Altea Point of View

I-am: la fusione tra ingegneria e data science per l’asset management intelligente delle infrastrutture critiche

Gestione del rischio, sostenibilità e business continuity sono i tre pilastri della strategia della newco del Gruppo Altea Federation specializzata nelle soluzioni predittive e di automazione per General Contractors, EPC, proprietari e gestori di cantieri negli ambiti E&C, concessionari dei pubblici servizi, aziende del campo Energy, Water e del mondo industriale. Una common data platform per la trasformazione di un settore critico e strategico per il Paese

Pubblicato il 10 Dic 2021

cloud manufacturing

“I-am nasce dalla consapevolezza della grande potenzialità del digitale in un settore qual è quello dell’Asset Management. Ancor di più, nasce in un momento in cui c’è una grande richiesta di gestione predittiva del rischio. Disponiamo di grandi moli di dati complessi, dati su cui lavorare, dati su cui imparare. In un Paese in cui tutto invecchia, possiamo e dobbiamo dare una risposta valoriale concreta e affidabile per la messa in sicurezza del territorio, per proteggerne e ridurne le fragilità. Vogliamo costruire il telaio diagnostico del Paese”.
Sono queste le parole con cui Domenico Andreis presenta I-am – la newco del Gruppo Altea Federation specializzata in Asset Management e in soluzioni e tecnologie per il monitoraggio infrastrutturale – di cui è CEO e General Manager.
Un progetto, quello di I-am, prima ancora che un’azienda, nel quale Andreis mette a disposizione la propria competenza costruita in oltre 20 anni dedicati al mondo dell’ingegneria e della compliance, sia come direttore del Registro Navale Italiano, sia all’interno di multinazionali del settore E&C.

Le leve di I-am per mettere in sicurezza cantieri e infrastrutture

“Nella mia storia professionale ho seguito progetti infrastrutturali molto complessi, nell’ambito della gestione predittiva del rischio e della business continuity. Mi sono sempre confrontato con i player di questo settore, sia italiani sia internazionali e negli anni ho visto crescere progressivamente il ruolo del digitale, che rappresenta un’opportunità e ha in sé tutte le potenzialità per supportare logiche di tipo predittivo. Pensiamo alle piattaforme di Asset Management per elaborare dati tecnici, pensiamo all’IoT e alle potenzialità di mettere in connessione i sensori installati su un ponte e gli operatori di campo… Tante leve tecnologiche a supporto delle conoscenze ingegneristiche”, precisa Andreis per quanto riguarda la trasformazione indotta dalle tecnologie digitali nel settore industriale e delle costruzioni.
Il ruolo di I-am, così come lo racconta Andreis, è “fornire alle tecnologie digitali abilitanti i dati giusti, per sviluppare un concept valoriale end to end, da proporre a soggetti cui sono in capo grandi responsabilità, ad esempio sulle infrastrutture strategiche e fondamentali per il Paese”.
Se questo è il punto di partenza, cerchiamo allora di capire non solo cosa, ma soprattutto come e con chi opera I-am.

Alla base, una gestione innovativa dei dati

I-am nasce dunque guardando al mondo dell’Engineering and Construction e abbracciando di fatto tutti quei settori nei quali ci sono Asset complessi da gestire, ad esempio includendo anche tutto il mondo delle multiutility e in particolare i gestori del Servizio Idrico Integrato.
Il far parte di una realtà come Altea Federation rappresenta un indubbio vantaggio per I-am, che è in grado di sviluppare le proprie proposte e le proprie progettualità in stretta sinergia con le altre Aziende del Gruppo.
“La nostra Proposition è agnostica – spiega a sua volta Manuela Marra, Scientific Leader di I-am – e l’appartenere a un Gruppo come Altea ci consente di proporci nelle relazioni commerciali non con l’obiettivo di posizionare un particolare prodotto o servizio, ma comprendendo le problematiche delle realtà che si rivolgono a noi, per poi dar vita, insieme alle altre aziende federate alla soluzione che più risponde alle loro esigenze”.
Esigenze che, in concreto, nella stragrande maggioranza dei casi, richiedono uno sfruttamento innovativo dei dati, “che si ritrovano all’interno dell’ecosistema di applicativi che ogni azienda ha costruito nel corso degli anni”.
Questi dati possono essere usati per abilitare approcci predittivi che toccano tutti gli aspetti, che vanno dalla predizione del rischio e gestione ottimale dei cantieri alla gestione e manutenzione degli Asset durante il loro intero ciclo di vita.

Un approccio ingegneristico che apre la strada a nuovi modelli di business

“L’obiettivo è aiutare le imprese a migliorare il loro modello di business o a svilupparne di nuovi per fornire ai loro clienti non solo il prodotto, ma anche un servizio. Portarle a progettare, fornire e costruire non solo l’asset fisico, ma anche il gemello digitale”, come puntualizza Marra in riferimento alla proposta di valore della neo-società.
Di fatto, I-am definisce in primis la mappa applicativa dei sistemi tecnologici esistente nell’Organizzazione Cliente, partendo dai pillar: esiste un sistema di Asset Management? qual è l’ERP di riferimento? quale scelta è stata fatta in termini di data platform?
E tutto questo viene letto secondo un approccio ingegneristico, per definire la base dati da monitorare e interpretare, e infatti come precisa Andreis “L’ingegneria è l’elemento essenziale per orientare ed abilitare i nuovi strumenti digitali nella generazione del valore per il quale sono stati concepiti. Ingegneria vista come disciplina fondamentale per filtrare e definire i parametri tecnici e di monitoraggio di un sistema produttivo od infrastrutturale, selezionare ed organizzare sotto il profilo tecnico – nell’ambito del patrimonio dati di aziende complesse – i dati rilevanti e supportarne la corretta lettura”.
Se è vero che I-am è nata per lavorare con le grandi imprese e i grandi Contractor, nel tempo la Società ha cominciato a declinare una Value Proposition adatta anche a un mercato di aziende di dimensioni inferiori, sulle quali fanno sicuramente leva le best practice già maturate, ma fa anche da stimolo l’esigenza di collaborare nell’ambito delle loro supply chain di riferimento.

Quando l’Asset Management fa rima con sostenibilità

Sicurezza, sostenibilità, business continuity sono pilastri portanti nella strategia di I-am. Spiega ancora Marra “Quando si parla di monitoraggio a 360°, che è ciò che noi facciamo, si tiene in considerazione rischi idrogeologici, ambientali, ma anche tutto ciò che possa compromettere la vita o la salute delle persone. Il monitoraggio degli Asset, e qui arriviamo al tema della sostenibilità, consente di allungarne il ciclo di vita, grazie a una manutenzione predittiva e costante. Quanto alla business continuity, è chiaro che ci sono infrastrutture che devono garantire una continuità dei servizi offerti alla comunità. E il monitoraggio fa sì che questo avvenga”.

Per I-am una federazione di competenze e di attori

Per seguire settori così complessi, I-am parte da forti competenze ingegneristiche, che abbracciano tutti gli ambiti della disciplina, dall’Edile alla Ing. Civile, dalla Meccanica all’Elettronica, fino a toccare le branche dell’elettrotecnica o dell’idraulica.
Alle competenze interne si affianca poi una fitta rete di collaborazioni specialistiche, focalizzate sul dominio specifico dell’azienda con la quale si avvia il progetto.
Tutto questo trova il suo ideale completamento, in ottica multidisciplinare, in tutte le competenze digitali presenti nel Gruppo Altea: competenze digitali sulla piattaforma di asset management, sulle piattaforme di analisi dei dati, sull’ERP, sul cloud, sull’intelligenza artificiale, sull’IoT, sulla sensoristica applicata alle infrastrutture.
Si crea dunque una combinazione di attori, nella quale I-am funge quasi da main contractor: è questa federazione di competenze che consente di dar vita a proposte su misura rispetto alle esigenze del cliente.
Ed è qui che l’attività e la Proposition di I-am si inseriscono alla perfezione in quella “Innovazione Ricombinante” che è il cuore del progetto Follow The Growth, di cui avevamo parlato tempo fa con Andrea Ruscica, presidente di Altea Federation.

Il ruolo della Common Data Platform

A tal proposito, Andreis chiarisce che “Al servizio di questo tipo di progettualità, abbiamo sviluppato quella che abbiamo definito Common Data Platform, un ambiente che centralizza tutte le sorgenti dati presenti all’interno di un’organizzazione, creando una vera e propria Single Source of Truth dei dati, che costituisce la base di tutti i processi decisionali”.
È un approccio che risponde ad esigenze riscontrate in tutte le tipologie di aziende, indipendentemente dal settore o dalla dimensione: aver accesso ai dati e poterli usare per prendere decisioni significa di fatto abilitare logiche predittive e di analisi sugli scenari futuri.
“L’esigenza espressa da tutti i nostri clienti – continua il CEO di I-am – era proprio quella di disporre di una piattaforma che permettesse di integrare i dati disseminati in diversi sistemi e raccolti anche in tempo reale”. Tutto questo al fine di comprendere in modo completo e realistico la condizione effettiva di un Asset, implementare processi decisionali informati, ottimizzare la gestione dei cantieri, ridurre il verificarsi delle non-conformità, anticipare le possibili difettosità, incrementare l’affidabilità e le performance, garantire la business continuity.
L’integrazione tra dati raccolti in tempo reale e dati storici aiuta a misurare il rischio. Nell’avvio di un nuovo cantiere, ad esempio, l’analisi dei dati può aiutare a comprendere quali sono i fenomeni da monitorare o da tenere sotto stretta osservazione per evitare rischi di ritardi sulla consegna o problemi nella fase esecutiva.

Un modello operativo mutuato all’Industria 4.0

I-am è pienamente consapevole del fatto che il passaggio dall’avere dati a fare analisi predittive, o automatizzare il complesso sistema che determina le indicazioni e le scelte tecnico-finanziarie relative ad infrastrutture essenziali per il tessuto socio-economico di un determinato territorio o “semplicemente” di fondamentale importanza a più ristretto livello aziendale, richiede la messa in campo di una varietà di competenze e capabilities estremamente diversificate.
Per questo, la Proposition della Società è basata su un approccio metodologico ben definito e strutturato. “Abbiamo mutuato, assieme ai colleghi di Altea Federation, il modello di maturità per l’Industria 4.0 sviluppato da Acatech, un modello a complessità crescente che parte dalla digitalizzazione e connettività di base, per poi mano mano passare alle fasi successive che portano alla visibilità sui dati e alla costruzione del data lake e via via ad aumentare le proprie capabilities, verso l’analisi delle correlazioni, verso gli approcci predittivi, per arrivare all’ultima fase che è quella dell’automazione dei processi decisionali”, specifica Andreis.

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