Supernap prepara in Italia il data center per l’IoT

Aperto, alle porte di Milano, un nuovo data center. Supernap ha scelto l’Italia e guarda alle istanze che nascono dai mondi Industria 4.0 e IoT

Pubblicato il 04 Mag 2017

SUPERNAP Italia

Sono molte le istanze che, in ambito IoT e Industria 4,0, ridanno centralità al data center e al suo utilizzo.
Ne è convinto Luca Beltramino, managing director di Supernap Italia e una lunga “militanza” nel mondo dei datacenter, da Netalia a Open Hub Med, di cui è uno dei soci fondatori.
Oggi Supernap International ha aperto, a Siziano, in provincia di Milano, di quello che viene definito il più grande e avanzato datacenter dell’Europa Meridionale, con 500 armadi rack e oltre 3,6 megawatt di potenza già venduta.
“Dal mondo industriale e della produzione – racconta Beltramino – arrivano crescenti richieste di un uso statistico dei dati, indispensabili per le attività di analytics in una logica di recupero di efficienza e di manutenzione predittiva”.
La dinamica è chiara: fog computing ed edge computing vengono utilizzati per raccogliere i dati direttamente dal campo, ma è poi nel data center che si svolgono le attività di analisi.

IoT e Industria 4.0 richiedono una diversa topologia del data center

“Le istanze che arrivano dai mondi dell’Internet of Things e di Industria 4.0 richiedono che i data center non siano più lontani come un tempo. Non si può pensare di appoggiarsi a strutture che si trovano a Francoforte, Londra, Amsterdam. Bisogna pensare a una topologia differente nei data center”.

In realtà, spiega Beltramino, due sono le ragioni che spingono a questo ripensamento.
In primo luogo c’è una ragione quantitativa, legata dunque alla quantità di dati in gioco: “Non ci si può permettere di spostare petabyte di dati. La combinazione di fog computing ed edge computing sta contribuendo a far crescere la rilevanza dei datacenter periferici”.

In secondo luogo c’è una questione di tempi: “Warning e alarming devono arrivare in tempo reale. Ed è qui che di nuovo trova la sua ragion d’essere la combinazione di fog computing e datacenter. Pensiamo ad esempio al mondo sanitario e al monitoraggio dei pacemaker di migliaia di pazienti. La statistica si fa nel datacenter, ma il warning deve arrivare in tempo reale, il più in fretta possibile. Ecco allora che il punto fog raccoglie i dati e poi li invia al datacenter perché siano processati”.

Supernap, dunque, si propone come attore in grado di indirizzare le crescenti richieste che arrivano dal mercato IoT e dal Cloud, “l’infrastruttura attraverso la quale passerà almeno un terzo dei dati generati dai miliardi di oggetti connessi”.
La logica è quella dell’ecosistema: non solo storage, non solo computing, “ma anche data scientist e un pool di risorse dedicate, che ci consenta di mettere in contatto tutti gli attori dell’ecosistema: i clienti, ma anche i partner e i team di esperti”.

Cosa offre Supernap

Quanto allo stato di avanzamento dei lavori, al momento in cui scriviamo il primo settore è completato per oltre il 60 per cento, altri tre settori sono in preparazione e sono in previsione ulteriori ampliamenti.
Complessivamente si parla di quattro data hall per un totale di 42.000 metri quadrati con una potenza di 40 MVA distribuiti tramite due circui di trasmissione di 132 KV. Ciascun armadio rack avrà fino a 40 kilowatt di potenza.
Altre caratteristiche includono 200 coppie di fibra multicarrier su circuiti separati, uno Switch SHIELD brevettato, con doppio tetto indipendente approvato per resistere a venti fino a 322 chilometri l’ora , un Network Operations Center (NOC), disponibile 24 ore al giorno incendi, sicurezza e incolumità oltre a risorse per i clienti, locali e on-net, incluse sale per conferenza.

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