Polimi: da Industrial IoT, analytics, Cloud Manufacturing la spinta più forte nel +30% dell’Industria 4.0

Dalla ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano esce il profilo di un mercato che arriva a 2,4 miliardi di euro e porta benefici all’indotto. L’innovazione digitale deve conquistare le PMI e si pone un tema di formazione, di skill 4.0 e un nuovo rapporto a livello di relazioni tra imprese e parti sociali

Pubblicato il 25 Giu 2018

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Gli effetti del Piano Nazionale Industria 4.0 si fanno sentire e stanno riportando la manifattura e la capacità di produrre del Made in Italy al centro dell’attenzione e del dibattito politico ed economico. Produrre, generare valore grazie al manifatturiero, conquistare nuovi livelli di competitività rappresentano la base dei risultati dell’Industria 4.0 e sono nello stesso tempo un asset anche culturale del manifatturiero italiano. I risultati sono sempre più evidenti e l’occasione per questa analisi è offerta dal convegno di presentazione della ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano dal quale sono arrivati segnali particolarmente positivi, a partire dalla continua crescita del mercato, dallo sviluppo di alcuni fenomeni in particolare, come l’Industrial IoT, l’Industrial Analytics, il Cloud Manufacturing)e dai benefici che l’Industry 4.0 porta anche a tutto l’indotto.

Ma come vedremo la crescita del mercato e l’affermazione del modello Industria 4.0 del nostro Paese porta con sé anche la necessità di un cambio di passo che si concretizza nella necessità di sviluppare e consolidare il fenomeno anche a livello di Piccole e Medie Imprese, di accelerare i processi di formazione per portare nelle aziende risorse con Skill 4.0 e di percorrere nuove strade sul piano delle relazioni tra le parti sociali.

Come detto i numeri parlano chiaro: il mercato Industria 4.0 in Italia è raddoppiato nel giro di 3 anni con un’ampia e diffusa consapevolezza delle imprese che nel 92% delle interviste effettuate dichiara di conoscere il Piano 4.0 e nel 50% dei casi dichiara di aver usufruito di iper e superammortamento.

Dall’Industrial IoT, all’Industrial Analytics per arrivare all’Advanced Human Machine Interface

Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio industria 4.0 precisa che “Nel 2017 il mercato Industria 4.0 è cresciuto del 30% raggiungendo un valore tra i 2,3 e 2,4 miliardi di euro”. Lo sviluppo dell’Industria 4.0 negli parte degli 1,2 miliardi nel 2015, cresce del 25% nel corso del 2016 e arriva a 1,6-1,7 miliardi e arriva al balzo del 30% nel corso del  2017 . Effetti positivi poi per tutto l’indotto che conta su qualcosa come 400 milioni di Euro di investimenti in infrastrutture e soluzioni abilitanti.

L’effetto trascinamento dell’Industria 4.0 è rappresentato, come precisa Miragliotta: “dall’Industrial IoT che cresce del 30% e arriva a generare un valore di mercato di 1,4 miliardi con un peso del 60% su tutto il fenomeno I4.0”. Ma quali azioni di sviluppano un volta che l’Industrial Internet of Things è in azione e genera dati? La risposta è nella crescita dell’Industrial Analytics, che con le soluzioni di Big Data e data Analytics per Industria 4.0 mette a segno una crescita del 20%, e arriva a generare un volume di business di 410 milioni. “L’altro grande fenomeno  – continua Miragliotta – è rappresentato dal Cloud Manufacturing che cresce del 10%, arriva a 200 milioni di euro di investimenti e pesa per un 35% sul totale Industria 4.0. Sul tema IT-OT Miragliotta osserva che i “domini dell’IT e dell’OT, tipicamente separati hanno iniziato un lavoro, anche culturale, di convergenza e di integrazione nella prospettiva dell’Industria 4.0 e dell’integrazione digitale, dando vita a un fenomeno che mostrerà i suoi effetti nel lungo periodo”. Gli altri ambiti che sostengono la crescita I4.0 sono rappresentati dalle soluzioni di Advanced Automation che arrivano a 145 milioni di euro e crescono del 20% e dall’Advanced Human Machine Interface che mettono a segno un fatturato di 30 milioni di euro con un tasso di crescita esplosivo del 50% sull’anno precedente (leggi al riguardo i servizi legati ad esempio alla robotica collaborativa basata sul linguaggio naturale). Per approfondire l’analisi dei dati dell?Osservatorio leggi i servizio di Industry4Business: Osservatorio Industria 4.0: Industrial IoT, Analytics e Cloud Manufacturing spingono il mercato a 2,4 Mld con un +30% e Il dibattito dell’Osservatorio Industria 4.0 sui social media

L’Industria 4.0 ha bisogno di startup

Le startup sono l’altro volto dell’innovazione che accompagna l’Industry 4.0 ed è un fenomeno estremamente vitale. La ricerca dell’Osservatorio mette in evidenza che le 215 startup finanziate a livello internazionale tra il 2013 e il 2018  hanno ricevuto finanziamenti per un valore di 2,5 miliardi di dollari con un tasso di crescita, in termini di nuove imprese del 15-20%. Ma su quali temi si concentra l’attenzione delle startup? Il 24% delle startup si impegna sulle soluzioni di Industrial Analytics, nel 20% dei casi il focus è l’Additive Manufacturing. Ed è proprio il tema additive che ha raccolto gli investimenti più importanti pari a 800 milioni, seguito dall’ambito dell’Industrial IoT che ha raggiunto i 600 milioni. Gli USA sono geograficamente il mercato più importante con quasi la metà della startup oggetto del censimento e con l’80% dei finanziamenti totali. L’Europa conta il 35% del campione mentre l’Italia è presente con 24 startup.

L’Industria 4.0 non è una moda ma un fenomeno strategico per il paese

Non è una moda, l’Industria 4.0 è un fenomeno strategico per la crescita economica e culturale del nostro Paese”. Ha sottolineato Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0 che enfatizza l’importanza della rivoluzione 4.0 per le imprese e in generale per lo sviluppo sociale ed economico del paese. “L’industria 4.0 è un fenomeno che impone una fortissima connessione con imprese, sindacati, parti sociali per fare innovazione a tutti i livelli”. Perego sottolinea l’importanza della conoscenza, della consapevolezza e della formazione.

Per poter valutare al meglio questi valori l’Osservatorio ha condotto un sondaggio che traccia il rapporto tra Industria 4.0 e Skill 4.0. Una indagine che mete in evidenza come una metà delle imprese ha effettuato un assessment delle proprie competenze 4.0 e un altro 25% afferma di volerlo fare a breve. Ma la nota importante è che la sensibilità ai percorsi di formazione non si ferma nello stabilimento, ma anche manager e imprenditori sono coinvolti in questo percorso verso gli skill 4.0. La ricerca è poi anche l’occasione per indicare le 5 competenze fondamentali per attuare una vera trasformazione digitale 4.0 :

  1. Rapporto uomo-macchina
  2. Gestione delle supply chain in chiave digitale
  3. Manutenzione intelligente
  4. Lean Manufacturing 4.0
  5. Cyber security

E il tema del valore sociale e culturale dell’Industria 4.0 arriva anche da Alessandro Spada, vice presidente vicario di Assolombarda che ha ricordato l’importanza strategica di un allargamento del Piano Nazionale Industria 4.0 verso i temi dell’Impresa 4.0 e sottolinea l’importanza di trasformare questo Piano in una misura strutturale. Sempre Spada, a proposito del valore sociale dell’innovazione che arriva con la fabbrica 4.0 ricorda che non bisogna fermarsi alla connettività tra macchine e fabbriche, ma bisogna indirizzare il lavoro per una distribuzione e disseminazione di conoscenza e di cultura 4.0 nelle imprese e nei territori.

Il ruolo del Piano Nazionale Industria 4.0 del MISE

Per Marco Taisch, responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0 il Piano Industria 4.0 del MISE con il passaggio all’Impresa 4.0 sta riportando la manifattura al centro e anche per questo dobbiamo considerare l’Industria 4.0 un vero patrimonio per il paese.  Ma Taisch ha anche sottolineato il ruolo delle parti sociali nella crescita complessiva del fenomeno Industry 4.0. Per sostenere questo percorso di innovazione è necessario il coinvolgimento di tutti gli attori per affrontare il primo grande tema. vale a dire quello degli Skill 4.0, in un lavoro che permetta di portare nelle aziende nuove figure in grado di interpretare il ruolo dell’Operatore 4.0. In questo senso Taisch sottolinea da una parte l’importanza per i rappresentanti delle parti sociali di svolgere a loro volta un ruolo nuovo. E da questa sollecitazione nasce l’invito a un rappresentante del sindacato come Marco Bentivogli, segretario generale della FIM Cisl da sempre attento alle tematiche dell’innovazione e del digitale in particolare (segnaliamo in particolare, anche per la specificità e l’impegno la partecipazione al dibattito sulla blockchain)

Bentivogli FIM Cisl: con l’Industria 4.0 serve innovazione anche nelle relazioni sindacali

L’Industria 4.0 cambia le imprese, i prodotti, i modelli di business e cambia – prima di tutto – il mondo del lavoro. Si riducono le mansioni ripetitive e crescono le mansioni con funzioni cognitive. Si sposta l’attenzione delle persone sul valore, sull’intelligenza per i prodotti e per i processi, su nuove forme di collaborazione tra le persone e tra le persone e le macchine. Bentivogli ci tiene a mettere in discussione e opporsi alla “tendenza tecnofoba” del nostro Paese: “Non è vero – afferma –  che l’innovazione riduce i posti di lavoro. E’ l’assenza di tecnologia che ha distrutto tanta occupazione”.

“La soluzione – denuncia  –  non è tassare i Robot per difendere il lavoro dell’uomo, ma trovare nuove forme di collaborazione e di equilibrio tra uomo e macchina. La grande sfida per le imprese e per le parti sociali è quella di inventare assieme il Nuovo Lavoro e trovare nuove forme di Governance”. Bentivogli ricorda che i paesi a più alto tasso di high tech sono anche i paesi a più alto tasso di occupazione. La paura dell’innovazione è poi anche anacronistica e a questo proposito Bentivogli presenta l’immagine di una vecchia Ritmo Fiat, un’auto che, “Nel 1978 era già prodotta interamente da robot.  In questa nuova rivoluzione l’Industria 4.0 è molto manifatturiera – prosegue –  e la manifattura torna al centro solo se ci saranno ecosistemi virtuosi di digitalizzazione da una parte ed di formazione delle persone dall’altra”.

Ma occorre fare attenzione anche ai rischi di questa innovazione: “Il pericolo che vedo sull’Impresa 4.0 – osserva – è che c’è un “pezzo” di mondo che oggi corre e un “pezzo” di mondo che invece corre il rischio di rimanere ai margini”. Perché? perché non ha i mezzi per partecipare a questa “corsa“. E il mezzo più importante e più rilevante è quello delle competenze, della formazione, degli skill. Non a caso Bentivogli pone il tema della competenze al primo posto nei tre punti fondamentali che stanno alla base delle attività ad esempio che prevedono il rientro in Italia di produzioni delocalizzate:

  • Competenze
  • Nuove regole del lavoro
  • Disponibilità di tecnologie abilitanti

Leggi i servizi completi dedicati: Bentivogli, FIM Cisl: per le fabbriche intelligenti dell’industria 4.0 occorre far crescere un sindacato 4.0 e il racconto delle opinioni che ha ccompagnato l’intervento sui social media: Bentivogli: Non è vero che l’innovazione riduce i posti di lavoro. E’ la mancanza di innovazione che fa perdere competitività

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