Con i nuovi Z 14 IBM prepara il mainframe per l’era del dato e dell’IoT

Con il suo ultimo mainframe, il sistema Z 14, IBM intende dare risposte alle nuove esigenze dei mondi big data, IoT, blockchain, open banking. Con un focus sulla sicurezza, l’encryption e, sopra tutto, il trust

Pubblicato il 19 Lug 2017

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Tutto passa, il mainframe resta.
Ogni paio d’anni qualcuno ne decreta la fine, per poi ritrovarlo lì in ottima salute, dopo che il paio d’anni sono passati.

È forse per questo che IBM ha scelto toni celebrativi per annunciare l’ultimo nato della famiglia IBM Z, lo Z 14, facendone un po’ il caposaldo tecnologico della nuova era del dato, quella su cui poggiano tutte le innovazioni legate al mondo dell’IoT, dei Big Data, dell’Open Banking..

Enrico Cereda, amministratore delegato di IBM Italia, lo ha ribadito più volte: “Con 53 anni di storia alle spalle il mainframe c’è e continua a crescere e IBM ne ha fatto la storia in questi 53 anni”.
Non è dunque un caso che per questo lancio, IBM abbia scelto l’hashtag #trustIBMz, sottolineando l’elemento fiduciario che si accompagna al mainframe.

In fondo, sottolinea ancora Cereda, “il mainframe è entrato nella nostra vita quotidiana: è dietro ogni transazione bancaria, ogni acquisto online, ogni prenotazione di viaggio”.
“Il mainframe manda avanti l’economia moderna”, sostiene a sua volta Marco Utili, Director Systems Hardware, il quale mette subito in luce i 4 caposaldi su quali poggiano i nuovi IBM Z14: sicurezza, analytics, apertura alle blockchain e apertura a nuovi ambienti di sviluppo.

Cifratura al 100% nei nuovi mainframe di IBM

Una sicurezza che non è un pour parler, per IBM. Qui si parla di encryption sul 100 per cento dei dati grazie a un motore di crittografia avanzato che consente di crittografare tutti i dati associati a qualsiasi applicazione, servizio cloud o data base, in qualsiasi momento. IBM Z è in grado di gestire più di 12 miliardi di transazioni crittografate al giorno (si parla di una capacità sette volte superiore ai sistemi Z della precedente generazione) e viene presentato come la risposta ai problemi di sicurezza che eventi come Wannacry da un lato e la prossima entrata in vigore del GDPR hanno drammaticamente messo in luce negli ultimi mesi.

Dopo la sicurezza, gli analytics

Il secondo pilastro degli IBM Z è rappresentato dagli analytics. Nell’era del dato – del resto che il dato sia il nuovo petrolio Ginny Rometty lo va dicendo fin dal lontano 2013 –  è vitale poter massimizzare l’uso degli analytics, così come accade in applicazioni di predictive maintenance o nel real time.
Nei nuovi IBM Z tutto questo viene potenziato grazie al Machine Learning direttamente integrato nella macchine, perché, come spiegano in IBM, “ha senso fare advanced analytics là dove i dati risiedono”. Il motivo? L’efficienza innanzi tutto, ma anche la sicurezza.
E di nuovo la sicurezza è al centro quando si parla di Blockchain: perché è vero che i dati hanno valore quando si riesce a dar loro significato, ma altrettanto importante è governarli.
Il richiamo alla Blockchain non è casuale: è questo un settore nel quale IBM sta investendo molto in questo periodo e nel quale intende avere un ruolo guida.
Non solo alla fine del mese di giugno la società era stata selezionata da un consorzio di sette banche europee, tra le quali anche Unicredit, per creare una piattaforma di trade finance sulla sua Blockchain supportata da Hyperledger Fabric, ma in concomitanza con il lancio dei nuovi IBM Z 14 ha annunciato anche l’apertura di data center IBM Cloud Blockchain a New York, Londra, Francoforte, San Paolo, Tokyo e Toronto. 
“IBM Blockchain è un cloud dotato di tecnologia IBM Z”, spiegano in IBM, aggiungendo come la combinazione della crittografia dei nuovi mainframe e dei container sicuri (con Secure Service Container si inserisce una protezione dalle minacce interne, rappresentate dai collaboratori e dagli utenti privilegiati) è un elemento di differenziazione rispetto alle altre offerte, indispensabile in un contesto nel quale, di nuovo, l’elemento di trust è imprescindibile.

Call aperte per sviluppatori e partner

Il quarto pilastro su cui poggiano i nuovi IBM Z riguarda gli ambienti di sviluppo.

“Non solo Java, non solo Swift”, dicono IBM, sottolineando l’apertura ai più diversi ambienti.
In realtà questo è anche un richiamo e un invito a sviluppatori e ISV.
Non a caso c’è anche un Hackathon, premi in palio per 50.000 dollari, nel quale gli sviluppatori di tutto il mondo possono mettersi alla prova su blockchain, applicazioni native open source, API di settore finanziario e funzionalità di machine learning.

Guarda lo storify della presentazione

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