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Il cellulare si trasforma in un POS per accettare pagamenti con carte di credito

Sull’onda del successo di Square negli Stati Uniti, cresce l’interesse verso le soluzioni che permettono di strisciare la carta di credito sullo smartphone, usandolo come un POS. Ambulanti, tecnici, tassisti e agenti assicurativi: le opportunità di utilizzo sono notevoli anche in Italia, ma ci sono diverse difficoltà da superare. L’analisi del Politecnico di Milano

Pubblicato il 07 Nov 2012

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Il mondo del Mobile Payment negli ultimi mesi continua a destare l’attenzione di numerosi attori internazionali, come le più grandi banche e tutti gli operatori mobili.

Nell’attesa che tale innovazione, soprattutto nella declinazione che intende trasformare il cellulare in una carta di pagamento tramite la tecnologia NFC, possa diventare un fenomeno di massa (si veda anche l’articolo “L’innovazione dei pagamenti passa dal Mobile” ) esiste un’altra novità che ha le potenzialità di rappresentare una discontinuità per il mondo dei pagamenti.

Stiamo parlando del Mobile POS ovvero la possibilità di trasformare, attraverso un device ad hoc, un semplice telefono cellulare in uno strumento in grado di accettare qualsiasi carta di pagamento al pari di un POS tradizionale.

L’idea è permettere a qualsiasi persona di poter accettare pagamenti con carte in mobilità e in modo sicuro sfruttando il proprio telefono cellulare: dall’idraulico al postino, dal venditore ambulante all’assicuratore.

I Mobile POS nel mondo

Il grande interesse verso il tema del Mobile POS deriva anche dal grande successo che sta riscuotendo, negli Stati Uniti, la start up Square inc, fondata nel 2010 da Jack Dorsey, ideatore di Twitter. Square è un piccolo device di plastica di pochi centimetri, disponibile per piattaforma Android e iOS, che comunicando attraverso il jack audio e per mezzo di un’applicazione scaricabile da Google Play o App Store, permette di accettare pagamenti con una carta di pagamento: il pagatore può “strisciare” la propria carta all’interno del lettore e inserire il PIN (o firmare) direttamente sul cellulare del venditore o, in alternativa e ad un costo superiore, il venditore può inserire manualmente i dettagli della carta del pagatore e finalizzare la transazione in modalità Card Not Present.

Square non rappresenta il primo esempio di Mobile POS apparso sul suolo americano, ma sicuramente – almeno riferendosi ai dati ufficiali pubblicati – quello che ha riscosso maggiore successo (oltre 2 milioni di sottoscrittori e sono attesi per il 2012 oltre 6 miliardi di $ in transazioni processate), probabilmente grazie all’innovazione apportata al modello di sottoscrizione e alla struttura delle fee.

Chiunque, anche un privato, può acquistare gratuitamente il device di Square in un negozio oppure online e iniziare ad accettare transazioni con la carta di pagamento di terzi semplicemente indicando il proprio Social Security Number (il corrispettivo statunitense del codice fiscale).

Square offre due possibili modelli di fee: il primo si basa su una commissione del 2,75% per ogni transazione, il secondo su una fee fissa di 250$ al mese fino ad un massimo di 250.000$ all’anno e 400$ per transazione.

I competitors di Square su suolo americano sono numerosi. GoPayment di Intuit, lanciato nel 2009, offre anch’esso due differenti modelli di fee (una commissione del 2,7% su ogni transazione o un “abbonamento” a 12,95$ al mese con una commissione ridotta di 1,7% di ogni transazione). Intuit utilizza un reader ri-brandizzato creato da Roamdata, società acquisita da Ingenico, che ha anche una propria offerta commerciale con il brand RoamPay. Il valore aggiunto del device Roamdata risiede nell’ampio numero di device abilitati; oltre a iOS e Android anche su piattaforma Blackberry.

A differenza di Intuit, che utilizza un modello di acquiring (abilitazione di servizi per accettazione del pagamento) simile a quello creato da Square, RoamPay ne utilizza uno più tradizionale : chi acquista il device di Roamdata deve stipulare un contratto scegliendo tra gli acquirer partner di RoamData.

Anche Verifone ha lanciato il proprio prodotto Sail sempre basato sul modello del device vendibile “a scaffale” con due modelli di fee sottostanti: una commissione su ogni transazione o un “abbonamento” mensile con una commissione ridotta per transazione.

L’ultimo arrivato sul mercato è invece Paypal Here che, come Square, offre il device gratuitamente e non necessita la stipula di ulteriori contratti con acquirer o payment processor (sul modello di quanto Paypal già fa nel mondo del commercio digitale). Paypal, a differenza di Square ha però optato per un modello che utilizza un’unica fee del 2,7% per tutti gli utenti registrati. Paypal ha già esportato la propria soluzione al di fuori degli Stati Uniti; in Australia, Canada, Hong Kong e Giappone.

La situazione in Europa

Anche in Europa sono giunte le prime soluzioni di Mobile POS, in ritardo rispetto agli Stati Uniti, a causa di una più stretta legislazione che limita la vendita “a scaffale” dei device e, soprattutto, richiede l’adozione dello standard EMV. In Europa infatti lo standard utilizzato è il “chip & pin”, più sicuro rispetto alla tradizionale “strisciata” della banda magnetica. Tale standard obbliga i produttori di Mobile POS a commercializzare device di dimensioni più elevate in quanto deve essere letto il chip sulle carte e incorporare una tastiera per l’inserimento del PIN.

Le soluzioni più interessanti presenti nei mercati europei sono quelle proposte dai tradizionali POS Manufacturer come Ingenico e Verifone, cui si aggiunge, così come avvenuto negli Stati Uniti, l’offerta di alcune start up. Interessante è la soluzione iZettle, start up svedese fondata nel 2010 che ha attivato un’offerta commerciale in Scandinavia e nel Regno Unito basata su un reader di dimensioni contenute con la possibilità di firma digitale sul telefono.

Un altro caso rilevante è SumUp, una start up che offre i propri servizi in Germania, Austria, UK e Irlanda. SumUp ha replicato l’offerta di Paypal Here: gli utenti sia privati sia business, possono ottenere gratuitamente il proprio lettore (in questo caso dotato di una piccola tastiera), e utilizzarlo una volta legato all’account SumUp i riferimenti del proprio conto corrente. La soluzione offre un unico modello di fee, il 2,75% a transazione.

E in Italia..?

L’Italia potrebbe rappresentare un mercato interessante per queste tipologie di soluzioni, se pensiamo al Mobile Pos come ad uno strumento che può rivelarsi di grande utilità per tutti i professionisti e più in generale lavoratori che accettano pagamenti in mobilità. Ad esempio in Italia esistono oltre 162.269 ambulanti, molti dei quali attualmente sprovvisti di un sistema per accettare pagamenti elettronici e che nel 2007 hanno generato un giro di affari di oltre 25 mld di euro (Fonte Elaborazioni Fiva Confcommercio su dati Minindustria – novembre 2008). Ci sono anche, sempre a titolo di esempio, oltre 28.847 agenti assicurativi (fonte ISVAP, anno 2009) e 25.186 tassisti (fonte ACI) .

Moltissimi altri professionisti potrebbero essere coinvolti in questa rivoluzione: idraulici, elettricisti, coloro che effettuano consegne a domicilio.

Esistono tuttavia due problematiche connesse all’implementazione di soluzioni di Mobile POS sul suolo italiano.

La prima riguarda, ovviamente, la scarsa cultura all’utilizzo della moneta elettronica da parte di consumatori ed esercenti anche collegata alla gestione del “nero”, particolarmente elevato in questo genere di attività “poco rintracciabili” (perché in mobilità).

Il secondo problema – comune a tutta Europa – consiste nella necessità che le soluzioni offerte al mercato italiano non solo rispettino i criteri PCI DSS, ma seguano anche lo stardard EMV, il cosiddetto “chip & pin”, che richiede una completa re-ingegnerizzazione del device con conseguente aumento di dimensioni. Nonostante le difficoltà evidenziate, in Italia è già attiva un’offerta di soluzioni di Mobile POS: Ingenico e Verifone hanno infatti già prodotti che trasformano i cellulari in POS, seppur di dimensioni elevate, con un modello di acquiring classico.

Ingenico ha inoltre annunciato che a breve lancerà anche nel mercato italiano il suo prodotto RoamPay, che potrà non solo accettare transazioni in modalità chip&pin, ma anche in modalità Contactless. È facilmente presumibile che anche i concorrenti, Verifone e Paypal, accelereranno l’ingresso in Italia dei prodotti lanciati in USA. Oltre all’offerta dei grandi player, si stanno affacciando sul mercato soluzioni di piccole realtà imprenditoriali fortemente attive nel progettare e commercializzare soluzioni di Mobile POS: è il caso di Jusp e Wallet-E che a breve, attiveranno la propria offerta in Italia.

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