Acquisizioni

Affare Motorola: perché Google ha venduto, e perché Lenovo ha comprato

Le principali motivazioni alla base dell’operazione con cui il colosso americano ha ceduto – dopo soli due anni – il business hardware degli smartphone al produttore cinese, che si propone ora come concorrente a livello mondiale di Apple, e soprattutto di Samsung nel mercato Android

Pubblicato il 30 Gen 2014

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Il CEO di Google Larry Page e quello di Lenovo Yang Yuanqing dopo la firma dell'operazione Motorola

Pochi giorni dopo aver annunciato l’acquisizione del business dei server x86 di IBM, il colosso tecnologico cinese Lenovo cambia completamente fronte e mette a segno un altro colpo, questa volta nel settore dell’hardware mobile, comprando da Google la divisione Motorola Mobility. Più precisamente, Lenovo compra il brand Motorola Mobility e il relativo business hardware, che comprende le linee di smartphone Moto X, Moto G e Droid Ultra. Google invece manterrà la proprietà della maggior parte del portafoglio di brevetti Motorola Mobility, che Lenovo ha licenza di sfruttare.

Molti gli spunti di interesse dell’operazione, che prima di tutto rende Lenovo uno dei principali produttori mondiali di device mobili, in particolare smartphone, dandogli una presenza forte nelle Americhe – Motorola è il terzo produttore di smartphone sia negli USA (nel comparto Android), sia in America Latina (in assoluto) -, e rilevante anche in Europa occidentale. Presenze che vanno ad affiancarsi al forte presidio di Lenovo in Asia e nei mercati emergenti. Con una quota complessiva del 6,4%, Lenovo-Motorola è ora il terzo produttore mondiale di smartphone, seppure a grande distanza da Samsung con il 29%, e Apple con il 17% (dati Counterpoint Technology Market Research, quarto trimestre 2013).

Un secondo punto da sottolineare è l’entità della transazione: Lenovo pagherà in tutto poco meno di tre miliardi di dollari (circa 2,91 per la precisione), di cui 1,41 subito (660 milioni cash, 750 milioni in proprie azioni), e 1,5 miliardi nei prossimi tre anni. A prima vista sembrerebbe quindi una clamorosa ritirata con forti perdite per Google, che aveva acquisito Motorola Mobility solo due anni fa in cambio di 12,5 miliardi di dollari.

Va però precisato che al momento dell’acquisizione di Google, la divisione aveva 3 miliardi di cassa disponibile, e che nel frattempo il colosso di Mountain View ne ha venduto una parte (l’attività relativa ai set-top box) per 2,35 miliardi. Inoltre i brevetti di Motorola Mobility sono valutati circa 5,5 miliardi, e Google come abbiamo detto ne manterrà gran parte. Se quindi la perdita finanziaria effettiva sarà secondo i commentatori di circa 2 miliardi (e già smaltita in bilancio), non c’è dubbio che Google non sia riuscita a competere come sperava nel durissimo mercato dell’hardware mobile, visto che secondo IDC la quota di mercato di Motorola in un anno è calata dal 2,3% all’1%.

Oltre a questo, le principali società di analisi evidenziano due motivazioni strategiche per Google. La prima è la possibilità di assumere nel mondo dell’hardware su piattaforma Android un ruolo più “super partes”, ritirandosi dalla produzione diretta, e nel contempo contribuendo a creare un concorrente rappresentativo per Samsung, che nel 2013, spiega Strategy Analytics, ha dominato il mercato degli smartphone Android con una quota del 32%: più di sei volte quella del concorrente più vicino.

La seconda è stata spiegata dallo stesso Larry Page, co-fondatore e CEO di Google: «Il mercato degli smartphone richiede un impegno pieno, Motorola sarà meglio supportata da Lenovo che è il più grande produttore di pc al mondo, ma questo non significa che usciremo dall’hardware completamente: le dinamiche e il grado di maturità dei mercati “wearable” e “smart home” sono completamente diversi da quelli del mercato smartphone».

Quanto a Lenovo, conta sulla propria grande massa critica nella produzione di hardware e nella sua supply chain su scala globale per proporre device Android di qualità a un prezzo più basso di quello che poteva permettersi Motorola da sola. L’obiettivo per i primi 12 mesi, ha detto il CEO e chairman Yang Yuanqing, è quello di produrre 100 milioni di smartphone. «L’acquisizione di un brand così famoso, di un protafoglio di prodotti innovativo e di un team pieno di talento ci rende istantaneamente un forte competitor globale nel mondo degli smartphone: Lenovo ha dimostrato di saper acquisire e rafforzare grandi brand, come Think di IBM», dichiara Yang in un comunicato.

Lenovo in effetti è diventata famosa a livello internazionale nel 2005, con l’acquisizione del business dei pc di IBM, operazione che molti analisti paragonano con quella di Motorola. «Lenovo ha dichiarate intenzioni di diventare un leader globale negli smartphone, facendo leva sulla propria leadership del mercato cinese: comprare Motorola Mobility è una strada molto più veloce di accedere in particolare al mercato di fascia alta con modelli Google Android, piuttosto che farlo con la brand recognition e i team di sviluppo che già aveva – ha commentato Frank Gillett, Vice President e Principal Analyst di Forrester Research -. Usare il marchio Motorola, proprio come ha fatto con il marchio IBM ThinkPad qualche anno fa nei pc, per guadagnare rapidamente massa critica, credibilità e accesso ai mercati più pregiati è una strategia logica».

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