IoT, AppQuality arruola 30 tester per valutare l’app-cronotermostato

Settantasei i bug segnalati durante i tre giorni di durata della valutazione in partnership con l’IoT Lab del Politecnico di Milano. Tra malfunzionamenti e difetti di utilizzo che compromettono la user experience

Pubblicato il 07 Mar 2018

testing

Man mano che l’IoT prende piede e inizia a suscitare l’interesse dei consumatori, sarà sempre più importante che le App mobile che controllano i dispositivi della smart home siano progettate in modo da offrire affidabilità e semplicità d’utilizzo. Per questo sta acquistando progressivamente un’importanza crescente la fase di testing delle applicazioni, settore in cui è specializzata AppQuality, società che si occupa di organizzare e gestire le “prove” coinvolgendo una platea di tester che ne possano evidenziare pregi e difetti. Tra gli ultimi test c’è quello effettuato sull’ app companion di un cronotermostato “smart” per il controllo e la programmazione della temperatura negli ambienti domestici.

“L’attività di test – spiega AppQuality – ha previsto l’utilizzo combinato di un cronotermostato e dell’applicazione per smartphone/tablet che è stata sviluppata per settarne le impostazioni. Seguendo il modello ‘Test Cases Bug Finding’ associato agli Usability Video sono stati coinvolti 30 Tester di Milano sfruttando la piattaforma Crowd per il recruitment, modalità è possibile grazie al modello CrowdTesting che coinvolge utenti finali nelle fasi di test”.

Crowdtesting grazie alla collaborazione tra AppQuality e Politecnico di Milano

Tutti i 30 tester coinvolti, scelti tra i più di 10 mila registrati in tutta Italia per caratteristiche e profili di età congruenti con la customers base del cliente,  hanno utilizzato un proprio device (20 diversi smartphone e 10 diversi tablet sia Android sia iOs), configurato grazie alla partnership con l’IoT Lab del Politecnico di Milano, replicando tutta l’esperienza che un utente reale si trova a vivere nella fase successiva all’istallazione del cronotermostato nella sua abitazione. Durante l’attività i tester si fermavano quando individuavano un bug  di qualsiasi tipo e lo catalogavano per metterlo a disposizione del team di sviluppo dell’applicazione. La loro attività è stata inoltre analizzata da un esperto di User Experience.

“Durante i tre giorni nei quali si è svolta l’attività, i tester ci hanno segnalato 76 bug – spiega AppQuality – Un numero importante se pensate che potevano arrivare sull’App di produzione. La fetta più grande di queste anomalie è stata classificata nella categoria dei malfunction, ovvero problemi legati ad aspetti funzionali di medio/alto impatto sull’utente, che possono talvolta impedirgli di completare correttamente un task.

Qualità anche per la Smart Home

Poco più del 25% delle segnalazioni ha riguardato invece aspetti di usability, ovvero problemi legati ad una difficoltà di utilizzo dell’app legata alla sua (in alcuni punti) difficoltà di utilizzo. Alcuni aspetti dell’applicazione risultavano infatti complessi e particolarmente tecnici, non adatti all’utenza media di questi strumenti.

“Quando l’utente utilizza un’app per regolare la temperatura del proprio appartamento – conclude AppQuality – piuttosto che per impostare il corretto ciclo della lavatrice, si aspetta di poterlo fare con le stesse modalità e con la stessa facilità/velocità con cui imposta la sveglia o con cui condivide un post. Non si aspetta di dover spendere diverso tempo per capire cosa fare. Questo, anzi, genera in lui frustrazione e quello che era stato pensato come un ulteriore vantaggio per il cliente può trasformarsi invece in un ostacolo che lo porta ad abbandonare l’utilizzo del prodotto. È proprio nella valutazione di questi aspetti che il test mostra tutto il suo valore ed aiuta gli sviluppare a disegnare la corretta esperienza di utilizzo che, allo stesso tempo, sia priva di bug”.

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