World Economic Forum

La sostenibilità dell’IoT tra obiettivi SDG e nodi da sciogliere

Il recente “State of Connected World” realizzato dagli esperti del WEF affronta le questioni più importanti legate all’universo Internet of Things. Dopo aver analizzato quelle che si riferiscono alle implicazioni etiche e alla parità di accesso, continua la nostra lettura del documento, soffermandosi sulla sostenibilità ambientale delle tecnologie connesse

Pubblicato il 13 Feb 2023

Sostenibilità IoT

Qual è il livello di sostenibilità ambientale dei dispositivi IoT connessi e delle tecnologie correlate? È un altro degli interrogativi a cui prova a rispondere il report “State of Connected World 2023” elaborato da un gruppo di esperti del World Economic Forum (WEF) e diffuso in occasione del recente meeting di Davos. Il documento ha l’obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte dell’Internet of Things. Quest’ultimo viene esaminato non solo dal punto di vista delle sue tante opportunità, ma anche per le implicazioni etiche, sociali e finanziarie che derivano, appunto, da un mondo sempre più connesso. Dopo esserci occupati dei temi dell’etica e della trasparenza, nonché di quelli legati all’“equal access”, analizziamo adesso in che modo il report del WEF affronta la questione della sostenibilità IoT.

State of Connected World, focus sulla sostenibilità

Gli intervistati coinvolti nella ricerca, più di 270 esponenti di rilievo del mondo IoT, manifestano una equa distribuzione. Da una parte, il 49% si dichiara fiducioso o abbastanza fiducioso sul fatto che le tecnologie IoT siano sostenibili in termini ambientali, dall’altra  il 51% nutre dubbi in proposito. Va anche detto che si osserva un aumento della fiducia sui progressi della sostenibilità ambientale dei dispositivi connessi. Infatti, il 43% del campione sostiene di essere più fiducioso e un po’ più fiducioso negli ultimi tre anni, rispetto al 33% che afferma di non aver registrato cambiamenti e al 24% che si sente meno fiducioso e un po’ meno fiducioso.

Questo parziale ottimismo è alimentato dalle potenzialità dell’IoT nel contribuire al raggiungimento di parametri chiave SDG (Environmental, Social and Governance). Ne sono un esempio i sistemi “intelligenti” come i contatori smart dell’acqua o quelli che permettono il monitoraggio della qualità dell’aria. Il report rimanda in tal senso a un altro documento del World Economic Forum, su cui torneremo più avanti. Questo documento già nel 2018 affermava che l’84% delle implementazioni IoT fossero in grado di conseguire gli obiettivi SDG definiti dalle Nazioni Unite. La scarsa fiducia di una parte degli intervistati, quindi, si deve a una serie di criticità tuttora presenti. Le principali riguardano l’obsolescenza progettuale dei dispositivi e la difficoltà nel riciclarli, insieme al consumo di energia generato dal traffico e dall’archiviazione dei dati, al carbon footprint, all’uso delle materie prime e, non ultimo, a infrastrutture costose.

I punti critici lungo la strada della sostenibilità IoT

L’elenco delle questioni citate sopra necessita di un approfondimento, poiché mostra come ai fini della sostenibilità ambientale dell’IoT concorrano diversi fattori, non sempre convergenti tra di loro. Basti pensare che sebbene molti dispositivi e applicazioni IoT siano progettati nell’ottica dell’efficienza energetica, l’attuale scala di aumento della connettività genera una crescita costante dei consumi energetici. Inoltre, c’è la tendenza a passare sempre di più da quelli che la ricerca WEF definisce modelli “general-purpose”, tra cui cellulari e computer, alla specializzazione dei dispositivi IoT con “particular purposes”. Il che porta a un proliferare di device posseduti da famiglie e individui. A ciò si aggiunge che l’impiego di alcuni metalli utilizzati nei dispositivi, come il cobalto e il tungsteno, non fa certo diminuire il carbon footprint, visto che questi materiali sono difficili da riciclare o da recuperare.

Ne deriva il paradosso per cui gli stessi obiettivi SDG che le tecnologie IoT mirano a raggiungere rischiano di essere disattesi già in partenza. E questo a causa di processi produttivi poco sostenibili e che impattano sull’ambiente in maniera negativa. A ben vedere, non è solo l’IoT a vivere questo paradosso. Se si considera ad esemopio tutto il comparto della mobilità elettrica, anch’esso si trova oggi a dover affrontare sfide analoghe.

Le linee guida WEF sulla sostenibilità dell’Internet of Things

Per uscire da questa apparente impasse, il documento ribadisce quanto sottolineato in precedenza dal WEF. In un paper incentrato sulle linee guida per la sostenibilità riferita all’IoT, il think tank aveva identificato 11 punti fondamentali. Ecco quali sono:

  1. fornire incentivi strutturali per incoraggiare la priorità degli obiettivi di sostenibilità nella fase di design dei progetti IoT;
  2. integrare le tecnologie e guidare la crescita basata su casi d’uso nell’ambito di partnership solide e collaborative per superare i limiti della frammentazione;
  3. affrontare le soluzioni infrastrutturali prima e non dopo, così da abilitare modelli di business e facilitare la scalabilità;
  4. semplificare i quadri giuridici, accelerare i processi di approvvigionamento e coinvolgere gli esperti per aumentare il ritmo di diffusione dell’IoT e ridurre i costi dovuti ai cambiamenti politici;
  5. stabilire per tempo i termini di governance dei dati per la proprietà, la privacy, l’utilizzo e la condivisione come pilastro centrale della partnership;
  6. essere flessibili nella progettazione e nell’esecuzione dei modelli di business;
  7. sviluppare soluzioni cross-industry per sbloccare i vantaggi reciproci e consentire nuovi modelli di monetizzazione;
  8. scalare attraverso il consolidamento della domanda mediante ad esempio attività bundling, cioè abbinamento di beni o servizi, utili ad attrarre fonti di finanziamento alternative, tra cui quelle provenienti da investitori istituzionali;
  9. abbracciare una cultura della sostenibilità per rispondere alla domanda delle nuove generazioni, migliorare la brand reputation e attrarre i migliori talenti;
  10. adottare un quadro di riferimento basato sugli obiettivi SDG delle Nazioni Unite per valutare l’impatto potenziale e misurare i risultati;
  11. identificare i potenziali obiettivi SDG e i target raggiungibili dal progetto IoT così da incorporarli nella progettazione commerciale.

A distanza di 5 anni dalla pubblicazione di queste linee guida, la circostanza che il World Economic Forum ne ribadisca la validità significa che la strada per la sostenibilità dell’IoT è ancora in gran parte da percorrere.

Leggi gli articoli precedenti sul report:

WEF: Servono etica e trasparenza nell’Internet of Things
World Economic Forum: la parità di accesso alle tecnologie IoT

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