Scenari

Il BYOD non decolla in Europa: “Colpa degli operatori telefonici”

Il ‘Bring Your Own Device’, sostiene Strategy Analytics, fatica a diffondersi anche per l’arretratezza di sistemi di billing degli operatori, che non permettono di ripartire nel modo più appropriato i costi d’uso di smartphone e tablet tra utente e azienda

Pubblicato il 21 Ago 2013

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Il ‘Bring Your Own Device’ (BYOD) è uno dei più importanti trend di sempre per il mercato Mobile Enterprise, ma in Europa non è ancora decollato, a causa soprattutto degli operatori di telefonia mobile. E’ la tesi di un report di Strategy Analytics, secondo cui nelle regioni Nord America e Asia-Pacifico il BYOD riguarda ormai l’80% degli smartphone comprati per utilizzi business, mentre in Europa questa percentuale non arriva al 50%. Una diffusione a rilento che, come confermano altre ricerche, vale anche per l’Italia.

Il BYOD, lo ricordiamo, è una policy aziendale che permette a dipendenti e partner di un’azienda di usare un dispositivo client o mobile scelto e comprato personalmente – smartphone, tablet, notebook o PC – per svolgere il loro lavoro accedendo a dati e applicazioni dell’azienda. Sulla carta il BYOD presenta vantaggi per tutte le parti coinvolte, sottolinea Strategy Analytics, parti che però in Europa ‘remano contro’, chi più chi meno.

Gli operatori telefonici per esempio vedono il BYOD come una minaccia che mina la stabilità delle entrate dei contratti firmati con le aziende, e spesso anche come un problema tecnico, perché hanno sistemi di billing (fatturazione) diversi per consumatori e aziende che interagiscono con difficoltà tra loro.

Quanto alle imprese utenti, temono di perdere il supporto tecnico assicurato dai contratti corporate, nonché, come molte altre indagini hanno evidenziato, anche il controllo sugli accessi e sulla collocazione dei propri dati sensibili. Infine gli utenti finali non vedono di buon occhio le restrizioni d’uso legate alla sicurezza dei dati aziendali e al roaming, che in Europa presenta ancora costi molto alti.

Roaming, una criticità tutta europea

La responsabilità principale di questa situazione però secondo Strategy Analytics è degli operatori: la relativa arretratezza dei loro sistemi di billing appunto provoca gli alti costi e le difficoltà del roaming in Europa, che a sua volta è alla base della lentezza con cui il BYOD si sta diffondendo nel Vecchio continente. Le aziende infatti chiedono sistemi di gestione più agili, che ripartiscano nel modo più equo costi e responsabilità dell’utilizzo degli smartphone tra utente e azienda, all’interno del piano tariffario corporate.

E’ un obiettivo che sposerebbe le esigenze di tutte le parti in causa, ma che è difficile realizzare tecnicamente, date le difficoltà di integrazione dei sistemi e la frammentazione del mercato europeo. Ciononostante, continua il report, la pressione sugli operatori per realizzare tale obiettivo cresce continuamente. Le multinazionali americane e asiatiche che hanno già in atto strategie BYOD in altri continenti vogliono applicarle anche nelle filiali in Europa, e d’altra parte gli operatori stessi hanno una fortissima esigenza di differenziare la propria offerta verso le aziende, in uno scenario in cui la UE standardizza e regolamenta in modo sempre più stretto le tariffe.

Insomma, osserva Kevin Burden, Director of Mobility di Strategy Analytics, gli operatori europei non possono più permettersi di temere il BYOD: “Accettare questo cambiamento aprirà loro nuove opportunità di fatturato, e li aiuterà a distinguere la propria proposta enterprise: il primo operatore che troverà il modello giusto guadagnerà un enorme vantaggio competitivo, in un quadro in cui tutti gli altri staranno ancora cercando il modo di conciliare il supporto al BYOD con la protezione del proprio mercato”.

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