Inaugurato a Monaco il nuovo centro di Watson IoT

Cognitive computing per Internet of Things con una nuova divisione di Ibm dedicata all’innovazione e alla ricerca. A disposizione di clienti e partner una inedita gamma di servizi API per lo sviluppo di applicazioni che metteranno in relazione uomini e macchine in maniera intuitiva e naturale

Pubblicato il 21 Dic 2015

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Inaugurazione della sede Watson IoT a Monaco con David Kenny, CEO, The Weather Company; John Kelly, senior vice president, Solutions Portfolio and Research, IBM; Harriet Green, general manager, IBM IoT & Education; Laurent Martinez, SVP, Head of Services Business Unit, Airbus; Matthias Rebellius, CEO, Siemens Building Technologies

Il cuore – anzi il cervello – del Cloud IBM che metterà al servizio dell’Internet of things tutta la potenza computazionale dell’intelligenza artificiale di Big Blue è a Monaco. La città bavarese ospiterà infatti  la sede centrale globale della nuova unità Watson IoT e il primo super centro di innovazione Watson nel Vecchio continente, un polo a cui faranno capo un migliaio di risorse tra sviluppatori, consulenti, ricercatori e progettisti, oltre a data scientist, ingegneri e programmatori. Tutti focalizzati sulla messa  a punto di soluzioni che fungeranno da testa di ponte fra cognitive computing e IOT.

Per IBM si tratta del maggiore investimento in Europa degli ultimi vent’anni, un’operazione che si inserisce nel piano di apertura di altri otto centri Watson IoT Client Experience in Asia, Europa e Americhe. Le nuove sedi si trovano a Pechino (Cina), Boeblingen (Germania), San Paolo (Brasile), Seoul (Corea), Tokyo (Giappone) e in Massachusetts, North Carolina, e Texas (Stati Uniti).

Watson API

Il nuovo network puntellerà l’offerta di API (Application Programming Interface) e potenza computazionale sulla piattaforma Watson IoT Cloud per accelerare lo sviluppo di soluzioni e servizi cognitivi IoT, aiutando clienti e partner a orientarsi nella massiccia crescita di volumi e varietà di dati di un mondo fisico sempre più interconnesso e digitalizzato. Il target di IBM? Per quanto riguarda i temi dello smart manufacturing, le grandi aziende ad alto tasso di innovazione nei settori automobilistico, elettronico, sanitario, assicurativo e di componenti industriali. Clienti, start-up, centri accademici e tutto l’ecosistema di partner, dai produttori di hardware e dispositivi ai fornitori di soluzioni di settore, avranno quindi accesso diretto alla piattaforma IOT aperta e basata su cloud di IBM per testare, sviluppare e creare la nuova generazione di app, servizi e soluzioni cognitive dedicate all’Internet delle cose.

Natural Language Processing

Nello specifico, sono quattro le famiglie di servizi API che metteranno clienti, partner e sviluppatori in condizione di assimilare e sfruttare anche dati non strutturati grazie a soluzioni auto-apprendenti. Il Natural Language Processing (NLP) innanzitutto consente agli utenti di interagire con sistemi e dispositivi utilizzando, come intuibile dal nome, il linguaggio naturale. Supportando la comprensione delle intenzioni espresse in linguaggio naturale e correlandole con altre sorgenti di dati per contestualizzarle in situazioni specifiche, la macchina sarà in grado di fornire risposte coerenti e suggerimenti per individuare soluzioni ai quesiti posti. Machine Learning automatizza l’elaborazione dei dati e monitora costantemente le nuove interazioni fra utenti e informazioni, per classificarli sulla base delle priorità apprese. Video and Image Analytics consente invece il monitoraggio di dati non strutturati da feed video e immagini istantanee per identificare scene e modelli. Text Analytics, infine, abilita la raccolta di dati testuali non strutturati per rilevare correlazioni e modelli tra questi massicci volumi di dati.

Dati integrati nei dispositivi intelligenti

“L’Internet delle cose sarà presto la maggiore sorgente unica di dati del pianeta, eppure il 90% di questi dati rimane ad oggi inutilizzato”, afferma Harriet Green, General Manager Watson IoT and Education. Attualmente esistono in effetti più di nove miliardi di dispositivi connessi, che generano 2,5 quintilioni di byte di nuovi dati al giorno. La comprensione e l’uso dei dati integrati nei dispositivi intelligenti rappresenta oggi un’importante opportunità di mercato, con un valore stimato di 1,7 trilioni di dollari entro il 2020. “Grazie alla sua profonda capacità di sentire, ragionare e apprendere, Watson apre la via a imprese, governi e privati verso l’uso consapevole in tempo reale di questi dati e il confronto con set di dati storici e ampi bacini di conoscenza, con l’obiettivo di tracciare correlazioni nuove e impreviste generando insight a beneficio del business e della società”.

In ambito IOT, IBM oggi conta più di 4 mila nuovi clienti in tutto il globo (Continental, Cummins, Pratt & Whitney, SilverHook Powerboats, University of South Carolina,  Montpellier, Carnegie Mellon University, U.S. General Services Administration, solo per citarne alcuni tra imprese e pubbliche amministrazioni) in 170 Paesi, 1.400 partner e più di 750 brevetti.

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