Premio EY imprenditore dell’anno: ecco chi guida la quarta rivoluzione industriale in Italia

Il tradizionale riconoscimento è stato vinto quest’anno da Remo Ruffini, AD Moncler. Tra i premiati eccellenze del Food, del Fashion e dell’Automotive che hanno fatto di Innovazione e Smart Manufacturing i loro punti di forza

Pubblicato il 17 Nov 2017

Foto-Premiati

Il Made in Italy innovativo e di qualità conquista la medaglia d’oro di EY, ma vengono premiate anche le eccellenze italiane nello Smart Manufacturing, nella Digital Transformation, nella globalizzazione: settori che testimoniano la capacità dell’Italia di guidare la quarta rivoluzione industriale.  Sono stati assegnati  i riconoscimenti per la XXI edizione del Premio EY per celebrare l’imprenditoria italiana. Vincitore assoluto è Remo Ruffini, Presidente e Amministratore Delegato di Moncler. È stato scelto «per aver rilanciato il marchio a livello internazionale e aver creato, in meno di 10 anni, uno dei più importanti gruppi italiani della moda, attraverso una continua ricerca dell’eccellenza ed un vincente e raffinato uso della comunicazione, contribuendo ad esportare il prestigio del made in Italy nel mondo».

Ecco tutti gli altri vincitori suddivisi in sette categorie:

► Nicola Giorgio Pino (Gruppo Proma) – Categoria Industrial Products

► Daniele Ferrero (Venchi) – Categoria Food & Beverage

► Giovanna Furlanetto (Furla) – Categoria Fashion & Design

► Romano Minozzi e Federica Minozzi (Iris Ceramica Group) – Categoria Innovazione

► Franco Stefani (Gruppo System) – Categoria Digital Transformation

► Marco Nocivelli (Epta) – Categoria Family Business

► Adolfo Guzzini (iGuzzini) – Categoria Globalization

► Michele Zanella (O bag) – Premio Speciale Giuria

► Paolo Barberis, Jacopo Marello, Saverio Mucci, Filippo Satolli, Alessandro Sordi (Instal) – Premio Start up

Un tessuto imprenditoriale capace di rinnovarsi

Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia e Managing Partner dell’area Mediterranea, ha dichiarato: «La storia ultraventennale del Premio dimostra come nel nostro Paese esista un tessuto imprenditoriale sano, capace di rinnovarsi, di superare anche i periodi più critici cogliendo i cambiamenti come opportunità, puntando su innovazione, ricerca e internazionalizzazione. I nostri dati mostrano che la fiducia del middle market italiano – tipiche del nostro tessuto imprenditoriale – è solida, con oltre la metà delle aziende (il 52%) che punta a una crescita tra il 6% e il 10% nel prossimo anno, un incremento significativamente maggiore rispetto alle previsioni globali della Banca Mondiale, pari al 2,7%».

Luca Pellizzoni, Partner EY e responsabile italiano del Premio, ha dichiarato: «Le storie imprenditoriali che premiamo oggi rappresentano il successo del made in Italy in vari settori produttivi, tra i quali il food, il fashion e l’automotive. Settori che testimoniano la capacità dell’Italia di guidare la quarta rivoluzione industriale. Le imprese premiate mostrano capacità di internazionalizzazione, sia in termini di penetrazione di nuovi mercati che di attività produttiva. Inoltre, dimostrano di avere vocazione all’innovazione attraverso importanti investimenti in ricerca e sviluppo, con l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia e con un’attenzione all’ecosostenibilità dei processi produttivi, e di saper riunire team di qualità, con le giuste competenze, elemento fondamentale per il successo dell’impresa».

Moncler: marchio innovativo e globale

«Quando ho acquisito Moncler ritenevo che avesse una storia e un heritage unici. Ero assolutamente convinto che potesse diventare un brand speciale e, con grande coerenza, insieme al mio team abbiamo sviluppato questo progetto innovativo, restando sempre fedeli al nostro DNA. Oggi Moncler è un marchio globale, che a fine 2016 ha superato il miliardo di euro in ricavi con una presenza in oltre 70 Paesi. Considero questo premio un significativo riconoscimento che sottolinea i continui sforzi e la passione con la quale lavoriamo ogni giorno e ci impegniamo con entusiasmo e dedizione a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi», ha commentato Ruffini.

Le sette categorie

Il Premio Industrial Products è stato consegnato a Nicola Giorgio Pino, Presidente del Gruppo Proma «per il coraggio e la perseveranza con cui è riuscito a creare, far crescere e trasformare una piccola realtà industriale in un eccellente gruppo globale; grazie ad un’attenta valutazione delle esigenze del cliente, acquisizioni integrate ed una costante attività di innovazione, mantenendo sempre un forte legame con il territorio del Sud Italia».

Food & Beverage

Per il Food & Beverage ad essere premiato è stato Daniele Ferrero, Amministratore Delegato di Venchi, «per l’abilità e la determinazione di crescere e raccontare il proprio brand attraverso la passione, la qualità e l’artigianalità del proprio prodotto; per la capacità di comunicare e regalare ai clienti esperienze non esclusivamente alimentari; per aver, quindi, raggiunto straordinari risultati soddisfacendo gli obiettivi di crescita».

Fashion & Design

Giovanna Furlanetto, Presidente di Furla, ha vinto invece il Premio Fashion & Design «per la lungimiranza, il dinamismo e la determinazione con cui ha affermato nel mondo il proprio brand, che da 90 anni è sinonimo di design italiano senza tempo, raffinato, che raggiunge consumatrici di età e nazionalità diverse e che viene, di stagione in stagione, rinnovato con collezioni sempre più innovative, con l’utilizzo di pellami di altissima qualità e di tecniche di avanguardia».

Innovazione

Il tema dell’Innovazione e della Trasformazione Digitale ha visto per protagonista l’industria della ceramica. In particolare, il Premio Innovazione è stato assegnato a Romano Minozzi e Federica Minozzi, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di Iris Ceramica Group, «per essere riusciti ad imporsi in Italia e nel mondo esplorando nuove possibilità di espandere i confini della ceramica, creando prodotti in cui l’innovazione della materia e dei colori si coniuga con le tecnologie più evolute, la ricerca di nuove combinazioni dei materiali con la capacità di ripensare stili e funzionalità, facendo della sostenibilità un elemento portante della competitività aziendale».

Digital Transformation

Il Premio Digital Transformation è stato invece conferito a Franco Stefani, fondatore e Presidente del Gruppo System, «per giocare un ruolo da protagonista nella creazione della Smart Manufacturing; per essersi affermato come leader mondiale nel digitale industriale, attraverso una nuova idea di fabbrica, dove si mettono a punto soluzioni all’avanguardia per un’industria flessibile, connessa e globale, in cui al centro vi è l’interazione uomo-macchina; per aver creato un gruppo di aziende internazionali, mettendo in atto partnership e sinergie importanti che consentono di affrontare le costanti sfide del mercato».

Family Business

Marco Nocivelli, alla guida del Gruppo Epta, ha vinto il Premio Family Business «per la determinazione e l’ambizione con cui guida quotidianamente il gruppo di famiglia, sempre alla ricerca di opportunità di sviluppo, con l’obiettivo di consolidare il vantaggio competitivo, focalizzandosi su innovazione, design del prodotto e ottimizzazione dei processi, anche in virtù delle sinergie derivanti dalla crescita per linee esterne».

Come ogni anno, EY focalizza l’attenzione sulla globalizzazione assegnando il Premio Globalization, che quest’anno è stato consegnato a Adolfo Guzzini, Presidente di iGuzzini, «per gli sforzi profusi nell’utilizzare moderne tecnologie per arrivare ad un’innovazione globale, sia qualitativa che produttiva, dei sistemi di illuminazione; promuovendo la cultura della luce per migliorare la qualità della vita sociale, senza tralasciare lo slancio all’internazionalizzazione dell’azienda, conseguendo un vantaggio competitivo duraturo e sostenibile nel tempo».

La giuria 2017 ha deciso di assegnare un premio speciale a Michele Zanella, Direttore Generale di O bag, «per aver applicato creatività, intuito e passione ad una strategia aziendale altamente flessibile, che coinvolge il prodotto, le attività di marketing e di comunicazione, l’organizzazione, la filiera produttiva e il retail, con l’obiettivo di creare un business di valore, interamente made in Italy. Un giovane imprenditore che con intuito e determinazione ha sviluppato un’iniziativa imprenditoriale che in pochi anni ha raggiunto traguardi importanti e tassi di crescita a doppia cifra».

La ricerca

Durante l’evento è stato presentato l’EY Growth Barometer 2017 – Italy, un report che analizza come le aziende italiane stanno realizzando i loro piani di sviluppo. L’indagine promossa da EY riguarda 2.340 top manager di aziende con ricavi compresi tra 1 milione e 3 miliardi di dollari e una selezione di società in rapida crescita con meno di cinque anni di vita.

La giuria

Ad assegnare i premi la Giuria, presieduta da Gianni Mion, Presidente di Fila S.p.A. e di Space3 S.p.A., e composta da Alberto Baban, Presidente della Piccola Industria di Confindustria e Vice Presidente di Confindustria; Giampio Bracchi, Presidente Emerito Fondazione Politecnico di Milano e Polihub; Guido Corbetta, Professore ordinario di Corporate Strategy presso l’Università Bocconi di Milano; Linda Gilli, Presidente e AD di Inaz S.r.l.; Marco Giovannini, Presidente di Guala Closures S.p.A.; Monica Mandelli, Managing Director in KKR & Co. a New York e Paolo Scudieri, Amministratore Delegato di Adler Plastic S.p.A..

La ventunesima edizione del Premio L’Imprenditore dell’Anno, ideato da EY, si è svolta con il supporto di HSBC in qualità di main partner e di Spencer Stuart e con la media partnership di L’Economia del Corriere e Ansa.

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