Enterprise Mobility

IDC: aziende europee, entro il 2015 il 40% del personale sarà Mobile

Il 70% delle imprese europee considera la mobility un’alta priorità, ma molte realtà sono ancora alla fase organizzativa di questi progetti. Normativa, budget e gerarchie complesse rallentano il cammino rispetto al Nord America. Tra gli obiettivi scende l’attenzione per il BYOD e aumenta quella per sicurezza e agilità dei processi

Pubblicato il 26 Mar 2015

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Il 70% delle imprese europee considera la mobility un’alta priorità, e prevede di rendere mobile il 40% della forza lavoro già entro la fine di quest’anno. Ma in uno scenario che sta cambiando, con i nuovi approcci all’enterprise mobility molto più orientati alla sicurezza e all’agilità dei processi che ai risparmi attraverso modelli BYOD (Bring You Own Device), le realtà europee restano sempre più caute e lente di quelle americane.

Questi i responsi di un recente studio di IDC sull’enterprise mobility condotto a livello europeo, che ha coinvolto nell’ultima parte del 2014 un migliaio tra CIO e IT manager di diversi Paesi (Italia compresa), e che fornisce una fotografia aggiornata sul grado di qualità e maturità delle iniziative aziendali incentrate sui device mobili.

Come anticipato, dall’indagine emerge che il 70% delle aziende considera la mobility un’alta priorità. Eppure molte stanno procedendo a rilento con l’implementazione tecnologica, perché il loro approccio all’enterprise mobility è ancora nel pieno della fase organizzativa, focalizzato su temi come la reingegnerizzazione dei processi, la data privacy, la compliance e la sicurezza.

Tuttavia le stesse aziende prevedono di rendere mobile il 40% della forza lavoro entro la fine del 2015, per cui si prevede un’accelerazione dei lavori e un superamento della fase organizzativa già nei prossimi mesi. Secondo IDC, questo rispecchia un atteggiamento tipico delle aziende europee, più caute verso le nuove tecnologie rispetto alle realtà nordamericane, e rallentate spesso da un quadro normativo complesso, da una struttura decisionale più gerarchica, e dai vincoli sulle risorse disponibili.

Il nuovo studio di IDC rivela inoltre come la consumerizzazione non sia più una criticità nei progetti di enterprise mobility europei: la diffusione di BYOD e CYOD (Choose Your Own Device) si è infatti fermata a circa la metà delle aziende intervistate, sostanzialmente in linea con quanto emerso un anno fa in un’analoga survey. Viceversa, per i CIO è diventato prioritario servirsi della mobilità per rendere più agili i flussi di lavoro e le figure aziendali.

Tra le criticità emerse figurano invece sempre la sicurezza, soprattutto a fronte delle molte variabili in gioco (diversi sistemi operativi mobili, diversi tipi di lavoratori mobili, più applicazioni mobili e contenuti, più minacce specifiche rivolte a questi dispositivi) e la gestione a livello architetturale della mobilità. Integrare dispositivi e app mobili con l’architettura desktop e l’infrastruttura IT e di comunicazione resta difficile, soprattutto per le multinazionali dotate di tecnologie frammentate e ridondanti, magari gestite attraverso differenti operatori tlc. A complicare le cose c’è inoltre la velocità di innovazione con cui evolve tutto il settore mobile.

Secondo IDC in sintesi l’indagine delinea un nuovo scenario nell’ambito dell’enterprise mobility alla quale le aziende europee faticano ad adattarsi. Se è vero che la funzione IT ha compreso l’importanza strategica della mobility, limiti organizzativi e di budget stanno ancora rallentando le iniziative.

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