Mobilità

Gli orientamenti Ue su mobilità multimodale e sistemi di trasporto intelligenti

Dal progetto Orchestra, che ha l’obiettivo di creare un ecosistema di gestione del traffico che abbraccia diversi mezzi di trasporto, ai finanziamenti che incentivano la smart mobility, passando per la proposta di modifica alla normativa sul quadro generale degli Intelligent Transport Systems nel vecchio continente. Uno sguardo alla mobilità del futuro secondo l’Unione europea

Pubblicato il 23 Giu 2022

Smart mobility

Si chiama Orchestra e ha l’ambizione di progettare un ecosistema di gestione del traffico multimodale che abbraccia diversi mezzi di trasporto: stradali, ferroviari, aerei e navali. Finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020 con un ammontare pari a 5 milioni di euro, che coprono gran parte dell’importo complessivo di 5,2 milioni, vede tra i 16 partner appartenenti a 8 Stati membri Ue la presenza rilevante dell’Italia con 5 realtà che, nel loro insieme, compongono il Living Lab nell’aeroporto di Milano Malpensa: FSTechnology (Gruppo Ferrovie dello Stato), ENAV, Techno Sky, SEA Aeroporti Milano e Deep Blue. Il coordinamento è affidato a ITS Norway, l’associazione nazionale norvegese che promuove l’uso delle nuove tecnologie per il settore dei trasporti. Norvegia e Italia sono i due paesi nei quali saranno effettuati due test di validazione da qui alla primavera del 2024, data presunta di conclusione del progetto. I pilastri su cui verte Orchestra coincidono con le tre caratteristiche che dovrà avere la mobilità del futuro secondo il documento Sustainable and Smart Mobility Strategy pubblicato dalla Commissione europea nel dicembre 2020. Lo mobilità dovrà essere sostenibile, smart e resiliente. Caratteristiche suddivise, a loro volta, in 10 flagship che vanno dall’incremento nell’adozione di vettori di trasporto a emissioni zero all’accelerazione di una mobilità intelligente con l’ausilio di AI e big data.

Le risorse Ue per la mobilità smart del futuro

Il progetto Orchestra è uno dei tanti fra quelli sostenuti dall’Unione europea per offrire ai cittadini del vecchio continente servizi di Mobility as a Service (MaaS) con al centro le esigenze dei passeggeri. Una delle principali linee di finanziamento in questa direzione è costituita dal Connecting Europe Facility (CEF) all’interno del quale sono stati previsti, solo per i trasporti, 23,7 miliardi di euro a fondo perduto. Risorse destinate alla costruzione di nuove infrastrutture di trasporto o al miglioramento di quelle esistenti con l’obiettivo di connettere tutte le regioni europee al network TEN-T. Entro il 2030, la rete Trans-European Transport dovrebbe riuscire a mettere in connessione linee ferroviarie, strade, vie navigabili interne, rotte marittime, porti, aeroporti e terminali ferroviari. A queste vanno aggiunte le risorse del fondo Next Generation EU che, con riferimento all’Italia che le ha allocate nel PNRR, includono 8,58 miliardi destinati allo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile e 24,77 miliardi per l’infrastruttura ferroviaria. La disponibilità di mezzi economici ingenti a favore della smart mobility non basta tuttavia a garantire quella mobilità multimodale connessa e automatizzata a cui un progetto come Orchestra cerca di dare vita. Per questa ragione il Consiglio europeo dei Trasporti ha approvato il 2 giugno una proposta di modifica della Direttiva 2010/40 relativa al quadro generale degli Intelligent Transport Systems (ITS).

La proposta di modifica della Direttiva 2010/40 sugli ITS

L’obiettivo principale della proposta è quello “di rendere il tasso di mortalità di tutti i modi di trasporto nell’Ue prossimo allo zero entro il 2050” grazie alla “diffusione e all’uso di servizi e sistemi di trasporto intelligenti su strada sulla rete transeuropea di trasporto”. Per raggiungere tale obiettivo, un ruolo chiave assumono i Cooperative Intelligent Transport Systems (C-ITS) con cui i veicoli possono interagire sia fra di loro sia con l’infrastruttura stradale. “I servizi C-ITS – si legge nel documento – sono una categoria di servizi ITS basati su un’architettura aperta che consente una relazione ‘da molti a molti’ o ‘da pari a pari’ tra le stazioni C-ITS. Ciò significa che tutte le stazioni C-ITS dovrebbero scambiare messaggi in modo sicuro tra loro e non dovrebbero essere limitate allo scambio di messaggi con stazioni predefinite”. Emerge in sostanza un orientamento generale che da un lato ribadisce il principio della neutralità tecnologica come stabilito nella direttiva 2018/1972, dall’altro punta a garantire l’interoperabilità e l’accessibilità dei dati già disponibili in formato digitale leggibile da parte di un dispositivo automatico. Ciò non toglie che il Consiglio sottolinei l’importanza di dover approntare un “modello di fiducia” basato su meccanismi di certificazione la cui attendibilità derivi dall’autorizzazione rilasciata a livello centrale. Nelle intenzioni del legislatore europeo, dovrebbe essere un modo per ridurre la frammentazione che rischia di vanificare la convergenza di apparati IoT e sensoristica al servizio della mobilità. Non a caso Giorgio Medici, Environment and Airport Safety Director di SEA Aeroporti di Milano, nel commentare le sfide più rilevanti lungo la strada del progetto Orchestra, ha avuto modo di sottolineare che “le principali criticità risiedono nell’armonizzare e integrare dati, sistemi e infrastrutture digitali dei diversi operatori”. Prima ancora di un sistema nazionale di Traffic Management System e di una piattaforma di ticketing digitale unico, occorre in sostanza una condivisione di regole comuni che permetta la comunicazione

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