Industria

Xcelerator: la Twin Transition di Siemens nel segno della sostenibilità

Lo sviluppo dell’ecosistema che ruota intorno alla piattaforma Xcelerator è per Siemens un’opportunità per proporre nuovi modelli operativi nei quali transizione digitale e sostenibilità si coniugano. Twin Transition e ESG al centro della strategia

Pubblicato il 05 Mag 2023

siemens industrial operation x

La presentazione ufficiale al mercato italiano di Xcelerator, la piattaforma digitale aperta di Siemens, lanciata “sul mercato globale per accelerare la trasformazione digitale e la creazione di valore per le aziende di tutte le dimensioni nei settori dell’industria, nei trasporti, nelle infrastrutture e negli edifici”, è stata per la società l’occasione per ribadire il proprio impegno sul fronte della sostenibilità, dell’inclusione, della governance, in tutte le loro declinazioni.
Un impegno ribadito in modo molto chiaro da Floriano Masoero, amministratore delegato di Siemens Italia e Head of Smart Infrastructure, e di Giuliano Busetto, Head of Digital Industries che hanno orchestrato il momento di lancio mantenendo forte il focus proprio sull’importanza di questa piattaforma e dell’approccio che propone per perseguire nuovi obiettivi di sostenibilità ed efficienza nel mondo industriale.
La piattaforma stessa include infatti non solo soluzioni hardware e software specifiche per i già citati segmenti di industria, ma anche un marketplace di soluzioni che indirizzano applicazioni e casi d’uso specifici e un ecosistema di partner a supporto di nuove progettualità e di nuovi modelli di creazione di valore, anche e soprattutto in ottica as-a-Service.
Gli annunci di queste settimane rappresentano un importante passo avanti nella strategia di sviluppo della piattaforma Xcelerator, che era stata annunciata circa un anno fa corredata di due soluzioni verticali, Building X e Railigent X, dedicate rispettivamente al mondo Building e al mondo del trasporto ferroviario.

Al centro di questo lancio è infatti il modulo Industrial Operations X, dedicato specificamente al mondo industriale, descritto dallo stesso Busetto come una “soluzione plug & play, flessibile, semplice, aperta”, che porta con sé interessanti integrazioni di realtà aumentata e di metaverso industriale, grazie anche all’importante partnership stretta da Siemens con Nvidia relativa alla piattaforma Omniverse del player americano.
In particolare, la collaborazione tra Siemens e Nvidia si gioca da un lato sulle diverse declinazioni che può assumere il metaverso industriale, dall’altro sull’utilizzo della tecnologia digital twin guidata dall’intelligenza artificiale: l’obiettivo è creare metaversi industriali con i modelli digitali “fisici” di Siemens e l’intelligenza artificiale in tempo reale di Nvidia e dunque abilitare processi decisionali più rapidi ed efficaci.

Siemens: il focus è sulla sostenibilità grazie alla Twin Transition

Ma è sulla sostenibilità che accende oggi i riflettori Siemens.
“Il lancio di Xcelerator – spiega Floriano Masoero – rappresenta una pietra miliare per Siemens in Italia. Nel nostro Paese Siemens è presente da oltre 124: abbiamo iniziato nel 1899 a Perugia con la prima linea di tram. Da sempre abbiamo cercato di portare un vantaggio competitivo per le aziende che collaborano con noi ed è esattamente ciò che continuiamo a fare: abilitare la trasformazione delle imprese in settori nevralgici per il Paese. Siamo in un momento di cambiamenti radicali creano un impatto esplosivo per le nostre aziende e per il nostro sistema Paese. È sempre più complicato per le aziende riuscire a sopravvivere, evolvere, ampliarsi, eppure mai come oggi c’è bisogno di accelerare. Per questo lanciamo Xcelerator, una piattaforma per aiutare le imprese, le infrastrutture e il paese ad accelerare la loro trasformazione e la loro crescita unendo mondo reale e mondo digitale”.
Due mondi che secondo Masoero devono essere sempre più connessi, perché solo così si può accelerare “quella che noi chiamiamo la Twin transition, transizione gemella: la transizione energetica e la transizione digitale. Senza queste due connessioni è impossibile arrivare ad accelerare e rimanere competitivi”.
Sulla twin transition Siemens rivendica gli investimenti fatti negli anni, soprattutto nello sviluppo di soluzioni software, che, con 14 miliardi di investimenti in un decennio, oggi rappresentano quasi il 10% del fatturato aziendale, e ancor di più in data analytics, intelligenza artificiale, tool di simulazione, cyber security.
“Tutto questo ci ha portato allo sviluppo di tecnologie molto innovative, oggi a disposizione dei nostri clienti e delle imprese italiane”.
Non solo.

L’importanza della formazione

Pienamente in linea con tutto ciò che attiene alla sfera ESG (Environment, Social, Governance), Moavero sottolinea come per Siemens uno dei pillar più importanti nella trasformazione in atto sia quello della formazione. “Abbiamo bisogno di formare sempre competenze nelle imprese e nel mondo delle scuole. Abbiamo dato vita a due digital experience center, uno a Milano e uno a Piacenza, dove ospitiamo quotidianamente studenti, imprese e università, collaborando proprio sulla formazione delle competenze digitali. Collaboriamo con il MIMIT, con i competence center nazionali, abbiamo lanciato la nostra Academy e lavoriamo moltissimo anche con le scuole. La transizione digitale non può avvenire senza far crescere le competenze”.

Fermamente convinto del binomio tra digitalizzazione e sostenibilità, Giuliano Busetto riconosce la difficoltà che ancora oggi molte aziende incontrano nell’avviare nuovi progetti. “Molti ci chiedono da dove iniziare, molti scontano anche il fatto di avere all’interno delle proprie imprese una legacy difficile da sostituire”.
Per questo con Xcelerator Siemens ha puntato sul Plug & Play e sulla creazione di una piattaforma flessibile, che consenta di connettere le terze parti all’interno di qualsiasi industria o processo.
“La chiave è avere una piattaforma il più possibile aperta. C’è un’idea di futuro in Xcelerator. Le aziende intraprendono un percorso che chiede del tempo, magari anni. Per questo abbiamo pensato a creare un ecosistema che includa un portfolio digitale di soluzioni hardware e software e aprirlo ai partner e alle società che lavorano con noi, che di fatto diventano moltiplicatori di soluzioni”.

Il ruolo dei partner

Xcelerator è anche e soprattutto un marketplace dove trovare facilmente idee, prodotti, soluzioni incentrate su esigenze specifiche, referenze, use case ed entrare in contatto con partner che possono aiutare nel percorso.
E quando parla di partner, Busetto non pensa solo ai grandi player come SAP o Microsoft, ai grandi system integrator e società di consulenza come ad esempio Deloitte, ma anche realtà più piccole, che operano in ambiti molto specifici.
Al momento ci sono a bordo già una settantina di realtà, quattro delle quali italiane. L’obiettivo è portarne a bordo di nuovi, che possano portare valore sui diversi ambiti nei quali la piattaforma si declina.
Come Synapse, specializzata nell’ambito degli Smart Building, EFP, specializzata nelle soluzioni avanzate di automazione industriale, o Nemo’s Garden, che lavora nell’ambito dell’innovazione nel mondo agricolture.

“I partner sono moltiplicatori di soluzioni. Parliamo di ecosistema perché dalla collaborazione con noi non hanno solo accesso a strumenti di comunicazione e marketing che consentono loro di farsi conoscere anche a livello internazionale, ma possono entrare in contatto con altre community, aumentando anche le loro referenze”.

Twin Transition e Digital Twin

Il focus, in questa twin transition, è tutto sul digital twin: “Ne parliamo da anni – prosegue Busetto – ma oggi ci spingiamo a nuovo livello. Il nostro gemello digitale consente non solo di creare un prodotto, qualsiasi esso sia, di simularlo, di progettarlo, ma anche di definire che cosa serve per costruirlo. Se devo costruire una macchina costituita da 30.000 pezzi, non basta sapere quali e quanti sono i pezzi. Come faccio a costruirla? Quali linee di produzione servono? E qual è l’automazione che inserisco nei processi? Tutto questo noi lo combiniamo in un ecosistema, che abbraccia dunque design, simulazione, produzione. In simulazione il gemello digitale verifica non solo efficienza, consumi, performance. Si simula l’interazione uomo macchina. Si identificano i possibili colli di bottiglia e si cerca di risolverli direttamente nel mondo digitale. Ma ancor di più consentiamo di creare una continuità tra mondo reale e mondo digitale, così che le simulazioni avvengano dinamicamente sui dati reali”.

La twin transition nel mondo del building

Un esempio concreto di cosa significhi questo approccio dinamico al digital twin, Floriano Masoero fa riferimento al mondo del Building. Del resto, come già accennato, Building X è stata la prima verticalizzazione resa disponibile di Xcelerator.
“Se pensiamo che il 40% dell’energia mondiale viene utilizzata dagli edifici, è facile capire che l’impatto della transizione energetica negli edifici e nelle infrastrutture è veramente enorme. Se vogliamo portare avanti una transizione energetica su larga scala, dobbiamo per forza agire sugli edifici. E la digitalizzazione sarà uno dei principali fattori abilitanti di questa trasformazione”.
Con Building X, in concreto, si crea un vero e proprio Digital Twin dell’edificio, sia di nuova edificazione, sia esistente, ancora una volta unendo mondo fisico e mondo digitale con l’obiettivo non solo di rendere il sistema più sostenibile, ma anche per migliorare performance e benessere all’interno degli edifici.
La piattaforma si basa su quattro pilastri: in primis la digitalizzazione, ovvero la capacità di raccogliere e integrare tutti i dati dell’edificio; quindi la connessione in tempo reale, per poter avere tutte le informazioni che dal mondo OT passano all’infrastruttura IT; il terzo pillar è quello dell’ottimizzazione, dunque del miglioramento di funzioni e operation, grazie ad automazione e intelligenza artificiale; il quarto pillar è rappresentato dalla dashboard di reporting, in grado di fornire analitiche puntuali e customizzate in base alle “personas” che ne faranno uso per i propri processi decisionali.
Ma non è tutto.
“Il punto di svolta, tuttavia – spiega ancora Masoero – è non limitarsi a considerare l’edificio come un asset standalone. L’edificio esiste in un mondo sempre più connesso, è parte integrante di una comunità energetica che utilizzerà sempre di più le fonti rinnovabili. Una comunità distribuita attorno al building e a sua volta inserita all’interno di una Smart City. È questo tipo di connessioni, questo tipo di ecosistema che ci permetterà di lavorare per una transizione energetica sempre più intelligente”.

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