Digital transformation

Qual è il ruolo del Cloud e dell’Hybrid IT per sostenere i percorsi di trasformazione digitale

Quali sono i benefici del Cloud e degli approcci di Hybrid IT per sostenere i percorsi di innovazione in azienda in modo più efficace.

Pubblicato il 24 Dic 2018

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Dall’ottimizzazione della produttività sul posto di lavoro alla compliance normativa, dal sostegno delle tecnologie di ultima generazione fino alla miglior protezione contro le minacce alla sicurezza, sono molte le ragioni per cui le aziende stanno rivalutando le strategie di fruizione ed erogazione delle tecnologie in favore di approcci Cloud e Hybrid IT. L’affrontare queste tendenze rappresenta una sfida significativa per i reparti IT, che dunque rischiano di rallentare le loro aziende nei percorsi di adozione di tecnologie innovative, che rappresenterebbero invece un importante valore strategico verso i clienti e verso i dipendenti.

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Le sfide per la direzione IT

Tecnologie legacy

Molte aziende hanno infrastrutture informatiche e sistemi di back-end di tipo tradizionale, con processi radicati che possono costituire dei veri e propri ostacoli operativi per i reparti IT, che si propongono di portare innovazione ai processi aziendali. CCS Insight stima che nelle organizzazioni oggi siano in uso oltre 300 milioni di PC che hanno più di quattro anni di vita. Infrastrutture e ambienti IT obsoleti assorbono gran parte del lavoro dei dipartimenti informatici nelle semplici attività di manutenzione e gestione ordinaria, sottraendo risorse preziose all’innovazione. 

Budget

I budget IT aziendali continuano a essere ridotti, con i team IT costretti ad affrontare la sfida di dover investire contemporaneamente nella modernizzazione dei sistemi informatici e nel sostenere al meglio l’innovazione delle linee di business (LOB). Il tutto mantenendo comunque in funzione infrastrutture tradizionali. I dipartimenti IT, secondo CSS Insight, spendono fino all’85% del loro tempo e delle loro risorse solo per mantenere attivi l’infrastruttura e le applicazioni esistenti, invece di dedicare sforzi a nuovi progetti che guidano la crescita e la trasformazione del business.

Sicurezza

La sicurezza continua a essere una delle principali preoccupazioni per il team IT, specie alla luce di epidemie particolarmente virulente come quelle del ransomware WannaCry. Il passaggio da un’architettura tradizionale di fruizione delle applicazioni basata su domini a una più moderna, centrata sul ruolo del singolo utente, richiede nuovi strumenti, approcci e un cambio di mentalità significativo.

BYOD e smart working

A tutto questo si aggiunge il fatto che la tecnologia continua a rimodellare le abitudini dei dipendenti, avvezzi a lavorare in modo flessibile in termini di orario e luogo di lavoro. È, la loro, una produttività definitivamente svincolata dal desktop, che abbraccia modelli connessi al Cloud e mobile-centrici che prevedono un mix diversificato di App di collaborazione e device all’interno di quelli che vengono comunemente definiti Digital Workplace.

La soluzione: il Cloud e l’Hybrid IT

Una tendenza, che emerge chiaramente da diverse survey, è che le organizzazioni hanno compreso da qualche anno che è possibile fare fronte a queste sfide supportando sistemi operativi, infrastruttura storage, reti e applicazioni in modalità Cloud come parte essenziale di una riprogettazione dell’ambiente di lavoro, in ottica Digital Workplace, ma anche del data center, ormai definitivamente svincolato da logiche puramente on premise.    L’offerta di servizi gestiti (Managed Services) è oggi davvero ampia e permette di rispondere alle necessità più disparate in modo granulare, contando su opzioni che permettono di pagare solo per quello che realmente si utilizza.

I nuovi approcci tecnologici legati all’Internet of Things, alle Big Data Analytics, all’Intelligenza Artificiale (AI) e al Machine Learning aumentano a dismisura le necessità di capacità di calcolo, risorse storage e banda. Impensabile fare “tutto in casa” come una volta. Il data center moderno è, sempre più spesso, un pool di risorse condivise in un Cloud privato che convive con macchine mantenute on premise e con il ricorso a servizi Cloud erogati da provider esterni. Risorse calibrate su misura per le esigenze del momento, così da ridurre al minimo inefficienze e sprechi. Risorse accessibili liberamente in qualunque istante, da qualsiasi piattaforma e in ogni luogo. Risorse in grado di accelerare i processi di innovazione: gli esperti di Principled Technologies, nello studio “IT Service Transformation with Hybrid Cloud: Buy or Build?” stimano che con il ricorso al Cloud ibrido le aziende sono in grado di risparmiare in media 15-20 giorni nel rilascio di un nuovo progetto. I risparmi sono legati, in particolare, alla possibilità di accedere in modalità self service a risorse di calcolo, storage e “semilavorati” applicativi, cosa questa che permette agli sviluppatori software di accorciare i tempi di rilascio delle nuove feature.

I benefici dell’Hybrid IT e del Cloud

L’Hybrid IT (Hybrid Cloud e multi cloud), è un potente motore di innovazione in azienda. Secondo uno studio rilasciato lo scorso settembre da Mordor Intelligence, il mercato globale del Cloud ibrido ammontava a fine 2017 a un valore complessivo di 40,62 miliardi di dollari. Lo stesso analista stima che per il 2023 arriverà a sfiorare i 140 miliardi (138,6), pari a una crescita annua composita (CAGR) del 22,7% nel periodo considerato. Tra i principali driver della crescita, gli esperti di Mordor Intelligence indicano la maggior attenzione dei team IT verso gli approcci Agile e l’accelerazione dei volumi di dati processati in azienda in virtù del ricorso alle tecnologie di ultima generazione come IoT, Big Data Analytics, Intelligenza Artificiale e Machine Learning, Realtà Aumentata e Virtuale.

Un’accelerazione che trova conferma anche nelle evidenze dell’ultimo Osservatorio Cloud Transformation della School of Management Politecnico di Milano. Secondo l’Osservatorio, ben l’82% delle aziende medio-grandi utilizza almeno un servizio Cloud pubblico per i progetti infrastrutturali e nel 23% dei casi in modo esteso anche su processi core per il business. Il Cloud è, quindi, senza tema di smentita, LA piattaforma abilitante per la trasformazione digitale. Le aziende italiane lo hanno capito e hanno reso la nuvola la soluzione d’elezione per il sostegno tecnologico dei nuovi progetti (nel 25% dei casi). Il mercato del Cloud in Italia vale oggi 2,34 miliardi di euro, in crescita del 19% sul consuntivo del 2017 (1,97 miliardi). La componente Public & Hybrid è quella che presenta i tassi di crescita più elevati (+28%) per un valore complessivo di 1,24 miliardi di euro. Il Cloud ibrido piace soprattutto al settore manifatturiero, che pesa per 1/4 del mercato e la cui crescita è indubbiamente frutto della “spinta” legata al Piano Industria 4.0 prima e Impresa 4.0 poi. Ma piace anche alle banche (il 20% del mercato) dove la nuvola ibrida permette di mantenere internamente i dati critici e contemporaneamente accedere a potenza di calcolo illimitata e disponibile istantaneamente. Telco e Media (il 15% del giro d’affari) puntano invece alla gestione dei contenuti in Cloud e all’utilizzo di architetture serverless per la gestione dei carichi infrastrutturali. Servizi (il 10% del mercato) e Utility (9%) fanno affidamento sul Cloud ibrido per cavalcare la rivoluzione Internet of Things.

Competitività, agilità operativa e risparmi sono i principali benefici che le organizzazioni si aspettano dalla trasformazione dell’IT legata al modello del Cloud ibrido. Il dipartimento informatico è in grado di rispondere più velocemente alle esigenze delle linee di business, che vogliono essere supportate nel proprio lavoro da servizi tecnologici di ultima generazione sì, ma intuitivi da usare. Tutto questo, a fronte di budget IT che restano invariati o, addirittura, diminuiscono di anno in anno. Il vantaggio per gli utenti è quello di disporre di un catalogo di servizi facilmente richiamabili e utilizzabili in molti casi in modalità self service, in tempi brevissimi e con livelli di servizio (SLA) ben precisi. Per l’IT, invece, l’Hybrid Cloud permette di semplificare i flussi di lavoro, risparmiando ore/uomo che potranno essere dedicate ad attività a maggior valore. Secondo l’indagine di Principled Technologies, la maggior efficienza ottenuta permette agli amministratori IT di ridurre fino al 56% il tempo speso nella gestione del data center. La possibilità di consolidare i server fisici sulle macchine virtuali non solo fa risparmiare sui costi dello spazio attrezzato (cablato, condizionato e protetto, quindi parecchio costoso) e dei consumi elettrici, ma permette di passare da una logica di spese in conto capitale (CaPex) a una di spese operative (OpEx), con i vantaggi fiscali che ne conseguono. L’Hybrid IT e il Cloud permettono alle aziende ormai proiettate sugli scenari competitivi internazionali di entrare più facilmente in nuove geografie, contenendo i rischi e i costi relativi.

Con il Cloud ibrido, poi, diventa più facile rispettare le conformità con gli obblighi di legge in materia di tutela dei dati e riduzione dell’esposizione ai rischi cyber, evitando di ricorrere in sanzioni più o meno pesanti. La possibilità di garantirsi la continuità operativa (Business Continuity) senza dover investire risorse consistenti nel data center on premise appare come uno dei principali motivi che spingono le organizzazioni a optare per l’Hybrid Cloud. La tracciabilità di tutti i processi e gli accessi a dati e applicazioni – un requisito richiesto da diverse normative di settore –, poi, è un altro punto a favore di questa scelta.

L’offerta Fujitsu Hybrid IT Managed Services

Fujitsu già da tempo sostiene i percorsi innovativi delle aziende con un’offerta di servizi gestiti ampia e versatile. Gli Hybrid IT Managed Services di Fujitsu sono servizi Cloud disponibili “a consumo”, sulla base di un modello Pay Per Use che permette di distinguere (e pagare) per i singoli elementi e risorse utilizzate. Questi servizi gestiti permettono all’organizzazione di garantirsi la massima flessibilità nella gestione dell’IT, supportando i workload in modo estremamente efficace e dinamico. La gestione è intuitiva, grazie alla consolle centralizzata che permette di monitorare l’utilizzo, gestire le configurazioni e l’implementazione di nuove funzionalità, avere accesso ai report relativi all’utilizzo puntuale delle risorse IT da parte delle diverse business unit o applicazioni.

I Fujitsu Hybrid IT Services fondono il meglio del Cloud privato, pubblico e gestito con i servizi IT on premise per migliorare l’agilità del business e offrire la massima flessibilità di scelta, senza compromessi sulla governance dell’IT, la compliance e la sicurezza. I servizi gestiti di Fujitsu permettono, infatti, all’azienda di assicurarsi la compliance alle normative di settore come la Solvency II per le assicurazioni o la PSD2 per le banche, oltre che a quelle di carattere più generale, come il GDPR (General Data Protection Regulation). E permettono di farlo in modo puntuale ed economico.

Con oltre 5mila implementazioni su larga scala nel mondo, Fujitsu vanta un’esperienza davvero ampia nei Managed Services e nell’Hybrid IT e offre best practice e percorsi consolidati “sul campo” – Hybrid IT Transformation, Hybrid IT Service Orchestration, Hybrid IT Managed Services e Managed Private Cloud Services – supportando sia i principali Cloud pubblici che soluzioni on premise.

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