Prometeia: gli incentivi del Piano Industria 4.0 fanno crescere la meccanica italiana più di quella tedesca

Pubblicato nei giorni scorsi, il Rapporto Prometeia-Intesa Sanpaolo evidenza come, pur in presenza di un andamento positivo di tutto il comparto manifatturiero italiano, la Meccanica mostri crescite interessanti grazie alla spinta degli incentivi del Piano Nazionale Industria 4.0

Pubblicato il 16 Ago 2017

È stato pubblicato nei giorni scorsi l’aggiornamento dello studio congiunto Prometeia-Intesa Sanpaolo sull’andamento dei diversi settori industriali italiani nei primi mesi dell’anno.
I dati sono sostanzialmente positivi, visto che il manifatturiero riesce a mettere a segno una crescita tendenziale del 4,7 per cento che consente un parziale recupero del terreno perso negli anni scorsi: il fatturato dell’industria manifatturiera italiana si attesta ora infatti sugli stessi livelli del 2011, anche se, sottolinea lo studio, è ancora indietro di 9 punti rispetto al picco del 2008.

I benefici del Piano Industria 4.0 spingono la meccanica oltre i livelli tedeschi e francesi

Dall’analisi Prometeia emerge un buon andamento dell’Industria Meccanica che “torna a collocarsi tra i settori a maggior potenziale del nostro manifatturiero”.
Complessivamente, nei primi cinque mesi dell’anno di parla di una crescita tendenziale del 5,8 per cento, sostenuta soprattutto dalla componente interna che ha beneficiato degli incentivi del Piano Industria 4.0, con una crescita del 9,5 per cento. Positivo è il fatto che alla crescita della domanda interna si sia aggiunta anche quella esterna: positive le vendite sui mercati esteri, in particolare quelli extra-UE come gli Stati Uniti e la Russia, che non solo hanno registrato un +4,2 per cento, ma hanno portato il comparto italiano a performance migliori rispetto a quelli tedesco e francese (che crescono, rispettivamente, del 3,4 e dell’1,9 per cento).

La valutazione positiva non si limita ai primi mesi dell’anno: secondo Prometeia tutti gli indicatori restano in crescita anche per la seconda metà del 2017, sia per quanto riguarda il fronte interno, sia per quanto riguarda la domanda e gli ordinativi provenienti dai mercati esteri, in particolare, più che indirizzati ai beni intermedi o ai beni di consumo, ai cosiddetti beni di investimento.

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