SPS si prepara al 2020: nuovi nome e logo, nuovo focus sull’Additive Manufacturing

Presentata l’edizione 2020 di SPS, che in occasione del proprio decimo anniversario cambia logo, acronimo, amplia i propri orizzonti. A Parma, dal 26 al 28 maggio, nel District 4.0 si parlerà anche di Additive Manufacturing

Pubblicato il 05 Dic 2019

sps

SPS Italia, la decima”. È questo il claim con il quale Messe Frankfurt ha presentato a Milano il programma, i contenuti, gli obiettivi dell’edizione 2020 della manifestazione, che si svolgerà come di consueto a Parma dal 26 al 28 maggio prossimi.

Un’edizione destinata a segnare un vero e proprio punto di svolta, non solo nei contenuti.
In effetti, a partire dalla prossima edizione, SPS cambia logo e anche nome.
Finora la manifestazione aveva mantenuto un legame molto stretto con il mondo industriale e dell’automazione: SPS IPC Drives faceva infatti riferimento ai PLC (dal tedesco Speicher Programmierbare Steuerung) ai PC industriali (IPC) e agli azionamenti (per l’appunto i Drives).
Con la decima edizione, SPS sceglie un riferimento più smart.

Come già anticipato pochi giorni fa a Norimberga, d’ora in poi SPS si identifica nell’acronimo “Smart Production Solutions” che, come hanno spiegato Donald Witch, amministratore delegato di Messe Frankfurt, e Francesca Selva, Vice Presidente, meglio rispecchia le tendenze attuali: non solo hardware, ma focus sul software e su tutte le tecnologie IT come cloud, big data, intelligenza artificiale, machine learning e digital twin,  che rappresentano dei veri e propri abilitatori di una trasformazione digitale che sta attraversando in modo sempre più pervasivo tutto il mondo industriale.

La collaborazione tra Messe Frankfurt e Anie

Messe Frankfurt - Francesca Selva

L’edizione del decennale offre comunque a Francesca Selva l’occasione per una riflessione puntuale sulle tappe che hanno caratterizzato le nove edizioni di SPS passate.
Un excursus, quello offerto da Selva, presentato sotto forma di dialogo (per la precisione Dieci Dialoghi tra uomo e tecnologia) che è partito dal 2011, quando si è avviata la sinergia e la collaborazione tra Messe Frankfurt e Anie Automazione.
Il presidente di Anie Fabrizio Scovenna, sul palco insieme a Selva, ha fatto riferimento a un rapporto di collaborazione consolidato, “grazie alla condivisione di interessi e obiettivi strategici comuni. In particolare” e sempre più articolato. In questo caso il riferimento è all’organizzazione dei Forum promossi nel corso dell’anno dalla stessa Anie, con la collaborazione di Messe Frankfurt.
Il secondo anno, il 2012, è quello dedicato ai progetti speciali. E con Pasquale Croce, co-fondatore di EDI Effetti Digitali Italiani, il discorso si è spostato dall’interazione tra il mondo virtuale dei computer ed il mondo fisico, anche grazie alle possibilità offerte dall’Internet of Things, al mondo del cinema e alle tecnologie che lo pervadono.

Con Eugenio Alessandria, Head of Digital Transformation in Ferrero, presente come “rappresentante” della community dei clienti/espositori/visitatori di SPS, Francesca Selva ha proposto una riflessione che coniuga Filosofia e Tecnologia.
Alessandria, che sottolinea l’importanza del porsi domande e non nasconde la complessità di questo mondo in piena trasformazione, parla di una società e di una manifattura nuove, che hanno bisogno di riflessioni e contributi esterni, non solo tecnologici e di contesto, sullo sviluppo e soprattutto sull’impatto delle nuove tecnologie.

SPS, dall’industria alle filiere

Il 2014, racconta ancora Francesca Selva, è l’anno in cui SPS si trasforma in un evento che copre l’intero anno, grazie alla nascita dei Forum, mentre l’anno successivo, il 2015, si comincia a parlare di fil rouge, o forse sarebbe più corretto parlare di filiere.

“Tutti i settori, dal food al packaging, al pharma trovano rappresentazione a SPS”, spiega Selva, chiamando sul palco Teresa Minero, presidente di ISPE Italy (International Society for Pharmaceutical Engineering), nonché fondatore e Ceo di LifeBee.
Le giornate tematiche sono ormai un consolidato di SPS e per il 2020 già è pronto un calendario di eventi

  • Il 30 gennaio a Milano focus sulla Smart Production e sull’Additive Manufacturing, in collaborazione con il MADE, il competence center guidato dal Politecnico di Milano, e con Formnext
  • A febbraio, a Roma, la giornata sarà dedicata al Pharma 4.0 e sviluppata proprio in collaborazione con ISPE
  • A marzo a Modena, presso la Florim Gallery, si parlerà di Macchine intelligenti e dell’evoluzione della robotica
  • Ad aprile, a Bari, si parlerà invece di meccatronica.

Pharma 4.0: il software diventa farmaco

Nel suo intervento Minero sottolinea come i progetti di innovazione spesso siano sostenuti da figure che operano sul campo e non da chi, magari in possesso di titolo accademico, ferma l’innovazione per timore di essere esautorato.
Minero parla anche di un’evoluzione incredibile nel comparto del quale si occupa.
“Stiamo entrando nell’era delle terapie digitali. Oggi possiamo chiamare farmaco anche il software, grazie a una illuminata visione dell’FDA che ne accetta la definizione come principio attivo”.
In determinati casi, ad esempio malattie neurologiche, diabete, dipendenze, disturbi del sonno, il software è principio attivo, prescrivibile e si comincia a riflettere sui percorsi di rimborsabilità.
“È questa la vera rivoluzione: il software puro che aiuta nella fase operativa o decisionale, diventa esso stesso cura”.

SPS: verso l’Industria 4.0

Nel 2016, e siamo al quinto anno di SPS, per la prima volta si apre un padiglione dedicato al mondo 4.0 o, per essere più precisi, al know how 4.0.
È un entusiasta Daniele Agiman, direttore d’orchestra, che raggiunge Francesca Selva sul palco per parlare del rapporto tra le persone e gli strumenti.
Parte, comprensibilmente, dalla propria esperienza diretta: “Il musicista vede trasformare il proprio corpo nel rapporto quotidiano con lo strumento: se guardiamo il collo del violinista, il callo del trombettista o dei chitarristi, ci rendiamo conto che lo strumento modifica le persone”.
“La scrittura – riprende – ha modificato i neuroni: nel rapporto quotidiano, lo strumento si modifica e cambia chi lo usa”.
Ricordano, Agiman e Selva, quando lo scorso anno si sfidarono il maestro Roberto Prosseda e il pianista robotico Teo Teotronico. “Per il momento – concludono – il ruolo dell’uomo ancora non è in discussione. Nonostante la precisione dell’esecuzione da parte dell’automa, la ricchezza interpretativa del pianista umano non trova ancora concorrenti convincenti”.

Gli ecosistemi e i Competence Center

Arriviamo al 2017, l’anno in cui la Rivoluzione 4.0 prende davvero forma.
Sul palco Marco Taisch, in rappresentanza del MADE, e Leopoldo Angrisani dell’Università Federico II, responsabile del Competence Center Meditech.
“Dobbiamo renderci conto che ancora un 35 per cento di medie aziende italiane ha bisogno di essere stimolato sui temi dell’innovazione”, spiega Taisch, che dunque parla della creazione di un ecosistema nel quale Governo, Confindustria, le università si muovono per accompagnare queste realtà dalle logiche 2.0 verso il 3.0 e il 4.0.
“A prescindere da queste definizioni, i Competence Center sono di fatto spazi fisici ai quali sono attribuiti tre obiettivi specifici: orientamento, formazione, trasferimento tecnologico”. “Teaching Factory”, le definisce Taisch, che sottolinea come compito del Competence Center è mettere le proprie risorse e conoscenze a disposizione delle imprese per sviluppare progetti, senza in alcun modo vendere hardware o software.
Dal canto suo Angrisani, la cui responsabilità copre le regioni Campania e Puglia, evidenzia come al di là della caratterizzazione geografica, i Competence Center siano “distinguibili per complementarietà e non sovrapposizione”.
Centrale è il loro ruolo nell’ambito delle filiere. “Ci sono molti comparti che poggiano su filiere di PMI con molte criticità. Il colloquio nelle filiere non è ottimizzato, c’è un evidente disallineamento tecnologico. Per questo abbiamo puntato sull’integrazione verticale e orizzontale, favorendo il colloquio tra capofila e PMI e creando mutue sinergie”.
Anche Taisch pone l’accento sul tema delle sinergie: “Ci incontriamo regolarmente non solo tra Competence Center, ma anche con i funzionari del MISE e con i Digital Innovation Hub di Confindustria. Del resto, creare una rete di sinergie è il modo migliore per scaricare a terra gli sforzi che ciascuno fa”.

2018: nasce il District 4.0

L’edizione 2018 di SPS ha posto l’accento sulla cultura 4.0 e ha visto l’inaugurazione del District 4.0.
Importante, come sottolineato da Selva insieme a Enrico Lironi di Fondazione Cariplo, la collaborazione con le scuole e gli atenei, non solo attraverso open class o incontri specifici durante la manifestazione, ma anche attraverso percorsi specifici di formazione sostenuti da imprese e associazioni.

Lo scorso anno, il 2019, ha visto il focus sui robot e la meccatronica e a sottolineare lo sviluppo che il comparto sta avendo, Francesca Selva ha voluto accanto a sé sul palco Elena De Momi, della Medical Robotics Section del Politecnico di Milano.
Si è tornato a parlare di medicina e di quanti passi avanti stia facendo l’utilizzo dei robot in sala operatoria.
“È un percorso non dissimile da quanto sta accadendo con le auto a guida autonoma – spiega De Moni -. Abbiamo diversi livelli di classificazione, da 0 a 5, nel quale il primo non ha alcun tipo di assistenza automatica e il più elevato, il 5, vede tutte le attività demandate al robot. La vera sfida non è solo aumentare il livello di precisione e di autonomia dei robot, ma anche non far perdere manualità e competenza al chirurgo, che deve poter intervenire se e quando necessario”.
Da non trascurare, poi, l’importanza dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in ambito medico e in modo particolare per la diagnostica.

SPS 2020: l’ora della manifattura additiva

Ed eccoci arrivati al prossimo futuro, al 2020.

Dopo un’edizione, la nona, che si è caratterizzata per 854 espositori, in crescita del 6 per cento rispetto all’anno precedente, e oltre 41.500 visitatori (+18%), per il 2020 SPS si presenta con una novità: una nuova area all’interno di District 4.0.
“Nell’area nella quale trovano spazio le Smart Production Solutions, abbiamo deciso di dedicare uno spazio all’Additive Manufacturing, mutuando quanto già Messe Fankfurt fa in Germania con il brand Formnext”, spiega Selva, ospitando sul palco una nuova visione che unisce tecnologia e medicina: la testimonianza di Monica Carfagni, dell’Università degli Studi di Firenze e responsabile del laboratorio T3Ddy dell’Ospedale Meyer, per la protesica infantile.
“Be smart, be additive” è il claim, a indicare quanto le tecnologie additive non solo sia smart, ma ben si inseriscano in tutto il contesto di Industria 4.0, in industrie quali quelle aerospaziale, automobilistica, medica, odontotecnica, meccanica, oil & gas, edilizia, sanitaria ecc.

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