Analisi

Ovum fa il punto sull’Enterprise Mobility Management: «Pochi fornitori, molti utenti»

«La funzionalità più critica è la gestione di tutti i dispositivi mobili in azienda, le App e il flusso di dati da un’unica consolle». La società di analisi spiega i criteri della sua “Decision Matrix for Selecting an EMM Solution 2014-15”. «Emergono due categorie di vendor: quelli focalizzati sulla security IT, e quelli più orientati a favorire collaborazione e condivisione all’interno e all’esterno dell’azienda»

Pubblicato il 01 Ott 2014

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Un settore in rapida crescita che, in pochi anni, ha visto aumentare esponenzialmente i suoi clienti, dalle multinazionali ai piccoli negozi: l’Enterprise Mobility Management (EMM) è un’area di mercato relativamente giovane ma già consolidata, con pochi attori che stanno definendo regole e standard. Quasi una scelta obbligata per le aziende che si trovano a dover gestire flussi di dati su diversi dispositivi, molti dei quali di proprietà dei dipendenti. Stando alle ultime ricerche di Ovum, infatti, il 70 per cento dei dipendenti a tempo pieno delle aziende utilizza per lavoro un proprio device, smartphone, laptop, tablet, e questa tendenza bring-your-own-device (BYOD) ha fatto emergere nuove esigenze di sicurezza IT e di gestione.

Nel corso della convention organizzata da AirWatch by VMware a Londra, dal 29 settembre al 2 ottobre, gli analisti di Ovum hanno parlato degli attori principali nell’EMM, cercando di capire caratteristiche e approcci differenti. «Occorre innanzitutto definire cosa in Ovum intendiamo come EMM – spiega Richard Absalom, senior analyst di Ovum, specializzato in Enterprise Mobility e Productivity Software –, ovvero l’adozione di soluzioni che permettono: la gestione dei dispositivi mobili (Mobile Device Management), delle applicazioni (Mobile Application Management), una piattaforma per lo sviluppo di nuove applicazioni (Mobile Application Development Platform), il controllo all’accesso in rete (Network Access Control) e ai sistemi aziendali (Identity and Access Management), il monitoraggio delle spese per le telecomunicazioni (Telecoms Expense Management)».

Spetta alle aziende, poi, scegliere le soluzioni migliori per le proprie esigenze amministrative e commerciali. «Ci sono società che si lasciano prendere dalla paura di perdere dati – continua Absalom – e reagiscono cercando soluzioni EMM che consentano l’immediata messa in sicurezza. C’è, invece, chi considera l’EMM come una nuova opportunità per cambiare il modo di lavorare“. Quello della sicurezza IT è sicuramente un aspetto fondamentale dell’EMM, ma non è l’unico: basti pensare a quanto si potrebbe aumentare la produttività e l’efficienza dei dipendenti se si consentisse loro di lavorare ovunque vogliono, nel rispetto dei ruoli e delle esigenze personali.

“Una delle sfide più grandi – spiega Absalom – è riuscire a gestire tutti i dispositivi mobili presenti in azienda, le applicazioni e il flusso di dati da un’unica consolle centrale. È uno dei criteri principali su cui abbiamo valutato i fornitori di soluzioni EMM nella “Ovum Decision Matrix for Selecting an Enterprise Mobility Management Solution 2014-2015” (la matrice è riportata in fondo all’articolo). Si tratta di una matrice attraverso la quale sono stati valutati circa 70 fornitori di software e servizi EMM, in base a un’analisi complessiva sulla loro esecuzione (maturità, integrazione, innovazione, distribuzione, scalabilità, adattabilità) e sulla tecnologia utilizzata. I fornitori sono, poi, stati divisi in tre principali gruppi – leader, challenger, follower – in base al loro impatto sul mercato. Tra i leader del mercato, insieme con AirWatch by VMware, ci sono Citrix, MobileIron, IBM, SAP, Soti.

“Nell’analisi dei principali fornitori – commenta Richard Edwards, principal analyst di Ovum specializzato in Enterprise ICT – abbiamo notato che possono essere distinti in due categorie: quelli focalizzati sulla security IT e sui servizi che consentono di restringere l’accesso ai dati e la protezione degli stessi; quelli più orientati all’interazione aziendale, a favorire la condivisione di file e documenti all’interno e all’esterno e a gestire il workflow.

Nel primo caso, vengono fornite una serie di soluzioni per proteggere dati e contenuti sui dispositivi mobile, ad esempio quando si viaggia e ci si sposta da un Paese all’altro. Per anni – continua Edwards – abbiamo pensato soltanto a mettere in sicurezza il personal computer, ora è il momento i spostare l’attenzione sul mobile. AirWatch per esempio ha un prodotto di questo tipo, il Secure Content Locker, che permette l’accesso a documenti aziendali, allegati email e vari tipi di contenuti tramite un contenitore sicuro e controllato”.

Per quanto riguarda, invece, la sincronizzazione e condivisione di file aziendali, Ovum ha prodotto un’altra matrice, Selecting an Enterprise File Sync and Share, per inquadrare questo settore “anarchico” nel quale esistono diversi prodotti per esigenze differenti, ma nessuna soluzione che possa soddisfarle tutte. “Ci siamo mossi lungo due direttrici – spiega Edwards – una che analizza le richieste dei dipartimenti IT e l’altra che vede l’esperienza dell’utente finale. I leader, coloro che hanno elevati standard di security ma anche una buona usabilità, sono AirWatch by VMware, Box, IBM, EMC, Egnyte, WatchDox”. Concludendo, comunque, da entrambe le analisi emerge uno scenario con ancora pochi attori, incline a cambiamenti repentini, in corsa per la scalabilità e in attesa di importanti svolte nei prossimi 24-36 mesi, promette Ovum.

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