IBM e Cisco vogliono portare l’Industria 4.0 verso le medie imprese italiane

Cisco e IBM condividono una visione sugli sviluppi di Industria 4.0 per le piccole e medie imprese e la hanno presentata a Watson Summit. Ecco una raccolta di articoli su cosa si è detto

Pubblicato il 19 Mag 2017

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Una giornata di lavori e di sessioni dimostrative dedicati all’Industria 4.0 e all’IoT. Una giornata per fare il punto sulla situazione attuale e per guardare alle prospettive future. Una giornata per delineare un approccio metodologico alla quarta rivoluzione industriale.

È questo lo spirito che ha portato oggi IBM a raccontare cosa sta succedendo nel mondo manifatturiero all’intero dell’articolato palinsesto di Watson Summit in corso in questi giorni a Milano.

A guidare i lavori Stefano Rebattoni, GM Global Technology Services di IBM Italia, che parte proprio dalla trasformazione conosciuta da IBM negli ultimi 30 anni: “La rivoluzione digitale ha cambiato il nostro posizionamento e il nostro ruolo sul mercato, a partire dagli anni Ottanta, in cui l’It

voleva dire sistemi legacy, per passare alla democratizzazione dell’It, con i pc e il client server, e poi via via con l’e-business, lo smart planet, fino alla cognitive era di oggi”.
Nel mondo delle fabbriche è accaduta la stessa cosa: oggi è il momento dei sistemi cyberfisici e il dato riveste una importanza cruciale.
Siamo nella tempesta perfetta”, sostiene Rebattoni. E la tempesta perfetta accade quanto si verificano simultaneamente fenomeni eccezionali che danno vita a qualcosa di straordinario.
C’è una leva digitale, che nasce dalla sempre crescente pervasività del digitale in tutti gli ambiti e gli ambienti, c’è una leva legata al made in Italy, o, per essere più precisi, a un manifatturiero che ancora rappresenta il 16 per cento del nostro PIL e che potrebbe crescere del 20 per cento anno su anno, ed è dunque carico di potenzialità inespresse, e c’è la leva fiscale e finanziaria, attivata dal Piano Calenda.
“Stiamo assistendo all’avvicinamento di due placche tettoniche, l’IT e l’OT, che finalmente si incontrano e si parlano. E dobbiamo cogliere questo momento. Adesso”.

Il ruolo di IBM nell’Industria 4.0

Rebattoni spiega come negli ultimi otto mesi IBM abbia lavorato non solo nella definizione della sua proposta, non solo nella costruzione di un team di specialisti cross-funzionali al proprio interno, ma anche nella definizione del proprio ruolo.

“Vogliamo essere l’orchestratore dell’ecosistema Industria 4.0. Un ecosistema in cui ognuno gioca un proprio ruolo”.

Nella sostanza, l’ecosistema IBM si gioca su tre dimensioni: in primis le associazioni, da Ucimu a Confidustr

ia, da Confindustria Digitale allo stesso Governo, cui spetta il compito di diffondere conoscenza e abilitazione; in secondo luogo le partnership tecnologiche, su segmenti di offerta sui quali la società non è direttamente presente; infine le collaborazioni strategiche, per dar vita a partnership strategiche che consentano di avviare progetti di Industria 4.0.
“Maggiore è la compartecipazione di attori, più grande è il valore” dichiara Rebattoni, che non nasconde tuttavia anche l’importanza del fattore tempo.

IBM e Cisco, una partnership di lunga data

Tra le partnership, di particolare rilevanza per il mondo dell’Industria 4.0 c’è sicuramente quella tra IBM e Cisco.
Non è un caso che le due società lavorino fianco a fianco proprio sui temi di Industria 4.0 anche nel nostro Paese.

Michele Dalmazzoni, Leader Collaboration & Industry 4.0 in Cisco Italia, racconta come la partnership tra IBM e Cisco abbia radici lontane: “Collaboriamo da 17 anni e la nostra partnership si gioca su due asset. Uno è tradizionale: Cisco ha un modello di go to market indiretto e ha bisogno di partner per mettere a terra la sua tecnologia. In questo senso IBM è uno dei nostri principali system integrator a livello globale”.

Nella seconda accezione, la partnership è tecnologica e si gioca su attività di ricerca e sviluppo congiunto.
“Un terzo elemento che vale la pena citare è la forte presenza locale che entrambi abbiamo in Italia e quanto si parla di Industria 4.0 questo è un aspetto importante perché significa poter attivare collaborazioni operative”.

A sua volta Rebattoni sottolinea come le due aziende hanno trovato nell’Industria 4.0 un punto di congiunzione straordinario. “ Se il dato è  la risorsa naturale, chi lavora per raccogliere il dato e distribuirlo come fa Cisco, rendendolo disponibile a chi lavora sugli analitycs e sul cognitive come IBM crea un anello di congiunzione  straordinario”.
Dunque, la presenza dell’una nella communication e nella collaboration si combina con l’information management dell’altra: “Ciascuno di noi mette al servizio dell’altro anche il proprio sistema di partner, coinvolgendo realtà che già operano a livello di fabbrica”.

Lavorare insieme sulle PMI

Il punto su cui insiste Dalmazzoni è l’urgenza di scaricare a terra il potenziale che c’è, che esiste: “Il rischio è quello di essere percepiti come astronavi, che parlano solo con le grandi multinazionali. Il nostro invece è un approccio molto concreto: parliamo alle aziende manifatturiere, alle Pmi, spesso di dimensione familiare, nelle quali però ci sono deleghe forti alle nuove generazioni”.
L’approccio di Cisco si inserisce nel programma Digitaliani e insieme a IBM trova una nuova sponda di concretezza: le due società hanno infatti deciso di dar vita a un evento itinerante, con l’obiettivo di andare a parlare alle Piccole e Medie Imprese italiane di questo “momento perfetto”.

“Possiamo mettere al servizio delle Pmi italiane competenze, conoscenze e skill per rendere pervasivo questo tema”, sostengono Rebattoni e Dalmazzoni all’unisono.

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