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L’editoria giapponese sperimenta l’RFId

Un editore giapponese, Shogagukan, ha deciso di utilizzare l’RFId per incoraggiare i propri distributori a limitare gli ordini alle quantità…

Pubblicato il 01 Apr 2009

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Un editore giapponese, Shogagukan, ha deciso di
utilizzare l’RFId per incoraggiare i propri distributori
a limitare gli ordini alle quantità realisticamente vendibili.
Attualmente, infatti, il tasso di resi è pari al 43%, con
relativi costi; spesso inoltre un alto rischio di ritorno
comporta anche il rifiuto di eventuali ordini di stampa
aggiuntivi.

Al momento l’editore ha dotato di tag UHF 50000
copie della nuova edizione del suo Dizionario Medico, su cui
sta sperimentando l’applicazione. Grazie al nuovo sistema
le librerie potranno scegliere tra due modalità di
approvvigionamento dei libri: franco destino o franco
partenza.

Nel primo caso i libri vengono consegnati
dalla casa editrice al rivenditore che li paga solo una
volta venduti e può restituirli senza costi aggiuntivi.

Nel secondo caso invece il negozio acquista i libri
direttamente dall’editore: venendo così a mancare il
costo del trasporto le librerie ottengono un margine maggiore
alla vendita, ma, in caso di reso, devono richiederne il
rimborso. Siccome tale procedura è più articolata il
rivenditore tende a ordinare quantità più vicine a quelle
necessarie. In questo caso però, prima di poter procedere con
il rimborso, i libri riconsegnati devono essere ispezionati per
verificarne l’integrità, rendendo necessario
scannerizzare il barcode di ogni volume o inserirne manualmente
l’ISBN nel sistema di back
end, attività
eccessivamente onerosa.

Ora, grazie al nuovo sistema, le scatole di libri in
uscita ed in ingresso vengono fatte passare in un tunnel RFId,
che ne registra la spedizione o la resa. In questo secondo caso
rimane quindi il solo esame visivo sullo stato di
conservazione, per poi calcolare l’importo del rimborso.
La procedura è stata perciò altamente semplificata, rendendo
possibile l’adozione della seconda tipologia di accordo
come “standard”, incentivandone la scelta e
riducendo di conseguenza il numero di volumi resi. Inoltre,
vista la presenza dei tag, alcuni rivenditori stanno valutando
la convenienza dell’RFId per supportare le loro attività
in negozio.

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