Cina, IoT contro l’emergenza idrica: 100mila sensori su 1.400 km di canali

E’ uno dei progetti più importanti mai realizzati nel campo dell’Internet of things: contribuirà a portare acqua dal Sud del Paese al più arido Nord. I dati saranno utili per pianificare e razionalizzare la manutenzione, oltre che per vegliare sulla sicurezza dell’infrastruttura

Pubblicato il 24 Gen 2018

CanaleIotCina

E’ un’infrastruttura Iot a vegliare sul più costoso progetto ingegneristico al mondo, quello realizzato in Cina per portare acqua dalle province meridionali a quelle settentrionali, comprese le città di Beijing e Tianjin. Un sistema di canali iniziato nel 2002, per il quale sono stati spesi – fino al 2014 – 79 miliardi di dollari, consentendo di deviare verso Nord l’acqua proveniente dalla riserva di Danjiangkou nel cosiddetto “South-to-North Water Diversion Project”

La costruzione del canale centrale, lungo 1.257 km è stata completata nel 2014, e da allora la preoccupazione degli ingegneri è stata quella di assicurare la migliore manutenzione e la migliore protezione dell’infrastruttura, arrivando a programmare anche le analisi in tempo reale sulla qualità dell’acqua. A offrire la soluzione è stato infine l’Internet of Things, grazie a una rete di oltre 100mila sensori che vegliano sui corsi d’acqua e coprono una distanza di 1.400 chilometri, monitorando anche i tratti inaccessibili all’uomo, come quelli interrati o in zone particolarmente impervie.

A rendere particolarmente “prezioso” il monitoraggio Iot c’è anche il fatto che i corsi d’acqua e le dighe si trovano spesso in aree particolarmente sismiche, per le quali c’è bisogno di sapere subito se le infrastrutture hanno subito compromissioni e di che genere per poter programmare gli interventi di ripristino del servizio o minimizzare i danni.

Per assicurare tutte le necessità di monitoraggio del canale sono stati dispiegati in tutto 130 tipi diversi di sensori, da quelli in grado di rilevare tossine nell’acqua a quelli in grado di rilevare intrusioni o danni strutturali, fino alle telecamere. E questa esperienza potrebbe non rimanere fine a se stessa, come sottolinea interpellato da Ieee Spectrum Yang Yang, direttore del laboratorio che ha progettato e installato la rete di sensori, secondo cui ad esempio un sistema simile potrebbe essere impiegato nelle città per monitorare lo “stato di salute” delle infrastrutture o delle costruzioni, come ad esempio i grattacieli.

Ma anche la decisione di utilizzare l’Internet of Things per analizzare I corsi d’acqua non è stata priva di inconvenienti e difficoltà, soprattutto per la trasmissione delle informazioni raccolte in aree particolarmente isolate, sprovviste di connessioni internet. Per ovviare è stato progettato e messo in campo il sistema “Smart Gateway”, che raccoglie I dati del sensori e può trasmetterli al server cloud con ogni genere di connessioni mobili, wireless, Wi-Fi o Zigbee.

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