Web Summit

Come diventare una Data Driven Company, a partire dall’IoT

“La valorizzazione dell’IoT, ovvero come si trasforma la “supply chain” dei dati ” grazie all’Internet delle cose sarà uno dei temi del prossimo Web Summit previsto per il prossimo 27 giugno insieme ad altri temi chiave come Intelligenza artificiale e storage e data protection

Pubblicato il 10 Giu 2019

webinar

Per capire il valore e le potenzialità dell’IoT oggi è sufficiente osservare la realtà con attenzione ai particolari. Proviamo ad osservare e magari contare il numero di apparati che oggi popolano gli ambienti dove svolgiamo parte delle nostre attività o che ci servono per gli spostamenti o per i nostri acquisti. Ci accorgiamo, se osserviamo con attenzione, che sono tanti e ci possiamo rendere conto, in ragione dei servizi che utilizziamo, che sono ogni anno più numerosi.

Pensiamo a un’azienda di produzione, a un centro commerciale, a una stazione della metropolitana, a una banca. Sono contesti molto diversi, ma possiamo stimare che in ciascuno di questi ambienti, se appunto osserviamo con attenzione, non ci sono mai meno di 4 apparati Internet of Things: un rilevatore di luminosità, un sensore per la temperatura, un dispositivo per l’analisi dell’aria, una videocamera, un apparato per la sicurezza. Accanto a questi, ciascuna realtà, ne aggiunge altri, più specifici: nelle imprese di produzione ci sono apparati che monitorano il movimento di macchine e robot, e ci sono i dispositivi Industrial Internet of Things che monitorano a loro volta il comportamento dei sistemi di automazione e se guardiamo bene, in non poche aziende di produzione, c’è anche l’IoT che sta “nativamente a bordo” dei nuovi prodotti che sono ideati e progettati per mantenere un rapporto e un contatto vivo con il produttore, per raccontare del loro comportamento, per garantire il miglior funzionamento possibile e per disporre di dati e informazioni che permettano ai progettisti di aggiornarli o ripensarli avvicinandosi sempre di più alle reali esigenze dei clienti.

Dall’IoT “verticale” all’IoT integration

Se non siamo in una fabbrica. ma in un luogo pubblico, come può essere una stazione ferroviaria o della metropolitana siamo ancora circondati da apparati IoT, anche se, in questo caso, di diverso tipo e di diversa natura: le videocamere, i sensori per l’analisi dell’aria e per l’antincendio si affiancano, nel momento cui ci avviciniamo ai tornelli per l’ingresso al servizio, ad altri apparati pronti a rilevare i dati del nostro passaggio o a permetterci di pagare, magari anche solo con la carta di credito o con lo smartphone. Un altro “mondo” di sensori ad alto contenuto di Internet of Things per la gestione di quei servizi. Già, in queste condizioni, come appare evidente, siamo in ambienti che per ragioni diverse stanno fornendo costantemente enormi moli di dati e già così le imprese e le organizzazioni possono disporre di una conoscenza un tempo impensabile.

Ma la grande sfida oggi è, nell’ambito della ricchezza delle fonti Internet of Things, legata primariamente alla capacità di mettere in relazioni queste fonti, ovvero questi apparati. In altre parole, la sfida è nel passaggio da un approccio all’IoT di tipo verticale (o Old IoT), ovvero con soluzioni che rispondono, il meglio possibile, a uno specifico bisogno (come può essere la sensoristica specializzata all’analisi dell’aria e dei fumi) verso soluzioni più intelligenti che sono in grado di integrare i dati che arrivano da intelligenze diverse. Pensiamo ad esempio alla possibilità di mettere in relazione i dati rilevati in un luogo pubblico, come può essere un centro commerciale, mettendo in relazione sensori legati all’analisi dell’aria con quelli legati alla temperatura e all’antincendio e ai flussi delle persone per poter gestire al meglio eventuali forme di allarme, o mettere in relazione i dati sui flussi di persone in determinate aree con la possibile di effettuare determinate promozione.

I dati IoT alla base di una nuova capacità decisionale

Per l’IoT e per l’Industrial IoT significa passare dal compito primario del “rilevamento” che comunque rimane centrale alla “erogazione” di intelligenza e di flussi di dati funzionali ad aumentare la capacità decisionale e a renderla sempre più precisa.

Siamo cioè a tutti gli effetti in un contesto Data Driven e possiamo ben dire che il percorso per diventare una Data Driven Company o una Data Drive Organization ha uno dei suoi più importanti punti di partenza proprio nell’Internet of Things. La diffusione di apparati cresce e come conferma l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano siamo in una fase di autentica espansione, nel 2018 il giro collegato ad apparati e soluzioni IoT ha raggiunto un valore di 5 miliardi di euro, ed è cresciuto del 35% rispetto al 2017.

Il “motore” di questa crescita è ancora in una prospettiva di “vertical solutions” con le soluzioni di Smart Metering e Smart Asset Management che hanno letteralmente conquista il mondo delle utility e rappresentano ad oggi il principale bacino di sviluppo dell’Internet of Things. Stiamo parlando di un mercato che vale 1,4 miliardi di euro, che cresce del 45% e che rappresenta da solo qualcosa come il 28% di tutto il mercato. Certamente gode di una crescita che è stata ed è favorita dall’adeguamento degli obblighi normativi che hanno favorito l’installazione nel corso del 2018 di 4 milioni di contatori del gas connessi e che nel caso dell’elettrico vede già l’ingresso nelle case della seconda generazione con qualcosa come 5,2 milioni di esemplari. E qui è doveroso portare l’attenzione alle straordinarie prospettive che si aprono nel momento in cui si investe sull’intelligenza di questi dati e sul nuovo valore che può arrivare per le utility in forma di data monetization, di efficienza, di sicurezza e di studio dei comportamenti dei clienti e di sviluppo di offerte sempre più personalizzate, solo per fare uno dei tanti possibili esempi. IoT dunque come abilitatore di nuove prospettive di sviluppo.

Sicurezza, Efficienza e Confort: l’IoT cambia case e ambienti di lavoro

Senza allontanarci tanto, anzi, rimanendo in ambito domestico un altro mercato straordinario è quello della Smart Home, dove la triade composta da Sicurezza, Risparmio energetico e Comfort ha fatto emergere una domanda di “casa intelligente” che nel 2018 si è tradotta in una crescita del 52%  sfiorando i 400 milioni di euro. E in queste case a far crescere la “voglia di intelligenza” sono gli smart home speaker, che hanno acceso la domanda e che permettono di creare dei veri e propri ecosistemi. Anche in “casa” si esce dalla logica verticale, ovvero della soluzione che si sceglie per la sicurezza, di quella che si sceglie per la gestione energetica o di quella che si adotta per aumentare il confort. I dati di tutti gli apparati IoT assumono un valore molto più importante e rilevante nel momento in cui si mettono in relazione tra loro. Con l’IoT, si potrebbe dire, si entra in una Data Driven home. E come sempre, come in tutti gli esempi che abbiamo visto, il grande tema è quello delle infrastrutture in grado di gestire questi dati e di trasformarli in azioni e in valore. Tra l’altro si stanno moltiplicando gli esempi, grazie alla diffusione di soluzioni di cognitive building, di soluzioni che portano il mondo building verso lo sviluppo di soluzioni di Space as a Service in cui la capacità di mettere in relazione tutti i dati di tutti gli apparati per permette di cambiare alla radice la gestione degli spazi stessi e permette di attuare e sviluppare nuovi modelli di business.

Tornando al mercato l’IoT italiano è molto importante, ma ancora inferiore rispetto a tanti altri paesi europei come la Germania (1,8 miliardi di euro, +39% rispetto al 2017), il Regno Unito (1,7 miliardi di euro, +39%), la Francia (800 milioni di euro, +47%), mentre è sostanzialmente allineata alla Spagna (300 milioni di euro, +59%).

Non si può osservare l’Internet of Things senza valutare le prospettive legate alla connettività. L’IoT esprime il suo potenziale in ragione delle sue capacità di comunicazione e in questo senso si nota che il mercato è spinto sia dalle applicazioni che sfruttano la “tradizionale” connettività cellulare (2,8 miliardi di euro, +27%), così come dalle altre tecnologie di comunicazione (2,2 miliardi, +47%).

Costi più bassi, apparati più precisi, dati più affidabili

La situazione dell’IoT è poi favorita da una duplice concomitanza che sta aiutando le imprese a scommettere su un ripensamento della propria offerta di prodotto arricchita appunto da apparati Internet of Things. La sensoristica sta rendendo le prestazioni e la precisone sempre più accessibili dal punto di vista economico. Il Cloud a sua volta sta consentendo lo sviluppo di progetti e di modelli di business che hanno come presupposto la connessione continua a costante di tutti gli apparati. Ecco che con la possibilità di monitorare in modo sempre più preciso il funzionamento dei prodotti, si è aperto los viluppo di nuove generazioni di prodotto che tengono realmente conto dell’utulizzo reale e vero dei prodotti presso clienti veri. Il mondo dell’industria è nella condizione di realizzare device sempre più efficienti con dati che rendono possibile costruire servizi su misura e ad alto valore aggiunto per i consumatori finali. E con questo passaggio anche le imprese che sono da sempre posizionate sul B2B si trovano nella condizione di portare lo sguardo e le opportunità di sviluppo anche sul B2C, ovvero con una conoscenza più diretta e più chiara del vissuto dei loro prodotti presso gli utenti finali. In generale, anche per le imprese che non sperimentano forme di servitizzazione o nuovi modelli di business possono disporre di un patrimonio di dati, basato sull’IoT che è in grado di cambiare le prospettive di sviluppo delle aziende.

Per capire come l’IoT può aiutare e accelerare il percorso di aziende e organizzazioni che vogliono cogliere i vantaggi di diventare Data Driven Company è stato preparato un webinar che punta a focalizzare l’attenzione sulle scelte tecnologiche che permettono di cogliere le grandi opportunità che offre l’Internet of Things e lo faremo nell’ambito di un vero e proprio web summit che spiega come si diventare una Data Driven Company e che propone tre approfondimenti strategici

  • Webinar 1 – ore 10.30 | Intelligenza artificiale e storage: unione perfetta!
  • Webinar 2 – ore 11.20 | La valorizzazione dell’IoT: come si trasforma la “supply chain” dei dati
  • Webinar 3 – ore 12.10 | Intelligent Data Management: Data protection e Big Data Analytics a confronto con il business

Per avere maggiori informazioni e per iscriversi al Web Summit Pa“Come diventare una Data-Driven Company: infrastrutture, organizzazione e practice di trasformazione digitale per imprese e PA”

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