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Quattro snodi cruciali per il mercato dei Mobile Content

Turbolenze regolamentari; rallentamento globale del mercato delle suonerie e, in generale, dei servizi di personalizzazione, a causa dell’elevato numero…

Pubblicato il 01 Apr 2009

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Turbolenze regolamentari; rallentamento globale del
mercato delle suonerie e, in generale, dei servizi di
personalizzazione, a causa dell’elevato numero di
meccanismi alternativi per accedervi; crescente diffusione e
grande interesse dei player per il Mobile broadband; grandi
opportunità riguardanti il Mobile entertainment aperte dal
crescente utilizzo degli smartphone, tra cui la crescita degli
applicativi e la diffusione degli application store. Sono
questi i quattro principali elementi che Andrew Bud (nella
foto), Presidente del Mobile Entertainment Forum (MEF) e
Executive Chairman di mBlox, identifica come fattori
caratterizzanti l’attuale contesto che i Mobile Content
stanno vivendo.

Secondo Bud, indubbiamente uno dei temi su cui oggi molti
dei player e le Telco in particolare stanno concentrando le
loro energie è il Mobile Internet, ovvero la navigazione
Internet dal cellulare. Gli operatori di tutto il mondo devono
però prestare attenzione:
le tariffe flat, che
favoriscono la crescita dei navigatori mobili, rappresentano,
infatti, un’opportunità ma al tempo stesso una minaccia
per loro, visto che ancora non sono chiari i costi che dovranno
sostenere a causa del crescente aumento del traffico Internet
su rete cellulare, soprattutto di quello trainato dalla
fruizione di video.

Un secondo grande snodo riguarda la competizione tra
modelli “advertising based” e Premium. Il modello
pubblicitario rischia di essere una grande “bolla di
sapone”: tutte le valutazioni fatte in tema portano a
dire che non si riusciranno a raggiungere i fatturati generati
dal Premium con l’advertising. Si consideri che il valore
globale dei contenuti Mobile pagati dall’utente è di
poco inferiore all’intero valore mondiale della
pubblicità su Internet.

La pubblicità su telefonino dovrebbe quindi essere
sfruttata come efficace modalità per stimolare gli acquisti
premium e garantire visibilità ai contenuti stessi, ma non
come generatore di fatturato primario. Infine, il mercato sta
vivendo un paradosso introdotto dal lancio di iPhone. I numeri
di penetrazione dell’innovativo terminale farebbero
pensare a un fenomeno insignificante; invece Apple ha cambiato
completamente alcune regole del mercato.

Ha dimostrato, ad esempio, il valore di
un’interfaccia utente ben progettata e che gli
applicativi rappresentano una nuova categoria di contenuti
potenzialmente molto interessante. Ma, soprattutto, ha
esplorato la possibilità che un produttore di terminali
“domini” gli operatori, scegliendo con che
operatori stipulare contratti e implementando un modello che
esclude le Telco dalla catena del valore della vendita di
contenuti. E’ evidente però che il billing rimane un
asset molto importante nelle mani degli operatori, tanto più
in un mercato come quello italiano, dove gli utenti sono restii
agli acquisti online con carta di credito.

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