Curioni, IBM: IoT, Cognitive e anche Blockchain sono una realtà per tutte le imprese che vogliono fare Industria 4.0

Il Vice President Research Europe di IBM in occasione della inaugurazione del Watson IoT Center di Monaco ricorda che l’innovazione sta diventando sempre più democratica e accessibile e che la ricerca spinta verso il Cognitive Computing, la Blockchain e l’Artificial Intelligence abilita nuove forme di innovazione nel business e nel sociale

Pubblicato il 18 Feb 2017

Alessandro Curioni
Alessandro Curioni, VP Research IBM Europe

Fare ricerca è di per sé affascinante, fare ricerca in questo periodo nel digitale e mettere “sotto lo stesso tetto“, ovvero nello stesso Centro di Ricerca, con la propria esperienza personale e aziendale, un insieme potente di spinte innovative come l’Internet of Things, il Cognitive Computing, i Big Data, la Artificial Intelligence, la Blockchain assume un valore che restituisce il senso di un passaggio, di una trasformazione non solo nel digitale e con il digitale, ma nel sociale e nell’etica. Alessandro Curioni è l’italiano che con il ruolo di Vice President Research Europe guarda all’orizzonte dell’innovazione in tutte le sue fattezze e in tutte le dimensioni. E, come si evince dal tono e dall’energia delle sue convinzioni, il messaggio più forte che trasmette durante l’incontro nella sede del Watson IoT Center di Monaco è che prima di tutto, nell’innovazione, bisogna crederci.

IoT, Cloud, Cognitive alla portata anche delle PMI

Innovazione “democratica” quella che esce dalle parole di Curioni, non per una lettura politica ma per l’accessibilità con cui Internet of Things, Cognitive Computing, Cloud nelle loro varie forme sono adesso più mai accessibili anche alle imprese di minori dimensioni. Curioni ricorda che la barriera d’accesso è sempre meno nel “costo” della tecnologia quanto nella distribuzione e diffusione di competenze e di skill adeguati a costruire valore con tecnologie e applicazioni.
L’Italia non è lontana dall’Europa, sostiene con convinzione Curioni, se si pensa a un Cognitive solo per le enterprise ci si sbaglia, anzi. Le medie e anche le piccole imprese possono cambiare anche più radicalmente e possono reinventare la propria storia imprenditoriale anche più velocemente di aziende di maggiori dimensioni. Il tema sta nella capacità di guidare il cambiamento, di saperlo cogliere nei segnali dei clienti e di saperlo sostenere con la tecnologia. Per le imprese italiane vale la logica dell’ecosistema e Curioni ricorda, come aveva fatto anche Harriet Green, General Manager Watson IoT durante la inaugurazione del centro, che lo spirito con cui IBM sta affrontando questa fase così importante dell’innovazione è quella di costruire una rete di partnership, sostenendo nel contempo la crescita di partner già attivi e consolidati. Lo scopo è quello di portare nelle imprese e nel sociale quelle competenze e quella sensibilità all’innovazione che sono il motore della trasformazione digitale. Curioni ricorda che l’importanza del Made in Italy non si ferma alla qualità dei prodotti e dello stile ma si estende alla capacità di innovare e di inventare soluzioni produttive sempre più creative e a loro volta innovative e in questo senso un ruolo fondamentale lo sta svolgendo il piano Industria 4.0. E proprio su questo tasto aveva posto l’attenzione l’Amministratore Delegato di IBM Italia Enrico Cereda ricordando che è il momento giusto, per le imprese italiane, per fare Industry 4.0.
Ma accanto agli scenari di sviluppo del business ci sono i temi e gli scenari della tecnologia.

Blockchain e Internet of Things nelle imprese e nel sociale

La Blockchain non è forse ancora sistematicamente in “produzione“, ma è una realtà concreta, in termini di progetti e di applicazioni. E soprattutto di API che abilitano banche e imprese e Pubbliche Amministrazione all’attivazione di soluzioni che hanno la propria base nella logica decentralizzata della Blockchain e dove lo sviluppo diretto e trami partner di IBM svolge sempre più un ruolo fondamentale. L’Internet of Things è nelle imprese, nel retail, nei trasporti, nella sanità ed è attivamente in produzione.  Esiste e sta cambiando il modo di fare business e il sociale. Nello stesso tempo, il Cognitive con lo studio dei comportamenti, con la capacità predittiva, con la robotica avanzata che sviluppa nuove forme di apprendimento – «Per dare supporto all’uomo – precisa Curioni – non per sostituirlo» – è anche questa una realtà concreta che sta portando vantaggi reali e visibili ai consumatori, nei servizi pubblici, che permette di affrontare il modo nuovo le attività lavorative costituite dalle mansioni più ripetitive o a più basso valore aggiunto o quelle pericolose, dove serve prima di tutto salvaguardare le persone.

La centralità dell’Etica nel rapporto con l’Innovazione

Se a partire dalle self driving car (chi decide il comportamento del veicolo tra due probabilità negative con impatti diretti sulle persone?), per proseguire nella robotica (quali sono i limiti dell’apprendimento e della sostituzione delle persone fisiche?) sino al Cognitive Computing applicato alla sanità (come si gestisce la privacy di dati profondamente sensibili e delicati come quelli dei pazienti?) i temi che l’innovazione tecnologia apre e mette sul tappeto sono enormi e chiamano direttamente in causa l’etica con un dibattito che supera le barriere della scienza e della tecnologia per abbracciare, come è giusto che sia, i principi più personali e più intimi.

Alessandro Curioni ha l’atteggiamento di chi si confronta abitualmente con questi temi. Fare innovazione significa confrontarsi ogni giorno con questi dubbi e per questo che sottolinea l’impegno e la posizione di IBM al riguardo: «Prima di tutto viene il rispetto delle normative e delle leggi. A questo si aggiunge un codice etico che IBM ha voluto darsi e che ha valore universale e sta sopra alle normative che per evidenti ragioni attengono alla geografia politica e culturale delle nazioni e dei mercati. I dati sensibili sono trattati e utilizzati per il raggiungimento degli obiettivi che ne hanno autorizzato il trattamento, la gestione e la elaborazione. Questi stessi dati non sono usabili per altre attività, a meno di eventuali altre autorizzazioni.

Il ragionamento di Curioni invita a mantenere il segno di un codice etico che deve corrispondere a una convinzione profonda e concreta, ma nello stesso tempo anche la tecnologia è di aiuto per comprendere il significato dei limiti e comprenderne e gestirne il valore. Il grande tema, nella conclusione di Curioni, è quello di non fermarsi davanti ai dubbi che apre e che pone l’innovazione tecnologica, ma quello di trovare soluzioni che sappiano unire la tecnologia con l’etica, sapendo che deve essere l’etica a guidare.

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