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Barracuda: il nuovo rischio della compromissione delle credenziali IoT

I Barracuda Labs hanno usato una telecamera di sicurezza IoT per illustrare il funzionamento di una nuova minaccia: la compromissione delle credenziali IoT che sfrutta le vulnerabilità delle applicazioni web e mobili per danneggiare il dispositivo IoT

Pubblicato il 30 Gen 2019

cybersecurity sicurezza

Ogni dispositivo in grado di connettersi ad una rete (che non sia un pc, un tablet, un telefono o un router), diventando abile nel comunicare dati su se stesso e accedere ad informazioni aggregate, è considerato un dispositivo IoT. Nonostante i progressi in termini di sicurezza di connessione ad Internet (il principale punto dolente degli smart object), permangono nuovi tipi di vulnerabilità.
I Barracuda Labs di Barracuda Networks, hanno recentemente usato una telecamera di sicurezza IoT per mostrare il funzionamento di un nuovo tipo di minaccia: la compromissione delle credenziali IoT che sfrutta le vulnerabilità delle applicazioni web e mobili per danneggiare il dispositivo IoT.

La minaccia e le vulnerabilità

La vulnerabilità delle applicazioni web e mobili usate dai dispositivi IoT può essere sfruttata per acquisire credenziali che a loro volta possono essere usate per visualizzare i feed video, impostare/ricevere/cancellare allarmi, rimuovere i video clip salvati nel cloud e leggere informazioni sull’account. Le credenziali possono essere usate anche per caricare sul dispositivo propri aggiornamenti firmware, modificandone le funzionalità e utilizzandolo per attaccare altri dispositivi sulla stessa rete.

Utilizzando come dispositivo di test una telecamera di sicurezza connessa, i Barracuda Labs hanno identificato varie vulnerabilità nell’ecosistema delle app web e mobili associate alla telecamera:

  • L’app mobile non verifica la validità del certificato del server
  • Cross-site scripting (XSS) nella pagina web
  • File traversal in un server cloud
  • User controls device update link
  • Aggiornamenti del dispositivo non firmati
  • Il dispositivo ignora la validità del certificato del server

Sfruttando queste vulnerabilità, il team di Barracuda è stato in grado di acquisire le credenziali dall’app mobile e web compromettendo la telecamera.

Gli attacchi dipendono dal cloud

Acquisizione delle credenziali dall’app mobile

Intercettando il traffico verso l’app mobile tramite una rete ostile o compromessa, si può acquisire facilmente la password. Funziona così:

  1. L’utente si connette mediante il telefono a una rete ostile/compromessa
  2. L’app della telecamera cerca di connettersi al server del fornitore via https
  3. La rete ostile/compromessa instrada la connessione sul server del malintenzionato, che userà il proprio certificato SSL e agirà da proxy per comunicare col server del fornitore
  4. Il server del malintenzionato a questo punto possiede un hash MD5 “unsalted” della password
  5. Il malintenzionato può anche intercettare le comunicazioni tra il server del fornitore e l’app

Acquisire le credenziali dall’app web

Per condividere l’accesso al dispositivo IoT, il ricevente deve avere un account valido con il fornitore IoT e il mittente deve conoscere lo user name del ricevente, che normalmente è un indirizzo email:

  1. Il malintenzionato incorpora un exploit XSS nel nome di un dispositivo e quindi condivide quel dispositivo con la vittima
  2. Quando la vittima si è collegata al proprio account usando l’app web, l’exploit XSS viene eseguito condividendo il token di accesso (memorizzato come variabile nell’app web) con il malintenzionato
  3. Possedendo il token di accesso, quest’ultimo può accedere all’account della vittima e a tutti i suoi dispositivi registrati.

In sintesi, i Barracuda Labs sono riusciti a compromettere un dispositivo IoT (la telecamera connessa) senza alcuna connessione diretta al dispositivo stesso. Non è necessario fare scansioni con Shodan (motore di ricerca per dispositivi connessi a Internet) alla ricerca di dispositivi vulnerabili: è sufficiente che l’attacco sia rivolto all’infrastruttura del fornitore.
È una minaccia che può colpire anche altri tipi di dispositivi IoT, indipendentemente dalla loro funzione, in quanto approfitta del modo in cui il dispositivo comunica con il cloud. I bug non sono inerenti al prodotto piuttosto ai processi, alle conoscenze e alla consapevolezza degli sviluppatori. Se l’accesso e il controllo degli accessi per i dispositivi IoT dipendono dai servizi cloud, lo stesso vale per le vulnerabilità, rendendo così possibili i tipi di attacco scoperti dai Barracuda Labs.

Come devono comportarsi gli sviluppatori

I fornitori che creano soluzioni IoT devono proteggere tutti gli aspetti delle applicazioni usate per interagire con questi dispositivi. Questi ultimi sono sensori distribuiti nelle case, nelle scuole e negli uffici e sono potenziali punti di ingresso per i malintenzionati. La rete di ogni cliente è un potenziale punto di accesso al server e agli altri clienti.

Sono due i fronti sui quali agire.
Un firewall applicativo, una delle protezioni più importanti da implementare perché serve a proteggere i server dal traffico HTTP al layer 7. Si tratta poi di potenziare le protezioni nei confronti degli attacchi al livello di rete e di phishing.

Altrettanto importante è la sicurezza cloud, in grado di garantire visibilità, protezione e sanificazione delle applicazioni IoT e delle infrastrutture su cui girano. La possibilità di attacchi Lateral Movement è alta ed è importante prendere tutte le precauzioni possibili.

Un’assicurazione per i consumatori

In vista dell’acquisto, i consumatori considerano fattori come comodità e prezzo, ma la sicurezza non deve essere trascurata. Diventa importante seguire tre consigli:

  • Scegliere il produttore: alcune delle aziende che producono dispositivi IoT hanno familiarità con la sicurezza del software. La maggior parte, invece, sono o aziende già esistenti la cui esperienza sta nel costruire i prodotti fisici che verranno connessi, o startup che cercano di portare i dispositivi sul mercato il più in fretta possibile. In entrambi i casi, spesso le misure adeguate di sicurezza della rete e del software sono trascurate.
  • Verificare se esistono vulnerabilità negli altri dispositivi dello stesso fornitore: se un dispositivo ha una vulnerabilità è probabile che altri dispositivi simili dello stesso fornitore abbiano le stesse vulnerabilità. Se un fornitore vanta un passato di dispositivi sicuri, probabilmente continuerà a proporre dispositivi sicuri.
  • Valutare le risposte alle vulnerabilità passate: se un fornitore reagisce prontamente alle segnalazioni da parte degli utenti e risolve rapidamente la situazione con aggiornamenti del firmware, ciò depone a favore del suo atteggiamento nei confronti della sicurezza dei prodotti futuri.

Idealmente, dovremmo avvicinarci a un mondo in cui tutti i prodotti IoT hanno una valutazione della sicurezza. I consumatori, comunque, dovrebbero sempre informarsi prima di investire in dispositivi IoT.

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