Dall’Agricoltura di Precisione all’Agricoltura 4.0: sfide, opportunità e ostacoli per le aziende agrifood italiane

L’Osservatorio Smart AgriFood, promosso dal Politecnico di Milano e dall’Università degli Studi di Brescia, analizza l’impatto dell’evoluzione tecnologica, dall’IoT ai big data, sul settore dell’Agricoltura. Ci sono analogie anche con l’Industria 4.0

Pubblicato il 30 Mar 2017

big data agrifood

Big Data, IoT, mappe di prescrizione, droni… sono solo alcuni degli “strumenti” protagonisti dell’innovazione tecnologica che sta interessando il settore agricolo. Si parla non a caso di Agricoltura 4.0, ovvero di una evoluzione tecnologica (ma non solo!) che permette di affinare ulteriormente le attività di Agricoltura di Precisionestrategia che sta vivendo una seconda giovinezza grazie alla piena maturazione delle suddette tecnologie – e di creare valore per tutti gli attori della filiera grazie all’utilizzo intelligente dei dati.

Un tema, quindi, che porta con sé svariate opportunità, ma che ancora fatica a farsi strada nelle aziende italiane.

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Forte di queste premesse, l’Osservatorio Smart AgriFood, promosso dal Politecnico di Milano e dall’Università degli Studi di Brescia, ha deciso di affrontare il tema con una ricerca dedicata, al fine di esplorare gli impatti che queste soluzioni hanno o potranno avere sui modelli di business, gli ostacoli di implementazione e i benefici generati, facendo particolare attenzione alla specificità del tessuto agrifood nazionale.

Tramite scouting di più di 100 fonti esterne – articoli, report, paper, tesi – e interviste a svariati attori dell’offerta e della domanda, l’Osservatorio ha effettuato un’analisi  preliminare delle soluzioni offerte e delle attuali relazioni tra gli attori. I risultati saranno presentati nel workshop del 5 Maggio presso l’Università degli Studi di Brescia, occasione in cui verrà contestualmente avviato il Tavolo di Lavoro sull’Agricoltura 4.0.

Vitivinicolo e cerealicolo, i settori più innovativi

Nonostante abbiano specificità ben diverse, i settori vitivinicolo e cerealicolo sono accomunati dalla forte enfasi conferita all’innovazione tecnologica. Sono proprio i loro fattori distintivi a creare un bacino fertile per l’Agricoltura di Precisione: il primo, rispetto ad altri settori, gode di marginalità più significative, che consentono maggiore propensione agli investimenti; il secondo è caratterizzato – nella quasi totalità dei casi – da appezzamenti di dimensioni maggiori, che agevolano l’avvicinamento a tali soluzioni; entrambi infine sono particolarmente soggetti al tema della qualità alimentare, che incide fortemente su queste coltivazioni e sui prodotti che ne derivano.

Questo dato non preclude la diffusione dell’Agricoltura di Precisione negli altri settori agricoli. La sfida, infatti, è proprio quella di trasferire l’esperienza di questi settori in altri contesti, apparentemente meno fertili, cogliendone le specifiche esigenze e individuando le soluzioni effettivamente implementabili.

Domanda e Offerta sono ancora disallineate

L’applicazione di soluzioni di Agricoltura di Precisione sembra dipendere da alcuni fattori chiave tra cui dimensione dell’azienda, valore della coltura e costi di produzione. Ostacoli e/o opportunità (più o meno) facilmente affrontabili secondo gli attori dell’offerta, a cui i test in campo sembrano effettivamente dare ragione. Non sembra però essere questo il punto di vista (medio) della domanda.

Emerge infatti chiaramente l’esistenza di asimmetria informativa tra offerta e domanda, che non permette di cogliere pienamente questi aspetti, diventando così un ostacolo alla diffusione dell’Agricoltura di Precisione. Macchinari e attrezzature sono sempre più tecnologicamente avanzati e (potenzialmente) integrati, ma spesso alle aziende agricole mancano le informazioni, le competenze e la formazione tecnica per scegliere consapevolmente le soluzioni più adeguate per la propria azienda. Questo apre la strada a investimenti sbagliati, che a loro volta alimentano le barriere culturali di cui sopra verso l’Agricoltura di Precisione.

Le filiere sono destinate a cambiare anche grazie all’IoT

Come spesso accade, l’innovazione tecnologica porta con sé non solo il cambiamento degli asset aziendali, ma anche delle esigenze e quindi dei ruoli degli attori della filiera.

La rivoluzione di Agricoltura 4.0 crea, almeno potenzialmente, spazio per tutti, attori nuovi in primis, ma anche attori tradizionali, che abbiano però la capacità di ripensare il loro business alla luce delle nuove opportunità, non solo tecnologiche.

Emerge dalla ricerca, infatti, la comparsa di nuovi attori volti perlopiù ad erogare servizi di consulenza tecnologica e/o di raccolta e analisi dei dati. In parallelo, anche gli attori tradizionali hanno l’opportunità di estendere la loro offerta con nuovi servizi, altrimenti appannaggio degli attori emergenti.

Alcune barriere alla diffusione

Gli investimenti per acquistare macchinari e attrezzature possono rivelarsi un freno per la domanda, ma sicuramente non quanto la mancanza di informazioni analitiche riguardo il rientro dall’investimento effettuato. La valutazione dei benefici attesi, infatti, risulta spesso complicata, poiché troppo legata a specifici casi applicativi, difficilmente estendibili ad altri contesti. C’è poi da considerare il fattore anagrafico-culturale, che, ancor più che in manifattura, inchioda l’innovazione agli anni ‘90.

Sarà quindi necessario generare consapevolezza negli attori della domanda, affinché l’Agricoltura di Precisione venga quantomeno presa in considerazione, valutata, selezionata, utilizzata e infine diffusa. A loro volta, infatti, le aziende agricole utilizzatrici (e soddisfatte) si faranno ambasciatrici verso l’esterno, nei confronti di altri attori potenzialmente interessati ma bisognosi di ascoltare una “voce amica” prima di investire.

Agricoltura 4.0 vs. Industria 4.0

Il piano Calenda per l’Industria 4.0 (poi confluito in legge di stabilità), per quanto focalizzato su Industria 4.0, supporta anche il tema dell’agribusiness e quindi dell’Agricoltura 4.0, grazie alla quale si avrà (almeno tentativamente) l’integrazione della filiera agroalimentare attraverso i dati, aumentando la sostenibilità (ambientale ed economica) delle produzioni, garantendo la qualità e la (rin)tracciabilità dei prodotti, dal campo fino alla tavola. I dati, e le tecnologie specializzate per poterli raccogliere e memorizzare, sono quindi le fondamenta della piramide di Agricoltura 4.0. Ovviamente tali dati dovranno essere impiegati per supportare l’agricoltore nelle decisioni, sempre più spesso in tempo reale; è pertanto fondamentale che crescano anche le competenze degli utilizzatori, altrimenti, come in Industria 4.0, la rivoluzione non potrà mai essere completa.

Gli step futuri della ricerca

Nei prossimi mesi l’Osservatorio lavorerà ad una mappatura analitica dell’offerta di soluzioni tecnologiche per l’Agricoltura 4.0, senza però dimenticare gli attori della domanda, che verranno coinvolti in approfonditi studi di caso.

Parallelamente, verrà istituito un tavolo di lavoro in cui diverse aziende della filiera avranno l’opportunità di discutere dei temi più caldi, intavolare un confronto costruttivo, portando valore all’intero settore.

*Andrea Bacchetti, Maria Pavesi, Pietro Pezzolla dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano

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