Analisi

Cresce il mercato dei Big Data. +25% il manifatturiero



Indirizzo copiato

La ricerca dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano rivela un robusto incremento del mercato italiano dei Big Data, che raggiunge nel 2023 un valore di 2,85 miliardi di euro, con un aumento del 18%. Il settore manifatturiero guida la crescita con un incremento del 25%, mentre le grandi imprese rappresentano l’83%…

Pubblicato il 8 nov 2023



Big Data-Industry 4.0

Sono stati presentati nei giorni scorsi i dati dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano. Dati positivi, che mostrano un comparto in crescita doppia cifra e che raggiunge un valore d 2,85 miliardi di euro, con un incremento del 18 per cento rispetto all’anno precedente. Segno dell’importanza di un serio lavoro sui dati proprio nel momento in cui Intelligenza Artificiale e AI Generativa rappresentano le nuove leve per la competitività.

Dinamismo nel settore manifatturiero

Uno degli aspetti più interessanti che emerge dalla ricerca è il fatto che il mercato manifatturiero sia il comparto con le dinamiche di crescita più elevate, con un +25% rispetto all’anno precedente. Un buon segnale per un settore che, per sua stessa ammissione, non ha mai mostrato particolari difficoltà nella raccolta dei dati, a maggior ragione alla luce di tutte le progettualità legate a Industria 4.0, ma si è spesso arenato sull’utilizzo dei dati raccolti.
Sembrerebbe dunque, alla luce delle evidenze che emergono dalla ricerca, che proprio il manifatturiero stia accelerando nell’adozione di tecnologie di gestione e analisi dei dati.
Va tuttavia sottolineato – ed è questo il rovescio della medaglia – come il Data Strategy Index, l’indice elaborato dall’Osservatorio per misurare il livello di maturità delle imprese, metta proprio il manifatturiero tra i comparti meno maturi e su tematiche quali Business Intelligence e Descriptive Analytics, Data Management & Architecture e Data Science.

Il dominio delle grandi imprese

Ed è comunque da sottolineare anche il fatto che nel mercato dei Big Data, le grandi imprese continuano a dominare, rappresentando l’83% della spesa totale. Queste realtà, grazie alle loro dimensioni e risorse, sono in grado di investire significativamente in infrastrutture, software e servizi per la gestione e analisi dei dati, contribuendo a un aumento complessivo della spesa.
Pesa, in tutto questo, anche la crescente attenzione che tutte le imprese – a maggior ragione le più strutturate – hanno cominciato a dedicare non solo all’AI Generativa, ma anche a tematiche quali il Data Governance Act nel 2023. Un segnale chiaro di un impegno crescente verso l’innovazione e la valorizzazione dei dati.
In particolare, dall’analisi emerge come le grandi realtà più mature stiano sperimentando l’uso della Generative AI per rivoluzionare la gestione e l’analisi dei dati. Questo si traduce in un supporto concreto al lavoro di Data Scientist e Data Engineer, con l’implementazione di AI code assistant e l’integrazione di dati sintetici nei modelli analitici. Parallelamente, si sta cercando di estrarre insight di valore da dati non strutturati, migliorare la gestione della conoscenza aziendale e sfruttare la natural language analytics, quest’ultima con particolare beneficio dall’introduzione dei Large Language Models.

Aumentano le figure professionali specializzate

La ricerca evidenzia un aumento significativo nella presenza di figure professionali dedicate alla valorizzazione dei dati all’interno delle organizzazioni. Il 77% delle grandi aziende italiane ha già inserito in organico la figura del Data Analyst, il 49% un Data Scientist e il 59% un Data Engineer. Questi dati riflettono l’importanza crescente dell’analisi dei dati nel panorama aziendale contemporaneo. Tuttavia, nonostante l’incremento di queste figure professionali, nel 2023 il 77% delle imprese ha avuto difficoltà a trovare le figure richieste, segnale di un gap ancora esistente tra domanda e offerta di competenze specialistiche. Questa sfida nel reclutamento evidenzia l’importanza di investire nella formazione e nello sviluppo di competenze specifiche nel campo dell’analisi dei dati.

Il ritardo delle PMI

Il contraltare, va da sé, è rappresentato dalle piccole e medie imprese.
Nonostante la crescita generale del mercato, le PMI mostrano ancora un ritardo significativo. Quattro aziende su dieci non hanno inserito nel proprio organico alcuna figura dedicata, neanche parzialmente, all’analisi dei dati. Solo il 57% si è dotata di un software di data Visualization & Reporting, per altro dichiarandone un utilizzo per lo più sporadico, con investimenti contenuti.
Di converso, il foglio elettronico rimane estremamente diffuso.
Da qui emerge la assoluta necessità e urgenza di una maggiore formazione e sensibilizzazione sul tema dell’analisi dei dati. E ancor di più, questi dati evidenziano la necessità di garantire un maggiore supporto alle PMI, in termini di formazione e accesso a strumenti adeguati, per permettere anche a queste realtà di sfruttare appieno le potenzialità offerte dall’analisi dei dati.

Articoli correlati

Articolo 1 di 3