Edge Computing, così si risolve il problema della latenza

Il problema della latenza eccessiva va contro le esigenze aziendali di fruizione delle applicazioni e dei contenuti streaming. Una risposta può arrivare dall’edge computing

Pubblicato il 18 Mag 2018

Edge computing

In tempi in cui la competizione di business si fa sempre più serrata, per le aziende diventa fondamentale poter disporre di connessioni di rete veloci e affidabili per mantenere produttivi i propri dipendenti, in maniera particolare per accedere rapidamente alle applicazioni aziendali. Ma, come tutti quanti hanno avuto di sperimentare almeno una volta nella vita, spesso l’accesso a queste applicazioni non è così veloce come dovrebbe essere. E, al contrario di quello che si possa pensare, la natura del problema non risiede nella mancanza di larghezza di banda, ma nella eccessiva latenza di rete. La latenza è il tempo che intercorre tra il momento in cui un pacchetto dati viene trasmesso e il momento in cui raggiunge la sua destinazione (solo andata) e torna indietro (andata e ritorno).
Come rimediare a questa situazione? In molti casi, una buona soluzione è avvicinare la potenza di calcolo e i contenuti stessi agli utilizzatori finali, un concetto noto come edge computing.

Latenza: un problema connaturato a Internet

Ma da dove ha origine il problema della latenza? In buona sostanza, deriva dal modo in cui Internet stessa è progettata e dai protocolli che lo guidano, in particolare il Border Gateway Protocol (BGP). BGP è pensato per rendere Internet capace di andare oltre le interruzioni, grazie alla possibilità di aggirare eventuali problemi. Ma, purtroppo, questo protocollo non è stato disegnato per tenere conto di quanto tempo impiegherà un determinato pacchetto per raggiungere la sua destinazione. Questo perché a BGP interessa il numero di salti (hops) tra gli indirizzi di origine e di destinazione: la strada con il minor numero di hops vince, a prescindere che sia lunga o congestionata. Di conseguenza, il traffico potrebbe subire ritardi eccessivi o latenza. Il problema è particolarmente acuto per il traffico sensibile al ritardo, come voci e video, perché può causare il blocco delle immagini e la mancanza stessa dell’audio.

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Computer che preservano la cache

L’Edge computing può aiutare ad alleviare questi problemi, in due possibili modi alternativi:
per ridurre la congestione della rete e migliorare lo streaming dei contenuti ad elevato consumo della larghezza di banda oggi e in futuro, i fornitori di servizi stanno provvedendo all’interconnessione di un sistema di computer su Internet che funga da cache di contenuti più prossima all’utente. In tal modo, il contenuto può essere distribuito rapidamente a numerosi utenti duplicandolo su più server e indirizzandolo agli utenti in base alla prossimità. I computer che fungono da cache di contenuti rappresentano un esempio di edge computing. Questo è essenzialmente ciò che fanno i fornitori di CDN (Content Delivery Network).

I Data Center edge

Un’altra opzione è che una multinazionale costruisca una serie di piccoli data center in tutto il mondo, vicino a dove ha grandi concentrazioni di dipendenti. Potrebbe quindi replicare qualsiasi applicazione critica e sensibile al ritardo in quei data center, come le suite di comunicazioni unificate che supportano voce, messaggistica istantanea e video. In questo modo gli utenti si collegano al data center più vicino alla loro posizione e possono così sperimentare prestazioni di gran lunga migliori a causa di una latenza notevolmente ridotta. In buona sostanza i Data Center edge avvicinano il contenuto ad elevato utilizzo di larghezza di banda all’utente finale e le applicazioni sensibili alla latenza ai dati. La potenza di calcolo e le funzionalità di archiviazione vengono inserite direttamente nella periferia della rete in modo da ridurre i tempi di trasporto e incrementare la disponibilità.

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