sicurezza negli ambienti public cloud deve essere superiore a quella dei sistemi on premise – chiarisce Rometty –. Ed ecco come il Cloud si interseca con la nostra piattaforma cognitive Watson. Grazie alle capacità di autoapprendimento tipiche di Watson, infatti, questo si candida al ruolo di strumento di protezione per eccellenza, in grado di reagire prontamente ai cyber attacchi di ultima generazione». E un Cloud forte è il viatico della vera innovazione, si dice convinta la manager.

Data first nell’Industry 4.0 e nell’IoT

I dati sono una vera e propria risorsa naturale, secondo la CEO. La capacità di estrarre dai record informazioni e insight cambierà definitivamente il modo di fare business e prendere decisioni, si dice convinta la Rometty. E se è vero che oggi sono disponibili tutti i tipi di dati, la loro consistenza e accuratezza diventano indispensabili.

Watson: Cognitive Computing e Machine Learning

Il Cloud IBM racchiude in sé una serie ampia di funzionalità cognitive. Questo è un concetto chiave per la nuova Big Blue. Watson copre l’ampio spettro del machine learning, dell’intelligenza artificiale e del cognitive computing («la vera capacità di imparare e capire», sottolinea la Rometty). L’idea di fondo è di portare Watson a essere un vero e proprio consulente d’impresa in grado di analizzare i dati in real-time, fornire conoscenza utile e suggerimenti validi nei processi di decision making, nei tempi necessari ai decisori. In questo senso, quindi, secondo la CEO di IBM, Watson allerta tutti e 5 i sensi:

  • Riconosce le immagini come mai nessun altro motore di intelligenza artificiale, con un’accuratezza prossima al 95%
  • Nel riconoscimento vocale il tasso di errore di Watson è del 5,5% (contro il 5% di quello dell’individuo medio)
  • Watson può leggere 12 lingue (il che equivale al 90% della popolazione Internet)
  • Watson migliora progressivamente le proprie abilità sul fronte del riconoscimento dei movimenti (utile per l’analisi dei video)
  • Uno degli aspetti più rilevanti di Watson è la conoscenza degli ambiti industriali. Se formato da esperti di un determinato settore, Watson è in grado di comprendere l’80% dei dati inaccessibili alla maggior parte dei motori di ricerca.

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