Facility Management: nel pubblico manca la visione integrata

Parla Nicola Valenzano Junior Facility Manager in una società che ha in capo il Facility Management in Regione Lombardia. Obiettivo a tendere? Una visione integrata sui dati

Pubblicato il 17 Lug 2019

Palazzo Regione Lombardia Milano

Palazzo Regione Lombardia Milano

Per il Facility Management delle sue proprietà immobiliari, Regione Lombardia si affida all’outsourcing, nell’ambito di accordi quadro che prevedono l’assegnazione della gestione a società esterne di lotti di edifici.
Nicola Valenzano è Junior Facility Manager e segue nello specifico gli interventi di manutenzione su Palazzo Regione e Milano, sui Palazzi della Regione a Como, Varese e Legnano, sul Museo del Cinema di Viale Fulvio Testi e sul Museo Bagatti Valsecchi. A lui abbiamo chiesto in primo luogo quale sia il ruolo del Facility Manager in un contesto come quello di Regione Lombardia.

Facility Manager e memoria storica

“C’è un approccio ancora di vecchio stampo, che prevede contatti diretti con le organizzazioni e le squadre di intervento. Si fa molto affidamento sulla esperienza e sulla memoria storica dei singoli operatori, naturalmente supervisionati da team di ingegneri. È vero che il nuovo codice degli appalti richiede negli Enti Pubblici un sempre maggiore utilizzo del BIM, ma in questo momento è un percorso ancora in sviluppo.

Soluzioni a basso impatto energetico

Per quanto riguarda l’energy management , “tenendo conto del fatto che manca una visione integrata di tutto quanto concerne gli aspetti del facility management, per quanto riguarda il tema dell’energy management, siamo partiti con la sostituzione graduale di tutti i corpi illuminanti e con una mappatura precisa di tutti gli impianti, per passare, là dove non fosse ancora avvenuto, a soluzioni a risparmio o basso impatto energetico. Non abbiamo però ancora iniziato a utilizzare il BIM per la raccolta di dati e informazioni sulla tipologia di lampade installate, sui wattaggi e sui livelli di utilizzo. Sono invece adottati sistemi IoT per la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli spazi in relazione ai livelli di occupazione. Il prossimo step potrebbe essere quello di abilitare i dipendenti a telegestire la domotica di ogni singolo ufficio”.
Valenzano sottolinea come sempre più spesso i palazzi sedi istituzionali sono oggetto di eventi illuminotecnici in occasioni particolari: al momento sono gestiti ancora in modo manuale, lavorando sulle planimetrie degli edifici: “Se ci fosse un programma di gestione integrato delle luci ai piani, sicuramente questa attività sarebbe più semplice e veloce”.

L’IoT per la sicurezza

Quando si parla di sicurezza, bisogna fare una distinzione: il controllo degli accessi viene fatto ai tornelli, ma è in capo a una entità diversa da quella in cui opera Valenzano.
“Invece, per quanto ci riguarda, l’IoT, e per essere più precisi i sistemi di sensoristica, sono utilizzati nei sistemi di sicurezza antiincendio. Utilizziamo sensori ottici e acustici per la rilevazione di fumo e temperature e in questo caso è in campo una centralina per la raccolta dati su tutti questi eventi”.

Manutenzione programmata, ma non predittiva

Sul tema delle manutenzioni, Valenzano è chiaro: “Abbiamo un software che ci aiuta nella programmazione degli interventi di manutenzione e ispezione di ciascun impianto. Devo dire però che si tratta di prescrizioni asettiche, che spesso non si sposano o mal si coniugano con le reali esigenze dell’edificio. In realtà abbiamo moltissimi dati sui quali potremmo lavorare. Quello che manca è una visione integrata. Non abbiamo mai lavorato incrociando i dati che vengono dai diversi impianti o dai diversi servizi, perché siamo comunque “oberati” dalla mole di dati che dobbiamo gestire giornalmente”.

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