BMW pronta a produrre self driving car IoT per il 2021

La mappa delle alleanze tra il settore automobilistico e le imprese digital si arricchisce con nuove alleanze, l’obiettivo per tutti è quello di conquistare un vantaggio competitivo unendo competenze Industry 4.0 con nuovi servizi digitali per le connected car

Pubblicato il 05 Lug 2016

Immagine fornita da Shutterstock

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La potenza Industry 4.0 tedesca si fa sentire anche a livello automotive e a livello di innovazione tecnologica e digitale nel mondo automobilistico. Lo storico marchio bavarese BMW è pronto secondo alcune fonti riprese da Food4Brain a portare sul mercato full autonomous car entro il 2021 grazie anche a una partnership strategica con Intel e con la israeliana Mobileye. Mobileye che a sua volta collabora attivamente con la italo francese ST Microelectronics proprio su progetti di self driving car.

Self driving car

Il prestigioso brand tedesco di autovetture di fascia alta non nasconde la propria ambizione di diventare il numero uno mondiale nelle vetture full autonomous driving con una strategia che la vede impegnata sia sul consueto terreno della innovazione automobilistica, meccanica ed elettronica, sia su quelli dell’innovazione digitale e IoT applicata alla mobilità e alla sicurezza. Ma l’elemento strategico che rappresenta un cambio di passo rispetto alle numerose e molto interessanti sperimentazioni di self driving car è da leggere nelle attività volte a portare l’innovazione direttamente a livello di produzione. Industry 4.0 dunque intesa anche come integrazione tra sperimentazione di nuovi prodotti e capacità di velocizzare il passaggio in produzione.

La partnership tra BMW e Intel si inserisce in un mosaico, quello dell’industria automotive mondiale, che già sta ampiamente seguendo il criterio delle partnership strategiche tra produttori di autovetture e industria digitale come dimostrano il recente accordo tra FCA (Fiat) e Google per produrre self driving minivan, come l’intesa tra Toyota e Uber, come l’acquisizione con un assegno di 500 milioni di dollari della start up Lyft da parte di General Motors (vedi l’articolo di Food4Brain) o come l’investimento di 300 milioni di dollari da parte di Volkswagen nella compagnia europea nata per competere con Uber.

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