Cybersecurity, Trend Micro mette in campo lo “scudo” per l’IoT

Al via il nuovo programma per proteggere i dispositivi Internet of Things sfruttando le competenze acquisite con la Zero Day Initiative. Obiettivo: testare e blindare i dispositivi prima che arrivino sul mercato

Pubblicato il 28 Ago 2018

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Testare e rafforzare la sicurezza dei dispositivi IoT prima che arrivino sul mercato e siano esposti agli attacchi dei criminali informatici. E’ l’obiettivo del nuovo programma di Trend Micro nato per sfruttare al massimo le competenze acquisite con la Zero Day Initiative. 

Nello specifico, Trend Micro Zdi è un programma di ricerca sulle vulnerabilità, che aiuta le aziende da ormai 13 anni, con più di 3.500 ricercatori esterni che supportano i team di ricerca interni. Soltanto per fare un esempio, dall’inizio del 2018 Zdi ha già diffuso 600 alert, il 33% in più rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente, in uno scenario in cui le vulnerabilità Scada e quelle legate l’Industrial Internet of Things rappresentano approssimativamente il 30% del totale. 

Se non bastasse questo dato a giustificare l’attenzione verso il mondo dell’IoT e la cybersecurity, a confermarlo intervengono i dati recentemente diffusi da Gartner, secondo cui nel 2021 i dispositivi IoT saranno 25 miliardi su scala globale. A preoccupare è il fatto che i proprio dai dispositivi passano una serie di minacce emergenti, tra cui il furto dei dati aziendali e le intrusioni nelle reti, i ransomware, il sabotaggio di apparecchiature industriali, gli attacchi DDoS e il cripto-mining.

“Grazie al nostro nuovo programma, i produttori di dispositivi possono accedere a ricerche autorevoli e complete sull’IoT, che aiutano a valutare le possibili vulnerabilità prima di immettere i dispositivi sul mercato, sviluppando così un processo di gestione delle vulnerabilità stesse – spiega Eva Chen, chief executive officer di Trend Micro  – Molti vendor IoT faticano ad avere team di security al loro interno, il nostro supporto serve per rendere i prodotti ancora più resilienti”.

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