IoT e Big data: con Cisco, Intesa Sanpaolo e Talent Garden il primo master per la digital transformation

Nasce dalla collaborazione di Intesa Sanpaolo, Cisco e Talent Garden un programma formativo che offre a venti giovani la possibilità di diventare ambasciatori dell’innovazione nel Made in Italy. Il corso partirà a febbraio e garantirà l’accesso a sei realtà produttive in altrettanti distretti dell’eccellenza tricolore

Pubblicato il 03 Dic 2016

Enrico Mercadante, Cisco

digital transformation

Un piano per portare la cultura dell’innovazione digitale – e specialmente dell’IoT – nelle PMI dal basso. Anzi, dai giovani. È questo in estrema sintesi il progetto formativo elaborato da Intesa Sanpaolo Cisco Italia in collaborazione con la TAG Innovation School di Talent Garden: un master dedicato alla digital transformation per il Made in Italy che prenderà il via a febbraio 2017 e che coinvolgerà per 12 settimane d’aula venti giovani di età compresa tra i 25 e i 35 anni. Scopo dell’iniziativa è unire alle sessioni teoriche anche una serie di workshop all’interno di aziende e università selezionate in sei tra i distretti più caratteristici della produzione tricolore per mutuare e condividere le esperienze. Uno dei focus sarà come detto sull’Internet of Things (essendo le tappe del tour Torino per la smart mobility, Padova per l’Industria 4.0, Firenze per il Design&Fashion, Bologna per l’Agrifood, Roma per la Smart citizenship e Napoli per il Travel & Logistic Tech), ma i giovani che avranno vinto le borse di studio in palio affronteranno anche le discipline del Big data analytics e del change management, con elementi di programmazione e approfondimenti sui temi del personal branding. «Non perché debbano diventare necessariamente sviluppatori», ha detto Davide Dattoli, CEO e co-fondatore di Talent Garden, «ma per sviluppare anche le soft skill ormai indispensabili per entrare nel mondo del lavoro. La digital economy, grazie anche alla diffusione di nuovi modelli applicativi basati sull’Internet of Things, presuppone poi un cambiamento di paradigma anche rispetto alle logiche della manifattura, visto che andiamo verso un mondo in cui si passa dal comprare un prodotto all’utilizzarlo all’interno di un’offerta di servizi».

Secondo Enrico Mercadante, responsabile dei progetti in area innovazione del piano Digitaliani di Cisco, anche se le aziende domani perseguiranno la digitalizzazione non potranno fiorire senza talenti che facciano funzionare gli algoritmi. «Per noi è un tema centrale, e anche se siamo consci del fatto che non conosciamo quali saranno le nuove professioni né tanto meno che si possa elaborare una formazione perfetta in questo senso, dobbiamo impegnarci a creare un bagaglio di esperienze sul digitale che permetterà a giovani di diventare degli agenti del futuro, dei veri Global problem solver, in grado di affrontare non solo le questioni di business, ma anche quelle legate alla sostenibilità delle attività produttive», conclude Mercadante sottolineando che si tratta di un’iniziativa che attraverso il territorio «va alle radici dell’economia italiana, facendo leva sulle nostre eccellenze». Per Cisco, impegnata nel piano di sviluppo Digitaliani la sfida è quella di sostenere anche con iniziative legate alla diffusione di una formazione più adeguata la trasformazione digitale delle imprese verso nuovi modelli come quelli dell’Industry 4.0, della Smart Agrifood, della Smart Mobility e delle Smart City.

Vittorio Meloni, Direttore Relazioni Esterne Intesa Sanpaolo, spiega che il progetto in futuro potrà contare sulla capillarità delle 3200 agenzie di cui la banca dispone a livello nazionale. «È fondamentale riuscire a distribuire la cultura del cambiamento uniformemente sul territorio. La PMI è la spina dorsale del Paese, uno degli elementi su cui si fonda la ricchezza dell’Italia ed è per questo che il suo processo di trasformazione non può più subire ritardi. Quello che abbiamo predisposto è un investimento iniziale che può apparire piccolo, ma la verità è che siamo al varo di un nuovo meccanismo virtuoso che prima di tutto testato».

Il master è un format inedito anche per Intesa Sanpaolo Formazione, la partecipata del gruppo che sovrintende al progetto. «La maggior parte dei corsi oggi è orientata a creare profili operativi per gestire flussi e processi, mentre c’è poca enfasi sugli aspetti culturali dell’impresa», conferma Pietro Miraglia, amministratore delegato della società. «Questa iniziativa va in parallelo con quelle già attivate dalla Direzione Marketing e dalla Banca dei territori a cui si aggiunge il percorso dedicato alla digital transformation avviato in partnership con il Sole24ore e quello incentrato sul digital for export realizzato insieme a Confindustria non solo per sondare l’ambito operativo, ma anche per arricchire la cultura del Made in Italy e delle relazioni di business».

Che ne sarà dei 20 talenti alla fine del corso? «Chiederemo a tutte le aziende che hanno partecipato al progetto di inserirli nei propri team», garantisce Davide Dattoli. «Non credo ci saranno grosse difficoltà di inserimento: a differenza delle università, i profili che escono da master del genere raggiungono tassi di occupazione nel breve termine del 98%». Nel frattempo, chi è disposto a mettersi in gioco può ottenere maggiori informazioni e proporre la propria candidatura per una delle venti borse di studio disponibili sul sito www.digital-transformation-master.it.

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