Intervista doppia, Mobyt cresce e sbarca in America

Prospettive e risultati della società di messaging secondo il fondatore Giorgio Nani e John Glennon, il manager chiamato a guidare la nuova filiale statunitense

Pubblicato il 07 Gen 2013


Siamo alla fine
dell’anno, tempo di bilanci. Come sta andando il
mercato dell’SMS bulk e quali sono i risultati
attesi di Mobyt?

Il mercato degli SMS bulk è in costante crescita. Mobyt
continua a ottenere ottimi risultati sia in Italia che in
Francia, dove è presente da oltre 5 anni. Non abbiamo
ancora i dati di dicembre, che per noi è il mese
migliore dell’anno, ma prevediamo di superare nel
2012 i 250 milioni di SMS inviati per conto dei nostri
clienti, per un fatturato complessivo di circa 11 milioni
di euro.

Quali possibilità di espansione
vedete?

Ottime, dato che l’SMS continua a essere uno degli
strumenti di comunicazione “one-to-one” più
efficaci ed economici per le aziende, che lo utilizzano
sia per le promozioni, sia per i servizi integrati che
per la customer care. All’interno del marketing
mix, è tra le opzioni preferibili, dati i budget
aziendali a disposizione in questi anni. Per quello che
riguarda Mobyt, vediamo ampie opportunità di espansione
anche all’estero, concretizzate quest’anno
nell’apertura della sede negli Stati Uniti, e nella
presenza diretta a Parigi che va ad affiancare la storica
sede di Marsiglia.

Quali motivi vi hanno spinto verso
gli Stati Uniti e la Francia?

Abbiamo fatto studi approfonditi sulla regolamentazione e
le barriere in entrata, che hanno evidenziato come gli
Stati Uniti rappresentino un mercato in forte crescita,
su cui abbiamo deciso di puntare, aprendo una nuova
filiale e affidandoci a un manager di grande esperienza.
In Francia, dove abbiamo un’esperienza consolidata,
stiamo lavorando per posizionarci tra i leader di
mercato.

Rispetto ad altri strumenti di comunicazione più
innovativi, le performance degli SMS restano
elevate?

L’SMS garantisce sempre velocità di diffusione e
certezza di lettura da parte del cliente, dato che il
tasso di apertura è del 99%, decisamente superiore
all’e-mail che è da sempre afflitta dallo
spamming. L’SMS è un mezzo diretto e personale,
con altissima redemption, che rispetto ai social network,
non necessita degli ingenti
investimenti aziendali dedicati alla gestione di
identità e interazioni sul web.

Cosa rispondete a chi considera
l’SMS datato?

Nel P2P forse, per le molte soluzioni
di chat via Web. Ma nel B2B l’SMS resta il mezzo
più personale che l’azienda può utilizzare per
comunicare con i propri clienti e continua a registrare
ottimi tassi di crescita.

Può raccontarci una delle vostre
best practice?

Un esempio di utilizzo innovativo degli SMS è quello
della squadra di Basket Olimpia Milano (Emporio Armani
EA7), che, durante le partite in trasferta, aggiorna in
tempo reale, via SMS i propri abbonati su punteggi e
statistiche relative alle partite.

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Siamo alla fine dell’anno, tempo di
bilanci. Come sta andando il mercato dell’SMS bulk
e quali sono i risultati attesi di Mobyt?

Negli ultimi tre mesi abbiamo fatto grandi passi avanti:
abbiamo i primi clienti che usano le nostre piattaforme,
abbiamo chiuso un accordo con una delle aziende della
classifica Fortune 500, abbiamo partecipato
all’Ad:Tech a New York e lanciato la nostra prima
campagna marketing la scorsa settimana. C’è ancora
molta strada da fare per raggiungere il successo dei
nostri colleghi europei, ma sono sicuro che abbiamo tutte
le carte in regola perché il 2013 sia un anno di grandi
successi.

Che opportunità di crescita vede nel mercato
americano?

Il mercato americano degli SMS è strutturato in modo
molto diverso da quello europeo. In Europa la diffusione
degli SMS si è avuta prima e in modo più ampio: le
aziende che hanno deciso di utilizzare l’SMS
Marketing hanno semplicemente applicato logiche aziendali
a uno strumento di comunicazione già diffuso. Negli
Stati Uniti, invece, dato il minor utilizzo dei messaggi,
le imprese hanno dovuto in primo luogo stimolare
l’impiego degli SMS. La grande crescita
dell’uso degli SMS negli USA, quindi, si sta
vedendo adesso, con aumenti del volume di traffico in
ogni trimestre, che arrivano fino al 15% su base annua.
È difficile trovare un’azienda che non possiamo
supportare. È davvero stimolante.

Quali sono le perfomance/redemption degli SMS
rispetto ad altri strumenti di
comunicazione?

Alcuni studi mostrano come gli SMS vengano aperti nel 97%
dei casi, contro il 5-10% delle e-mail. Attualmente i
provider e-mail sono di fatto i nostri mercati verticali
di punta: le compagnie stanno cercando di diversificare i
loro contatti e di aggiungere gli SMS come canale di
comunicazione aggiuntivo, in quanto permette di rimanere
in contatto con le persone anche quando queste cambiano
l’indirizzo e-mail o lo abbandonano. Inoltre, dato
che gli SMS sono vissuti come uno strumento di
comunicazione personale, i consumatori li leggono in
tempi più brevi rispetto ad altri mezzi (ben l’83%
degli SMS viene aperto entro un’ora) e sono
maggiormente stimolati all’azione.

Cosa risponde a chi afferma che gli SMS sono
datati?

Sinceramente, non l’ho mai sentito. Negli Stati
Uniti non è così; alle volte mi sento come se fossi il
primo ad aver mai lanciato l’SMS Marketing e
l’entusiasmo che provo è straordinario. É una
delle cose che preferisco: c’è sempre un nuovo
cliente a cui raccontare le opportunità legate ai
messaggi di testo.

Può raccontarci una delle vostre best
practice?

Ce ne sono state così tante che è difficile sceglierne
una. Dal punto di vista del business la mia preferita è
quella di un’agenzia interinale. Prima di
rivolgersi a noi, ogni volta che dovevano coprire una
posizione cercavano più e più volte telefonicamente
ogni candidato. Ho creato una soluzione grazie alla quale
ogni candidato invia quotidianamente via SMS gli orari in
cui è disponibile (per esempio 14:00 – 23:00) in modo
che il database fornisca le reperibilità non appena
arriva una richiesta di lavoro. Hanno risparmiato
centinaia di ore alla settimana a carico dei dipendenti,
trasformandole in ricerca di nuovi clienti e sviluppo
sugli esistenti per verificare le loro necessità di
personale. In un anno, i loro ricavi sono aumentati del
250%. Da un punto di vista personale, la campagna
presidenziale 2008 “Barack Obama for America”
è stata grandiosa per come ha modificato il modo di fare
le campagne elettorali negli USA, puntando sulla
quantità dei donatori invece di cercare solo quelli con
i portafogli più gonfi.

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