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Reti mobili, ecco quali sono gli ultimi trends | Internet 4 Things

Le macchine diventeranno grandi chiacchierone e ci sarà enorme traffico sulle nuvole, in mobilità, da qui ai prossimi cinque anni. Si possono riassumere…

Pubblicato il 21 Feb 2012

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Le macchine diventeranno grandi chiacchierone e ci sarà enorme
traffico sulle nuvole, in mobilità, da qui ai prossimi cinque
anni.

Si possono riassumere anche così i due principali nuovi
fenomeni previsti dal Cisco Visual Networking Index

(VNI), dedicato alle reti mobili. Il traffico
globale di dati su reti mobili aumenterà di 18 volte nel corso
dei prossimi cinque anni, arrivando alla soglia di 10,8 exabyte
al mese. In questo avrà un ruolo importante il boom del machine
to machine: il numero di strumenti connessi alla rete supererà
quello delle persone, per la prima volta, nel 2016.

Per quell’anno, ci saranno circa 10 miliardi di terminali
in rete, di cui 2 miliardi con connessioni machine to machine
(gps nelle auto, apparecchi medicali, sistemi di tracking nella
logistica e nell’industria manifatturiera…). I
restanti 8 miliardi sono i terminali (smartphone, tablet,
computer portatili) dotati di connessione mobile. L’M2M
farà il 5 per cento del traffico globale mobile del 2016.

L’altro fenomeno emergente sono le nuvole, cioè il
cloud computing, in mobilità
. Nel 2016 il cloud farà
il 71 per cento del traffico mobile totale. Questo dato è
connesso alla crescita di importanza dello streaming (video,
musica) tra i consumatori e all’estensione di alcune
applicazioni cloud aziendali anche ai terminali mobili.

Un altro dei fattori in gioco è il successo dei tablet:
sarà la categoria di terminali mobili che crescerà di più nei
prossimi cinque anni
. Sul boom del traffico inciderà,
ovviamente, anche l’aumento delle velocità internet
mobile, grazie alle reti 4G. La crescita dei terminali mobili
sarà tale che il mercato metterà in atto alcuni rimedi per
evitare la saturazione delle reti. Cisco prevede che gli
operatori utilizzeranno di più l’offloading su rete fissa
(tramite Wi-Fi). Serviranno però anche nuove frequenze a
disposizione degli operatori, per sostenere la crescita.

Proprio nei giorni scorsi l’europarlamento ha approvato il
primo Radio Spectrum Policy, stabilendo che gli stati dovranno
liberare ulteriori 1.200 MHz (1,2 GHz) di frequenze, entro il
2020, nelle bande 2.5-2.69 GHz, 3.4-3.8 GHz, 900/1800 MHz e 800
MHz (la più pregiata).

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