Mobile working

Mobile App in azienda, quattro “C” per massimizzare la produttività

Nel 2014 sono state scaricati 5 milioni di App per il mondo Enterprise. La Harvard Business Review indica i principi per rendere smartphone e tablet strumenti di lavoro efficaci ed efficienti soprattutto nelle aree Sales & Marketing, Operations e Training: Controllo, coerenza, creatività e credibilità

Pubblicato il 20 Apr 2015

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Croce e delizia di ogni moderna organizzazione, smart working e BYOD (Bring your own device) da una parte allettano manager e imprenditori per la possibilità di aumentare la produttività dei propri collaboratori abbattendo allo stesso tempo i costi di gestione. Ma d’altra parte li impensieriscono: sia per le questioni legate alla sicurezza, sia – soprattutto in un Paese come l’Italia – per il timore di perdere controllo sulle attività non svolte in ufficio o con strumenti proprietari. Al centro di questi contrastanti sentimenti c’è naturalmente l’idea che si ha delle Mobile App. Nemiche della concentrazione o strumenti che migliorano e amplificano le relazioni professionali, abilitandole sempre e ovunque, a prescindere da dove ci si trovi?

Del resto, con o senza l’approvazione del capo, una persona interagisce col proprio smartphone mediamente 150 volte al giorno. Gli sguardi e le dita, dunque, sono già lì, tanto vale sfruttare la situazione. Secondo Mobile Helix la produttività di un’organizzazione aumenterebbe del 40% se tutte le applicazioni aziendali venissero rilasciate anche in versione mobile. E al di là della considerazione che il management ne sia consapevole o meno, nel 2014 sono state scaricate circa 5 miliardi (dati: Tomi Ahonen Consulting) di App dedicate al mondo enterprise: l’ennesima conferma di un trend ormai in atto, certificato anche dalla partnership in tal senso – inimmaginabile fino a un paio di anni fa – tra IBM e Apple.

Come muoversi, quindi, per massimizzare la produttività delle App sul lavoro, evitando il rischio che distraggano? Sul tema si sofferma un articolo sul blog della Harvard Business Review a firma di Joe Panepinto, che con Chris Pape (i due sono rispettivamente senior vice president e director of strategy il primo, e fondatore il secondo, di Genuine Interactive, agenzia di servizi digitali del colosso del marketing Interactive Group) ha realizzato un white paper sul tema

I due analizzano le modalità con cui le App portano efficacia ed efficienza nelle aree Sales and Marketing (migliorando l’esperienza vis-a-vis dei commerciali grazie all’erogazione di informazioni sui clienti in tempo reale), Training (con programmi di formazione ad hoc somministrati sempre al momento giusto) e Operations (attraverso la collaborazione sulla risoluzione di problemi specifici). L’importante, suggeriscono, Panepinto e Pape, è scegliere e usare le App secondo il principio delle 4C.

Innanzitutto Controllo: se la vostra compagnia somiglia a tutte le altre, dicono Panepinto e Pape, la sua Intranet è piena di informazioni obsolete e irrilevanti, con le quali siete costretti a lavorare. E anche se non è così, la necessità di far sì che ognuno lavori con la stessa versione di un documento (specialmente in settori regolati) è sempre più importante. Le App offrono un’ottima soluzione in questo senso, visto che si possono inviare aggiornamenti al gestionale, notificando a tutti gli utenti le modifiche effettuate nelle medesima pagina digitale.

Il secondo elemento è la Coerenza: «C’è un enorme numero di sistemi operativi, browser e versioni di browser a seconda del device utilizzato, ma sono solo due le principali piattaforme per le mobile app, iOs e Android. Per questo creare un’esperienza coerente usando i sistemi di Cupertino e Mountain View è assai più semplice. Nella cultura del BYOD, inoltre, realizzare applicazioni ad hoc per iOs e Android costituisce un vero sollievo per i team di sviluppatori».

In questo senso, segue la Creatività: i dispositivi mobile hanno delle funzionalità consumer, familiari con la user experience della gente comune, aspetto che può favorire il sorgere di applicazioni interessanti anche nei contesti di business. Basti pensare alle fotocamere e al GPS, feature che possono essere sfruttate per migliorare la capacità di connettere i dipendenti permettendo loro di condividere informazioni utili quando e dove servono effettivamente».

Infine Panepinto e Pape citano la Credibilità. «Oggi si vive letteralmente sui mobile device. E specialmente le nuove leve giudicheranno la vostra organizzazione anche in base a come permetterà loro di farlo. Con la crescente competizione nel contendersi i talenti digitali, offrire un’esperienza lavorativa appagante anche sul fronte dell’hi tech diventa un fattore decisivo di successo quando si vuole dimostrare di saper cavalcare l’onda nell’affollato panorama dell’IT».

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