Studi e ricerche

BYOD, in Italia è un fenomeno marginale

Un’indagine su 160 grandi aziende evidenzia che il 43% non ha un programma d’uso di dispositivi mobili dei dipendenti, e l’86% resta proprietaria dei device. L’80% però ha una strategia di Enterprise Mobility

Pubblicato il 05 Giu 2013

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Negli ultimi tempi si è parlato molto del fenomeno BYOD (Bring Your Own Device), ma nelle aziende italiane questo approccio è ancora marginale, e comunque i CIO italiani lo considerano ancora con estrema prudenza. Questi in sintesi i responsi della ricerca “Enterprise Mobility & BYOD in Italia. What’s next”, condotta da Nextvalue, in collaborazione con CIONET Italia, su un campione di 160 CIO di aziende grandi e medio-grandi in Italia.

Il BYOD si può definire in poche parole come una policy aziendale che permette a dipendenti, partner e altri di usare un dispositivo client o mobile scelto e comprato personalmente – smartphone, tablet, notebook o PC – per svolgere il loro lavoro accedendo a dati e applicazioni dell’azienda. Si tratta di un approccio che molte analisi confermano in grande diffusione nel mondo, soprattutto nei Paesi nordici e anglosassoni.

In Italia invece secondo l’indagine Nextvalue nel 43% delle aziende non è previsto un programma BYOD, e negli altri casi si verificano situazioni miste: nel 51% dei casi il BYOD coinvolge meno di un quarto dei collaboratori, e non è la policy principale adottata dall’azienda. Solo nel 4% dei casi il BYOD rappresenta una scelta preponderante, coinvolgendo più della metà dei dipendenti, e solo nel 2% dei casi è una vera e propria policy obbligatoria.

Insomma, come accennato emerge un atteggiamento prudente dei CIO italiani nei confronti del BYOD: addirittura l’86% delle imprese dichiara di essere proprietaria di device e di farsi carico dei costi di servizio.

Enterprise mobility, benefici più interni che verso i clienti

Allargando il discorso all’Enterprise Mobility più in generale, l’analisi di Nextvalue mostra che ben l’80% delle aziende ha una vera e propria strategia per gestire questo aspetto (o la sta mettendo a punto nei prossimi 12 mesi), contro solo un 20% che ammette di non averne o di non sentirne il bisogno. I dati mostrano però un respiro a breve o a brevissimo termine per tale strategia, con solo il 22% dei rispondenti che indica l’adozione di un orizzonte di due anni e oltre.

Per quanto riguarda i benefici dell’Enterprise Mobility percepiti dai CIO italiani, la ricerca distingue tra uso orientato all’interno, a beneficio dell’organizzazione e della forza lavoro, o all’esterno, a beneficio dei clienti e della catena del valore. La maggior parte dei CIO coinvolti nella survey è orientata all’uso di soluzioni Mobile per ottenere vantaggi di efficienza e efficacia della forza lavoro, e solo il 37% cita la soddisfazione dei clienti. Un dato molto significativo è rappresentato dal 57% dei CIO che indica l’Enteprise Mobility come driver di innovazione per soddisfare nuove esigenze di business.

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