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Internet of Things, entro due anni ci saranno più oggetti connessi che smartphone

I prodotti “smart” saranno 28 miliardi entro il 2021. L’Europa occidentale sarà la regione traino, grazie a contatori intelligenti, auto connesse, e alla diffusione del 5G. Ma circa il 90% del traffico dati mobile sarà comunque generato dagli smartphone, soprattutto per video streaming

Pubblicato il 10 Giu 2016

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Gli oggetti intelligenti che costituiscono la Internet of Things cresceranno del 23% medio annuo tra 2015 e 2021, e nel 2018 supereranno i telefoni cellulari diventando la più numerosa categoria di dispositivi connessi. Nel 2021, di 28 miliardi di device che saranno collegati a Internet, quasi 16 miliardi saranno terminali per la IoT.

Lo sostiene il nuovo Mobility Report di Ericsson, secondo cui l’Europa occidentale sarà la regione che procederà più spedita nel connettere a Internet nuovi device: il numero di terminali per la IoT qui crescerà del 400% fino al 2021. Questo boom sensazionale si deve soprattutto alle novità normative, che hanno favorito il diffondersi per esempio dei contatori intelligenti per l’elettricità, ma anche alla domanda in costante aumento di auto connesse, anche qui rafforzata da direttive come la e-call della UE che dovrà essere implementata nel 2018.

«La crescita dell’IoT sta accelerando anche grazie alla diminuzione dei costi dei device e all’emergere di applicazioni innovative – sottolinea Rima Qureshi, Senior Vice President & Chief Strategy Officer di Ericsson -. A partire dal 2020 le implementazioni su scala commerciale delle reti 5G forniranno ulteriori funzionalità che sono essenziali per la IoT, come il network slicing e la possibilità di connettere un numero molto più alto di device».

Anche gli smartphone attivi crescono e nel terzo trimestre del 2016 supereranno i cellulari con funzionalità base. Entro il 2021, gli smartphone attivi saranno quasi raddoppiati, da 3,4 miliardi nel 2015 a 6,3 miliardi. Ericsson calcola anche che nel mondo ci sono attualmente 5 miliardi di utenti mobili unici, a dimostrazione della crescita esponenziale della tecnologia mobile in tempi relativamente rapidi.

Gli smartphone restano i primi “responsabili” del boom del traffico dati mobile, cresciuto del 60% tra il primo trimestre 2015 e il primo trimestre 2016, sia perché aumenta il numero di utenti sia perché il consumo di dati per utente sale. Per la fine del 2021, circa il 90% del traffico dati mobile sarà generato dagli smartphone. Da questo punto di vista, tutte le regioni del mondo continuano a espandersi, sia quelle emergenti (per esempio in India il traffico dati mobile crescerà di 15 volte entro il 2021) sia quelle mature: negli Stati Uniti, solo quest’anno, il traffico dati mobile aumenterà del 50%.

Intanto le abitudini degli utenti mobili cambiano rapidamente, in particolare per quel che riguarda la fascia dei teenager: l’uso dei dati su rete cellulare per accedere ai video su smartphone è cresciuto del 127% in 15 mesi (2014-2015). Mentre tra 2011 e 2015 c’è stato un calo del 50% del tempo che i teenager trascorrono a guardare video in Tv, è cresciuto dell’85% il numero dei ragazzi che guardano video sullo smartphone. Questo trend, unito al fatto che la prossima generazione di utenti mobili sarà quella che più di ogni altra consumerà dati per il video streaming su smartphone (su reti cellulari e su Wi-Fi), rende gli adolescenti il gruppo di utenti da tenere d’occhio per gli operatori di rete mobile, sottolinea Ericsson.

Altro trend evidenziato dal report è l’attivazione di reti commerciali LTE che supportano picchi di velocità dei dati in downlink di un Gbps. I device compatibili con queste velocità arriveranno sui mercati nella seconda metà dell’anno, a partire da Giappone, Usa, Corea del Sud e Cina, ma si diffonderanno presto anche nelle altre regioni. Nel primo trimestre 2016 si contano 1,2 miliardi di Sim attive su LTE.

Il 5G sarà attivato più rapidamente del previsto, indica ancora lo studio, ed è dunque necessario il coordinamento dello spettro tra paesi che stanno già ora pianificando il roll-out.

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