HTML5, cos’è e come funziona lo standard che può riscattare il Web | Internet 4 Things

L’evoluzione dello standard HTML alla versione 5 promette una nuova modalità di fruizione delle applicazioni mobili in grado di ridurre il gap con le…

Pubblicato il 01 Ott 2011

L’evoluzione
dello standard HTML alla versione 5 promette una
nuova modalità di fruizione delle applicazioni mobili in grado
di ridurre il gap con le funzionalità e la user experience
garantite dalle App native, pur continuando a
garantire l’universalità dell’accesso, vero grande
punto di forza del modello Browsercentrico. Per esattezza,
l’HTML5 non è ancora stato ratificato da
un organismo ufficiale di standardizzazione, pertanto si sta
affermando come uno standard de facto, per ora con una buona
coerenza di comportamento tra i differenti browser Mobile e
non.

Tra
i principali vantaggi dell’HTML5, vi è la
possibilità di uno sviluppo “unico” che renda
fruibile un’applicazione via browser indipendentemente dal
sistema operativo dello smartphone, sorpassando
l’attuale elevata frammentazione del mercato in piattaforme
e Application Store proprietari e la necessità di download e
installazione dell’applicazione.

Questo
consente, oltre ad una possibile riduzione dei
costi di sviluppo, maggiori gradi di libertà rispetto ai vincoli
imposti dagli Application Store, in termini di revenue share,
condizioni di vendita delle applicazioni, tempi e requisiti
legati all’approvazione e pubblicazione
dell’App (e dei suoi aggiornamenti) sullo
Store, ecc.

Un’altra
importante novità è la facilitazione di un utilizzo
multi-device, che rende possibile accedere via Web alla stessa
applicazione – come per esempio quella di un quotidiano
– prima dal proprio smartphone, e quindi
di riprendere in un secondo momento la lettura
dal proprio tablet o PC dallo stesso punto in cui si era
lasciato, senza dover installare un’App su ciascun
dispositivo (ed eventualmente pagare le relative
sottoscrizioni di servizio). Il nuovo standard permette, inoltre,
rispetto alle precedenti versioni HTML, di utilizzare le
Web App anche in parziale assenza di
collegamento alla rete, rendendo per esempio possibile scrivere
una mail o preparare un post per il proprio sito
o social network preferito (senza bisogno di
utilizzare client) mentre la copertura di rete è momentaneamente
assente ed effettuare l’invio/pubblicazione quando questa
riappare.

Altre
novità, sempre rispetto alle precedenti versioni
dell’HTML, sono: una migliore gestione della
grafica, un più semplice supporto alla
riproduzione di video (senza necessità di ricorrere a plugin
come Flash), la possibilità di immagazzinare molti più dati in
locale – e quindi anche impostazioni personali
dell’utente – e la possibilità di integrare
funzionalità di localizzazione.

Per
avere la massima user experience, un controllo molto fine su
tutto il device, la possibilità di integrare periferiche e
sensori specifici (come NFC, barometro e giroscopio), o, ancora,
in caso di necessità di elevate velocità e
potenza d’esecuzione, di caricamento e di calcolo, lo
sviluppo nativo rimane però la miglior scelta possibile.
Inoltre, nonostante il nuovo standard si ponga un obiettivo di
alto livello, data la grande disuniformità tra dispositivi ed
ambienti e la proliferazione di browser differenti (anche per la
medesima piattaforma) non è possibile pensare ad una completa e
totale trasversalità della soluzione. Fattori come la
risoluzione e la dimensione dello
schermo
e altre differenze specifiche di ciascun device,
oltre alle differenti funzionalità supportate da ciascun
browser, causano, infatti, user experience e filosofie di
utilizzo anche molto differenti tra loro, e
pertanto l’esigenza di specifiche customizzazioni anche in
ambiente Web.

di E.Vannutelli Depoli

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