Il GDPR (General Data Protection Regulation), come sappiamo bene, ha un notevole impatto sui processi aziendali, in termini di sicurezza dei dati. Dunque, perché questo campo dovrebbe avere a che fare con l'Internet delle Cose? Cerchiamo di capirlo assieme.

L'IoT come sappiamo, consiste nella interconnessione delle macchine in rete così da poter massimizzare e migliorare i processi, lo svolgimento dei compiti e il controllo da remoto. In questo modo le macchine parlano tra di loro trasferendo dati, analizzandoli, adattando il proprio comportamento ai risultati emersi. Una reale trasformazione di ogni settore, da quello aziendale a quello amministrativo fino a quello domestico e quotidiano che oggi è letteralmente pervaso dall'Internet delle Cose.

Come si mette, allora, con il GDPR? Con la continua e costante connessione in rete delle macchine, i dati personali vengono messi a disposizione del loro utilizzo per migliorare le performance. Dunque, al di là del d.lgs. n. 196/2003 che andava a tutelare i dati personali, con l'entrata in vigore della direttiva europea in merito al GDPR la situazione si è complicata ancora di più.

Facciamo un esempio concreto, per cui un cliente intenda conoscere quali dati personali un'azienda ha a disposizione: una chiara violazione di quanto stabilito dalla GDPR, che impone, tra le altre cose, anche a un'azienda di riunire ogni informazione che provenga dai diversi comparti aziendali, tra cui anche quello dell'Internet delle Cose. Un settore che invece fino a oggi aveva vissuto in acque torbide e anche poco chiare.

Dunque, le aziende saranno costrette ad adeguarsi agli obblighi previsti dalla direttiva, soprattutto laddove utilizzino o sviluppino sistemi più o meno complessi di IoT, che sicuramente offre enormi vantaggi a ogni organizzazione connettendo tra loro il mondo fisico con quello digitale, ma che dovrà comunque inserirsi a pieno nell'adeguamento normativo previsto dalla direttiva GDPR.