Sperimentare l’Industria 4.0 insieme a Vem Sistemi e Cisco al LEF McKinsey

Una giornata alla Lean Experience Factory di Pordenone con i due partner tecnologici e con la loro visione di Industria 4.0

Pubblicato il 26 Giu 2017

LEF-Lean-Experience-Factory
Marco Bubani, Direttore Innovazione Vem Sistemi

Non si fa Industria 4.0 da soli. Il passaggio al 4.0 è un progetto e un processo che si affronta in partnership, in una logica da ecosistema“. Per chi segue i processi che stanno portando nelle imprese i principi e i modelli dell’Industria 4.0 il tema della collaborazione è un dato di fatto imprescindibile. Ciascuna azienda ha sviluppato o sta sviluppando insieme ai propri partner un ecosistema per garantire ai propri clienti la possibilità di gestire tutta la roadmap che conduce all’attuazione vera e concreta dell’Industria 4.0.

Vem Sistemi e Cisco al LEF

Per Vem Sistemi e per Cisco il tema della partnership per l’Industria 4.0 è così forte e importante che ha ampiamente superato i confini della sola collaborazione tecnologica, ma si è estesa e radicata sia a tutte le componenti dei processi di digitalizzazione per l’Industria 4.0 sia, e questo è forse il segno di un ulteriore salto di qualità verso un nuovo concetto di ecosistema, nel rapporto di collaborazione e di sviluppo congiunto con i clienti stessi.
«Perché ciascuna azienda deve poter trovare la propria giusta dimensione per l’Industria 4.0 – dichiara Marco Bubani, Direttore innovazione di Vem Sistemi – e per farlo occorre fare sperimentazione continua e disporre di competenze adeguate». Una logica allineata alle convinzioni di Cisco impegnata nella realizzazione e promozione di case history, di best practices, di sperimentazione congiunta con quelle imprese che hanno deciso di cercare un nuovo valore e nuove forme di competitività nella trasformazione digitale dell’Industria 4.0 e che – come osserva Matteo Masi, Digital Transformation Sales Specialist Industry4.0 di Cisco,  – permettono di costruire delle vere e proprie roadmap che conducono alla implementazione reale di progetti Industry 4.0.
Nasce da questa premessa la partnership di Vem Sistemi e Cisco con la Lean Experience Factory McKinsey di Pordenone.

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Digital Transformation Sales Specialist Industria 4.0 di Cisco

Per Vem Sistemi e Cisco la partnership con LEF sancisce in concreto la comune visione di una Industria 4.0 che cambia radicalmente le logiche di produzione, di collaborazione, di visione e integrazione delle imprese, che pone sfide importantissime e vitali come la collaborazione tra IT e oT e che nello stesso tempo richiama la massima attenzione a nuovi temi come quello della Cybersecurity che deve arrivare in fabbrica, per rispondere alle minacce che possono colpire i sistemi di automazione, la sensoristica di stabilimento, le stesse linee di produzione.
Ma che nello stesso tempo vede anche l’arrivo di nuove piattaforme e nuovi strumenti per garantire maggiore sicurezza, con wearable e IoT, con un maggiore controllo e maggiore conoscenza su tutti i processi grazie alla Connected factory associata agli analytics ma anche grazie al Cognitive computing e alle nuove forme di efficienza che arrivano dagli strumenti di collaboration. E sono proprio questi alcuni degli asset di riferimento su cui si concentra la nostra visita al LEF: Connected factory e Connected products, Collaboration e Cybersecurity, tre asset che non a caso rappresentano anche i punti di riferimento della proposizione di Cisco e Vem Sistemi.

Il cuore dell’Industry 4.0: Collaborazione e Collaboration IT e OT

«La grande sfida oggi – osserva Bubani nella sala formazione del LEF – è quella di innestare l’‪IT sul mondo delle ‪Operations e il Lean Experience Factory è un vero e proprio luogo di integrazione e di sperimentazione tra IT e OT. Non dimentichiamo – prosegue Bubani – che si sta portando il digitale dal Terziario al Secondario con una trasformazione radicale che chiede anche di stringere i tempi. Anche per questo noi di Vem Sistemi siamo convinti che per indirizzare al meglio questa innovazione è necessario sperimentarla sul campo. Grazie a questa partnership con il LEF vogliamo fare in modo che le persone e le aziende possano identificare il proprio percorso con un laboratorio di esperienze dove si può provare, sbagliare, correggere, trovare la giusta Via per l’Industria 4.0».

Una bussola digitale per l’Industry 4.0

E per orientarsi in questa enorme ricchezza di opportunità le aziende hanno però bisogno anche bisogno di supporto, di competenze, di best practices e per certi aspetti di una bussola digitale per trovare la propria interpretazione dell’Industria 4.0 e per identificare precisamente gli Sprechi Digitali e correggerli». Per evitare, ad esempio, di “digitalizzare gli errori“, ma anche e soprattutto per individuare, come tiene a precisare Bubani i veri Value Drivers per ciascuna impresa.

Bubani suggerisce alle imprese di affrontare questa trasformazione con l’Experiental Journey – il viaggio esperienziale nella Fabbrica Modello che aiuta le aziende a ottenere l’eccellenza operativa lavorando sulle competenze che vengono messe alla prova sul campo, per capire come cambiare i modelli di business, ma anche per identificare chiaramente sia le sfide specifiche per ciascuna azienda, sia i temi centrali di questo passaggio comuni a qualsiasi impresa, come ad esempio la sicurezza.

In questa evoluzione delicatissima verso una integrazione IT e OT nelle imprese si vive una evoluzione anche a livello di protocolli, dal mondo “proprietario dello stabilimento“, con tutti i suoi limiti, ma anche con tutte le sue sicurezze, al mondo IP con gli enormi vantaggi di questa apertura, ma anche con tutta una serie di nuove forme di esposizione a nuovi rischi.

Una Cybersecurity su misura per la Fabbrica 4.0

«Cresce e diventa prioritario il tema della Cybersecurity di fabbrica – osserva Bubani – così come diventa centrale anche il tema della privacy e non solo per l’adeguamento alle normative come ad esempio il GDPR. Ma per attuare le logiche stesse dell’Industry 4.0, che sappiano tenere conto della crescente importanza dei dati e della garanzia sul loro utilizzo. ciascuna impresa deve essere in grado di creare e attuare una propria governance e una strategia che devono diventare un asset, un vero valore d’impresa capace di agire in profondità nella relazione stessa con i clienti.
Il richiamo a GDPR e Privacy per Bubani deve essere letto anche nella prospettiva di un vero e proprio ridisegno dell’approccio alla privacy che per essere realmente efficace deve essere interpretata nella logica della Privacy by Design appositamente progettata per l’Industry 4.0. «Perché non si può fare ‪Industry 4.0 senza una strategia di ‪Cybersecurity ‪e dispecificavgestione della Privacy».

Simulare la realtà di un hacker che “entra” nella Fabbrica 4.0

Qui al LEF prosegue Bubani possiamo ad esempio simulare la realtà di un ‪hacker, possiamo analizzare tutti i processi che vanno a comporre una minaccia, per analizzare le “brecce” che vengono aperte e studiare i comportamenti, per poi predisporre delle misure tecniche e organizzative adeguate alla realtà di ciascuna impresa e di ciascun prodotto. Perché la ‪vera cybersecutity va provata e testata ‪sul campo .

Ma la sicurezza non è solo Cyber, la sicurezza è anche da leggere come safety, come sicurezza fisica, come una nuova forma di attenzione alle persone e al lavoro che sono chiamate a svolgere nelle imprese.  «Per l’‪Industry 4.0 – osserva Bubani – serve una ‪Safety 4.0 e per questo occorre dare più informazioni agli operatori sfruttando le potenzialità di sensori, wearable, di analytics e diagnostica e occorre ancora una volta sperimentare come appunto consente di fare il LEF».

Le priorità Industria 4.0 secondo Cisco: Matteo Masi

Occorre partire dalla realtà – osserva Masi – e oggi nella maggior parte dei casi le fabbriche non sono interconnesse. E’ qui che si deve agire primariamente, nella Factory Network come base per attuare una vera interconnessione, non più solo parziale, non più a silos, ma completa, estesa, gestibile e nello stesso tempo sicura. Si parla di progetti concreti che hanno anche lo scopo di cambiare la “cultura” digitale, e contribuire a far crescere una generazione di ragazzi più preparati e allenati per sostenere questa trasformazione e – molto concretamente – per entrare più facilmente nel mondo del lavoro.
Ed è il ruolo del progetto Digitaliani che, come precisa Matteo Masi, porta nuove competenze, ad esempio grazie all’accordo con il MIUR per la formazione nelle scuole, con la Cisco Networking Academy, con i nuovi corsi dedicati proprio all’Industria 4.0 e alla Cybersecurity, ovvero due temi sui quali il mercato esprimendo una chiara e forte domanda di nuove competenze e dove il ruolo di Digitaliani è quello di contribuire ad avvicinare la capacità formativa della scuola al mondo del lavoro.
E poi la stessa focalizzazione su temi centrali per il paese come le progettualità per le Smart City, che vedono Digitaliani e dunque Cisco impegnati in progetti con Comuni come Palermo e Perugia e in progetti come quello con la Regione Friuli Venezia Giulia, accanto poi al lavoro progettuale su mercati pillar del Made in Italy come l’Industria 4.0 e l’agrifood.

Customer Club: case history e best practices per una Via Italiana all’Industria 4.0

Nell’Industry 4.0 nello specifico Cisco ha focalizzato l’attenzione sulla creazione di un Customer Club Industria 4.0 formato da di aziende di eccellenza e che ha dato vita a un progetto di comunicazione Digitaliani for Industry 4.0 con case history, esperienze, studi e ricerche legate all’Industria 4.0 per creare e raccontare le eccellenze e le best practices di imprese italiane che “fanno” I4.0 e che grazie a questo Club Industria 4.0 Cisco stanno contribuendo a definire una Via Italiana all’Industria 4.0.

“If you can describe your job it will be automated“. Per chi ancora non avesse fatto tesoro del cambiamento in corso soprattutto a livello di creazione di nuove competenze il LEF appare come il luogo ideale per raccomandare di giocare la partita dell’Industria 4.0 anche sul piano delle nuove competenze.
Da Masi arriva la raccomandazione di lavorare sui nuovi skill, su professionalità che devono essere disegnate per sostenere un nuovo modo di fare impresa, non solo per disporre di specifiche competenze digitali, ma anche, come ha sottolineato anche Marco Bubani, per gestire una governance sui dati, sulla privacy, sulla integrazione tra IT e OT che richiede profili nuovi.

L’intervento di Masi invita a concentrare l’attenzione su temi del Factory Network, della Factory Security, della Smart Logistics, della Safety & Security, sull’Industry Collaboration considerando tutte le nuove forme di collaborazione tra persone e tra persone e “cose” ma anche alle logiche di Retrofitting con cui molte aziende portano, gradualmente, innovazione digitale, Internet of Things e Cognitive in ambiente di produzione. Tutti contesti che – come sottolinea Matteo Masi – hanno bisogno di tecnologie, di soluzioni, di nuove competenze e, soprattutto, devono essere affrontati con una roadmap chiara e precisa per implementati nel rispetto delle logiche di business di ciascuna azienda.

Digitaliani‪ progetto di innovazione, come piattaforma di Innovation Exchange con collaborazioni sul territorio

Il LEF, come Fabbrica Modello per sperimentare, testare e studiare le “interconnessioni”. La sfida della Fabbrica 4.0 ha un suo piano di sviluppo e di lettura nella specifica capacità di inteconnessione che deve essere attuata a tutti i livelli, dentro e fuori dalla fabbrica.
«In questo modo il prodotto può diventare servizio – osserva Masi -. Quando il prodotto resta stabilmente connesso con la “propria” fabbrica diventa una fonte importantissima di informazioni, ad esempio sul suo stato di “salute” per fare manutenzione predittiva, ma anche su come viene utilizzato, sulle esigenze più specifiche del cliente». Ecco che i connected products abilitano le connected factory a passare da una logica di vendita di un prodotto alla erogazione di un servizio basato sul prodotto.

«Stiamo così parlando di una Industry 4.0 che permette di cambiare i modelli di business – spiega Masi -, una I4.0 che permette alle imprese di esplorare nuovi territori». Ma sappiamo bene che, come osserva a sua volta Marco Bubani: «ogni volta che si esce dalla “comfort zone” si corrono rischi, si devono superare resistenze, abitudini. Ed ecco che diventa importante poter sperimentare, testare le idee, verificarle e correggere gli errori, per portare rapidamente progetti innovativi in produzione». Ecco anche qui, nella ricerca di nuovi modelli di business per le imprese clienti, l’importanza della partnership tra Vem Sistemi, Cisco e LEF che, come ricorda Masi, nasce anche con lo scopo di testare l’innovazione minimizzando i rischi e sviluppare forme di innovazione incrementale che permettano alle aziende di scegliere le forme di innovazione che servono veramente.

Dal confronto emerge il concetto di “precisione” che tanto spesso viene richiamato nei progetti di digital transformation di tanti settori dall’agricoltura di precisione, alla medicina di precisione ed è il momento, grazie al LEF di applicare il concetto di precisione anche alla gestione dei processi di innovazione, per fare Open Innovation senza disperdere energie.

Masi sottolinea che non siamo più nell’ambito della teoria: «Oggi non esiste più un prodotto separato dal servizio – osserva – La tecnologia permette di attuare tanto la connected factory quanto i connected products, ma si deve far crescere in generale il knowhow dell’azienda su questi temi e si devono sviluppare competenze in grado di gestire questo passaggio. «Chi produrrà meglio e con meno rischi potrà contare su un vantaggio e se saprà sostenere questo processo con le giuste competenze potrà attuare e vincere la sfida del Miglioramento continuo, ovvero di una impresa che ti mette a disposizione dati e informazioni sui prodotti, sul modo in cui vengono utilizzati, sul loro “comportamento” e sul modo in cui si può migliorare la loro manutenzione e la loro stessa produzione.

Industry 4.0: una nuova Cybersecurity per affrontare le nuove minacce

Non si può fare Industry 4.0 senza una chiara strategia di Cybersecurity. Non si può aprire il mondo della produzione al digitale senza disporre di una adeguata protezione alle minacce che accompagnano il digitale e che normalmente non avevano modo di “entrare in ambiente di produzione“. Per Bubani l’Industry 4.0 richiede un vero e proprio nuovo layer specifico di ‪security in cui uomo, macchine, materiali, risorse digitali, dispositivi Internet of Things devono fare riferimento a una vera e propria mappa digitale dell’azienda che permetta di vedere e leggere tutte le risorse in tempo reale e che permetta di individuare i problemi e definire priorità di azione.
E’ questo uno dei piani di lavoro e di offerta di Vem Sistemi che grazie alla partnership con Cisco e alla collaborazione con il LEF è in grado di disegnare e implementare soluzioni di monitoraggio e di sicurezza specifiche per ciascuna azienda, in una prospettiva che tiene conto della reale integrazione tra IT e OT e che può essere valutata e testata in un ambiente di vera simulazione grazie al LEF.
Bubani aggiunge poi che la sicurezza va letta anche in chiave di organizzazione del lavoro e in chiave di misurazione continua dell’efficienza, perché la sicurezza non deve diventare un handicap sull’efficienza, perché siamo in un’epoca in cui non è più un operatore che rileva e carica i dati, ma è la fabbrica che con l’IoT “parla” in realtime e servono strumenti per ascoltarla, capirla e per agire, sempre in realtime. E con il LEF è possibile individuare e sperimentare nuovi standard organizzativi misurando sia i livelli di sicurezza sia l’efficienza del lavoro delle persone in un contesto di fabbrica 4.0 specifico per ogni singolo cliente.

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