Supply chain management, ecco il trionfo giapponese | Internet 4 Things

I danni causati dal terremoto in Giappone a marzo 2011, ancora vivi nell’immaginario collettivo, hanno messo a dura prova le imprese manifatturiere,…

Pubblicato il 01 Ott 2011

I danni causati dal terremoto in Giappone a marzo
2011, ancora vivi nell’immaginario collettivo, hanno messo
a dura prova le imprese manifatturiere, sulla cui efficienza è
basata una parte consistente dell’economia del Giappone. Le
tecniche di lean manufacturing, che hanno reso famose
Toyota e le grandi imprese manifatturiere
giapponesi, basano parte del proprio successo sulla
prevedibilità dei fattori che influenzano la Supply
Chain
e sulla capacità di saper rispondere in modo
flessibile ai cambiamenti del contesto competitivo.


In particolare, i fornitori delle Big 3, le tre grandi case
automobilistiche Toyota, Nissan e Honda sono
stati duramente colpiti dai danni del terremoto, con prolungati
stop nella produzione di autovetture delle case madri. Per
assistere da vicino i propri fornitori, i vertici delle tre case
automobilistiche hanno attuato un efficace piano di
collaborazione. Di comune accordo, sono stati
ridisegnati in poche settimane i processi produttivi delle
autovetture, per ridurre di oltre il 90% il numero di componenti
caratterizzati da livelli “critici” di
approvvigionamento. Per Toyota, i componenti
delle autovetture caratterizzati da elevato consumo e brevi lead
time di approvvigionamento sono stati ridotti da 500 a 30.


In tal modo, a sette mesi dal disastro, sia
Toyota che Nissan hanno
riportato la produzione a livelli pari al 90% della situazione
preterremoto nei propri stabilimenti giapponesi, mentre
Honda ha manifestato un allungamento dei tempi
di consegna per la sola Honda Civic. In campo tecnologico,
Canon e Fujitsu rappresentano due casi di
successo, poiché dopo soli cinque mesi hanno già raggiunto i
livelli di produzione pre-terremoto attraverso un piano di
gestione della Supply Chain che prevede
stabilimenti specializzati equamente suddivisi in diverse aree
del Giappone e in Cina. Sia
Fujitsu che Canon, infatti, hanno sviluppato un piano di
Disaster Recovery che prevede un elevato livello
di interoperabilità tra gli stabilimenti, ciascuno dei quali
possiede tecnologie e competenze per realizzare più di una linea
di prodotti.

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