Scenari

Smart Factory, Sanità, Retail, PA: a MWC 2022 gli scenari del 5G secondo Deloitte

A MWC 2022 Deloitte ha illustrato in un’apposita sessione in che modo la telefonia di quinta generazione potrà rivoluzionare i mercati, focalizzandosi in particolare sulla sanità, la pubblica amministrazione, il retail e il manufacturing

Pubblicato il 04 Mar 2022

Artiness Action for 5G Vodafone

L’ultimo Mobile World Congress (MWC) è stata l’occasione per affrontare in che modo il 5G sta rivoluzionando il business e i mercati rendendo possibile la connessione pervasiva di persone, oggetti e piattaforme. Deloitte, uno dei main sponsor dell’evento di Barcellona, ha dedicato a questo tema una sessione dal titolo Connected Everything: 5G – Introducing business to its future self nella quale si sono avvicendati i suoi esperti. Le previsioni degli analisti, riportate dalla società di consulenza, sostengono che il 5G contribuirà per oltre 2,2 trilioni di dollari all’economia globale dei prossimi 10 anni.

“Recentemente abbiamo intervistato 415 executive – ha detto Ariane Bucaille, Global Technology, Media & Telecommunications Industry Leader – e l’80% ha affermato che il 5G e l’edge computing trasformeranno il loro settore nell’arco di 1-3 anni. Inoltre, gli investimenti capex massivi e la ‘co-opetition’ tra hyperscaler, service provider e player non tradizionali del 5G e dell’edge computing indicano che siamo a un punto di svolta”. Per comprendere quali sono le enormi opportunità aperte dalla telefonia mobile di quinta generazione e quali i settori che potranno beneficiarne maggiormente, Deloitte ha preso le mosse da un suo studio in base al quale Wi-Fi 6 e 5G di solito vengono adottati congiuntamente, a dimostrazione del fatto che il 5G non impatterà su un singolo mercato, ma su diversi mercati correlati.

Come il 5G cambierà (e sta cambiando) la sanità

Craig Wigginton, Global 5G Leader, ha ripercorso nel suo intervento le caratteristiche salienti del 5G sintetizzabili nell’iperconnettività che si traduce nella possibilità di collegare fino a un milione di “cose” in un chilometro quadrato, in una velocità 20 volte superiore rispetto al 4G, in tempi di risposta molto rapidi e in una latenza molto bassa con un ritardo di soli 10 millisecondi, in una migliore capacità di abilitare tecnologie di nuova generazione quali AI, Analytics, AR e VR. Inoltre, a differenza di altri sistemi wireless, il 5G non si rivolge soltanto al mercato consumer, ma imprime cambiamenti sostanziali a svariate industry, a cominciare da quella dei settori Healthcare e Life Science.

Di tali ambiti ha parlato Helena Lisachuk, Global Internet of Things Leader, sottolineando come la digitalizzazione del settore sanitario in Europa, con particolare riguardo agli ospedali, risulti essere 10 anni indietro se paragonato ad esempio alle fabbriche di automobili o a quelle che realizzano prodotti di consumo. “Adesso – ha detto Lisachuk -, con lo sviluppo e l’adozione esponenziale di tecnologie digitali come il 5G, l’edge computing e l’AI c’è l’enorme opportunità di fare la differenza nel settore”. Una differenza che già oggi è ravvisabile in molti casi d’uso, dalla telemetria che consente di caricare enormi quantità di dati agli scanner, dalla mixed reality che facilita l’apprendimento in università fino ai dispositivi indossabili e agli smart device impiantabili. Tutte applicazioni che necessitano di connettività affidabile, alta qualità, velocità e bassa latenza. In una parola, del 5G.

I 3 vantaggi per la pubblica amministrazione

Se dalla sanità si sposta lo sguardo verso la pubblica amministrazione, i medesimi benefici abbracciano vari ambiti convergenti. Brian Greenberg, Global Government & Public Services 5G Leader, ha evidenziato in particolare 3 vantaggi: il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture per i cittadini, l’ottimizzazione delle operation e il potenziamento della sicurezza, il venir meno del digital divide non soltanto fra territori urbani e periferici, ma anche dal punto di vista socio-economico. Risultati che si possono ottenere grazie al monitoraggio delle infrastrutture, alla maggiore interoperabilità e all’automazione che dovrebbero favorire l’orchestrazione delle tante parti che compongono un servizio pubblico.

Un esempio in tal senso è quello dello smart warehouse realizzato da Deloitte per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La società ha progettato una soluzione integrata che sfrutta il 5G per l’automazione di un magazzino che utilizza robot e droni, cioè apparecchiature fortemente dipendenti dalla comunicazione in tempo reale di tipo machine-to-machine. A questo si aggiungono tag di tracciamento digitale per consentire una visibilità completa e accurata delle merci, nonché il ricorso a palmari e all’attivazione vocale della realtà aumentata per migliorare l’esperienza dei lavoratori che passano dall’interno all’esterno delle strutture senza soluzione di continuità.

Le tante sfide del settore retail e come rispondervi

Un altro comparto messo sotto la lente dalla multinazionale è stato quello del retail. Jean-Emmanuel Biondi, Principal, Retail, Wholesale & Distribution Industry, ha illustrato “le sfide senza precedenti innescate da diversi fattori esterni come la crisi del Covid-19 e la fluttuazione del traffico dei clienti attraverso i vari canali, insieme alla carenza di manodopera e di scorte negli stock”. In aggiunta, i retailer che hanno concentrato negli ultimi 20 anni i loro sforzi di investimento sul digitale e sull’e-commerce, hanno trascurato un canale di distribuzione fondamentale come quello dei negozi. Da qui l’esigenza odierna di dover affrontare una forte pressione per ridurre i costi operativi e migliorare i margini, secondo le mutevoli aspettative dei consumatori e dovendo gestire l’incremento di complessità di un mondo omnicanale. “Il 5G, combinato con l’edge computing, porterà innovazione negli store anzitutto trasformando la customer experience che sarà sempre più personalizzata, rilevante e senza attriti” ha pronosticato Biondi. Inoltre, contribuirà a migliorare l’efficienza e la produttività, riducendo anche le differenze inventariali. La strada per ottenere tutto questo passa dall’implementazione di una piattaforma flessibile e da una connettività che, all’interno degli store, supporti l’emergere di tecnologie come IoT, AR, VR, metaverso, e che riduca “l’andirivieni tra edge computing e cloud”. Sempre che, ovviamente, i retailer dimostrino di avere una visione che li spinga ad attivare progressivamente soluzioni di innovazione misurabili anche in termini di ROI.

Di cosa ha bisogno la smart factory del futuro

Non sono da meno le sfide che interessano il manufacturing. Le ha ricordate in chiusura Rob Kasegrande, Global 5G Enterprises Leader. La prima è la variabilità della domanda che spesso è difficile seguire da parte dei produttori, seguita dalla mancanza di visibilità della disponibilità di parti, prodotti o materie prime. Un problema, quest’ultimo, enfatizzato a causa della pandemia ma che è stato sempre presente in questo settore. Senza dimenticare l’efficienza insufficiente delle operation, la presenza di team sempre più mobili a maggior rischio di disallineamento, insight tardivi per via di una connettività lenta nell’acquisizione dei dati.

Sono tantissimi i casi d’uso nel manufacturing, ma quelli più ricorrenti si riferiscono alle aree dell’asset intelligence e del performance management che necessitano di poter collegare strettamente mondo fisico e digitale. È qui che entrano in campo 5G ed edge, perché occorre una piattaforma che unisca la connettività avanzata con la capacità di acquisire i dati, di effettuare dei calcoli, di collegare dispositivi e intelligenza artificiale. Questo non significa che il manifatturiero si presti a soluzioni standardizzate. Perfino sul versante della connettività serve il set giusto per abilitare alcune funzionalità invece di altre. Si può aver bisogno ad esempio di maggiore o minore accuracy per definire la posizione in magazzino o di efficienza elevata per il rilevamento delle anomalie nello shop floor. Con conseguente fabbisogno di latenza più o meno bassa, cos come di velocità e affidabilità adeguate. Di certo, la smart factory del futuro, insieme alla giusta connettività, dovrà munirsi di sensori, telecamere, AI, AR, VR. E dovrà essere caratterizzata da un’integrazione profonda della supply chain con la produzione.

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