Ricerche

Smart Mobility: l’auto elettrica anima il mercato

Lo Smart Mobility Report dell’Energy & Strategy Group segnala come nei primi 9 mesi del 2021 in Italia siano state vendute ben 100.000 auto elettriche

Pubblicato il 25 Ott 2021

Autobus autonomi

Il settore dei trasporti sembra aver finalmente imboccato la strada di una mobilità più intelligente: questa la principale conclusione dello Smart Mobility Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Per anni, infatti, l’Italia è stata costantemente il fanalino di coda delle classifiche europee sulla mobilità elettrica. Oggi invece, per effetto di un migliore quadro di incentivi, di un’offerta di veicoli più larga e a misura d’utente, nonché per la diffusione delle infrastrutture di ricarica, il mercato sta conoscendo un’accelerata mai vista in precedenza. Tanto che attualmente in Italia circolano 200.000 auto elettriche, il doppio di quelle (99.000, più 6.400 veicoli commerciali leggeri) che si contavano nel 2020, di cui circa 60.000 immatricolate proprio lo scorso anno, quasi il triplo (+251%) del 2019 e il 4,3% delle immatricolazioni dell’intero comparto automotive. Le auto elettriche nel 2020 sono state comprate in particolare al Nord (67%), seguito dal Centro (26%) e dal Sud (7%), con una distribuzione regionale molto eterogenea che rispecchia, tra le altre cose, il diverso grado di diffusione delle infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico e degli incentivi locali all’acquisto o all’utilizzo dei veicoli elettrici. Lo sviluppo è stato ulteriormente spinto nel 2021: tra gennaio e settembre 2021 si contano ulteriori 100.000 immatricolazioni di vetture elettriche, con una crescita impressionante soprattutto se rapportata alle performance non brillanti del mercato automobilistico nel suo complesso.

Più azioni per sostenere il mercato

Eppure, nonostante questi numeri positivi, per centrare gli obiettivi europei in materia occorrerebbe fare di più: “I numeri hanno subìto un’impennata, potremmo immaginare di trovarci a un punto di svolta, ma ancora non basta, poiché uno sviluppo di mercato inerziale, in linea con l’attuale trend di crescita, ci porterebbe al 2030 a disporre di circa 4 milioni di veicoli elettrici, ben al di sotto degli obiettivi del PNIEC – commenta Simone Franzò, Direttore dell’Osservatorio Smart Mobility dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che oggi ha presentato lo Smart Mobility Report 2021 -. Un’azione di policy più decisa, coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione comunitari e supportata dalle iniziative degli operatori di mercato, ci permetterebbe invece di arrivare fino a 8 milioni di auto elettriche sulle strade, con un volume d’affari associato di 245 miliardi di euro. Senza contare un calo di emissioni di CO2 del 42% secondo le nostre simulazioni, che ipotizzano il rispetto delle soglie emissive stabilite dalla UE e la parziale dismissione dei mezzi più inquinanti”.

Lo sviluppo della rete di ricarica

La crescita della Smart mobility elettrica passerà dallo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, ovvero delle famose colonnine: a fine 2020 erano oltre 1.300.000 i punti di ricarica ad accesso pubblico disponibili a livello mondiale, oltre il 51% in più rispetto al 2019, il 70% di tipo “normal charge” (922.000, +54%) e i restanti 380.000 di tipo “fast charge” (+46%). La Cina continua a dominare in entrambi i tipi di ricarica, con una quota di mercato pari rispettivamente al 50% e all’80%. In Europa invece i punti erano oltre 285.000 (+35%), l’87% “normal charge”, anche se i “fast charge” sono cresciuti del 57%. Questo progresso ha interessato anche il nostro Paese, con circa 21.500 punti di ricarica pubblici e privati ad accesso pubblico (+34%) a luglio 2021, distribuiti però in modo piuttosto disomogeneo e sempre più divergente tra Nord e Sud. In particolare, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige, Lazio e Veneto presentano più di 1.500 punti di ricarica; Sicilia, Puglia, Liguria, Sardegna e Abruzzo ne hanno tra 500 e 1.000; meno di 500 sono invece presenti tutte le altre regioni.

Un forte impulso alla crescita di questa rete infrastrutturale dovrebbe arrivare dal PNNR: sono infatti previsti 0,74 miliardi che saranno destinati all’espansione dell’infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici, finalizzati allo sviluppo di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada (175 kW) e 13.755 in centri urbani (90 kW). L’obiettivo è di raggiungere al 2030 circa 31.500 punti di ricarica rapida pubblici, i quali saranno necessari per alimentare i circa 6 milioni di veicoli elettrici del parco circolante previsti per il raggiungimento degli obiettivi europei in termini di decarbonizzazione.

I possibili scenari per il futuro

Per quando riguarda invece ai punti di ricarica privati, nel mondo sono oltre 9,5 milioni – il 74% “domestici” (7 milioni) e il rimanente 26% aziendali – cioè 7,3 volte il numero di quelli pubblici e privati ad accesso pubblico e di poco inferiori al numero di veicoli elettrici circolanti. In Italia, nel 2020 erano oltre 24.000, più che triplicati rispetto al 2019, oltre il 75% wallbox e il restante 25% colonnine, anche in questo caso in buona parte collocati al Nord. Il notevole aumento delle installazioni è stato determinato anche dai nuovi incentivi: a quanto già previsto dalla Legge di Bilancio 2019, nel 2020 si è aggiunta la possibilità di beneficiare della detrazione del 110% (Superbonus) in concomitanza con i cosiddetti “interventi trainanti” .

Per il prossimo futuro, l’aspettativa del report è di una forte crescita dei veicoli elettrici già entro il 2025, che dovrebbe essere ancora più marcata tra il 2025 e il 2030. Le esatte dimensioni non sono però chiare: la forbice che va dai 4 agli 8 milioni di mezzi circolanti elettrici (oltre il 20% del totale) a seconda di quali iniziative Governo e istituzioni sapranno mettere in campo.

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