PA in Europa, una ricerca sulla Digital Disruption promossa da Fujitsu

A che punto siamo con il processo di digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione? Nei Paesi europei, il 50% degli intervistati attribuisce all’obsolescenza delle tecnologie la principale responsabilità dei lenti progressi compiuti finora. In Italia, dito puntato su cultura ‘interna e la mancanza d’investimenti in innovazione

Pubblicato il 04 Mag 2017

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La consapevolezza c’è, ed è diffusa: secondo uno studio commissionato da Fujitsu a livello europeo e italiano, i dirigenti della Pubblica Amministrazione riconoscono esplicitamente il ruolo crescente della digital disruption sia nel proprio settore di riferimento (lo pensa l’80% del campione italiano) che nelle loro organizzazioni (lo dichiara il 71% degli italiani). La ricerca “Fit for Digital: Co-creation in the Age of Disruption” è stata realizzata per conto di Fujitsu nel settembre 2016 dalla società di ricerche Censuswide, coinvolgendo 1.180 responsabili decisionali dell’alto management di realtà di medie e grandi dimensioni nei settori della pubblica amministrazione, dei servizi finanziari, del retail e dell’industria. I Paesi interessati sono stati Stati Uniti (210 interviste), Regno Unito (156), Australia (152), Germania (152), Spagna (150), Francia (150), Italia (150), Finlandia (30) e Svezia (30).
Il 93% degli intervistati in Italia si dice convinto che questo fenomeno avrà effetti positivi sulla propria organizzazione, tanto che tutti (100%) hanno già adottato le misure che credono necessarie per implementare questa trasformazione.
Più di metà dei dirigenti pubblici (55%) in Europa e il 40% di quelli italiani, infatti, ritiene che il proprio ente non esisterà più nella forma attuale già a cinque anni da oggi. L’82% (la percentuale sale al 93% in Italia) riconosce l’inevitabilità di cambiamenti fondamentali di fronte a una digitalizzazione che introduce mutamenti radicali nei modelli di business di ogni settore (lo pensa il 55% del campione italiano). Il settore beneficerà di una maggiore innovazione, secondo il 75% degli intervistati italiani, e vedrà l’ingresso di nuovi player che animeranno la competizione (secondo il 60% degli intervistati).
Per poter crescere, il 73% dei dirigenti pubblici italiani (il 93% di quelli europei) afferma che la propria organizzazione avrà bisogno di evolvere, e il 62% confida abbastanza sul fatto di riuscire a farlo (in Europa sono un po’ più ottimisti: il 96% si dichiara fiducioso). A livello europeo, solo il 14% esprime preoccupazione per i cambiamenti radicali apportati dal digitale: ancor meno preoccupati gli intervistati italiani – sono le più basse tra tutti i settori analizzati – tanto da dichiararsi molto confidenti per il 67% (e nell’87% dei casi più confidenti rispetto a due anni fa).

La digital leadership nella PA

Una conferma indiretta di questo ottimismo arriva anche dall’oltre un quarto (26% sia in Italia che in Europa) di dirigenti pubblici che si ritengono digital leader nel proprio settore: la percentuale più elevata di qualunque altro comparto.
Mentre in altri settori la digitalizzazione è influenzata per lo più dall’esigenza di reggere il ritmo della concorrenza, nel settore pubblico è più l’utenza a spingere in direzione della rivoluzione digitale e a esprimere crescenti aspettative in termini di customer service e delivery digitale dei servizi. Lo conferma anche il 64% degli intervistati italiani.
Ma chi sta guidando, oggi come oggi, il processo di digitalizzazione del settore? Secondo gli intervistati italiani, si divide equamente (47%) tra consolidati player di settore e la propria organizzazione. Differente la percezione a livello europeo: Google e Amazon sono indicati (al 33%) come i principali attori cui si deve la leadership. Lasciando capire, quindi, che la maggior parte degli enti pubblici europei va sempre più prendendo in considerazione l’utilizzo di servizi online customer-driven.

Tecnologie obsolescenti, un ostacolo per la PA

Per quanto la digitalizzazione apporti numerosi possibili vantaggi, non tutti gli enti pubblici si aspettano di poterli sfruttare completamente. Molti dirigenti ritengono di essere ostacolati verso il raggiungimento del loro potenziale a causa dell’obsolescenza di tecnologie (50% a livello europeo, la più alta percentuale tra i settori presi in esame; il 20% per gli intervistati italiani), della cultura interna all’organizzazione (43% in Europa e 20% in Italia) e della complessità del cambiamento (32% a livello europeo e 13% a livello italiano). In Italia viene anche segnalata, dal 20% del campione, la mancanza di investimenti in innovazione.

Gli investimenti tecnologici procedono,
ma si può fare di più

Nonostante queste sfide, il settore pubblico sta intraprendendo le misure necessarie a digitalizzare e aggiornare le proprie infrastrutture. Due terzi del campione (66% in Europa e 64% in Italia) ha già investito in nuove tecnologie, e modificato la propria strategia di business (65% in Europa e 83% in Italia), investendo, in Italia in modo particolare (43%) nella formazione di nuovi skills. Nel determinare ciò che più di ogni altra cosa occorre per poter avere successo in un mondo sempre più digitalizzato, quasi metà (49%) del campione europeo e ben il 60% di quello italiano ha risposto “investire nell’innovazione”. Per i dirigenti pubblici italiani è molto importante (55%) anche implementare una corretta strategia digitale.
Il focus costante sulla tecnologia rimane al centro della capacità di progredire e prosperare del settore pubblico, almeno secondo il 71% degli intervistati europei (il 27% per gli italiani). Il 70% del campione europeo e il 67% di quello italiano ritiene che sia essenziale la collaborazione con esperti di tecnologia per creare insieme le soluzioni per i mutamenti che avvengono nel settore. In Italia, molta importanza (60%) viene data all’esigenza di una maggiore flessibilità della struttura organizzativa e delle risorse umane, mentre il 47% afferma la necessità di investire nell’apprendimento dei digital skill necessari per evolvere e nel mettersi in ascolto delle esigenze dei clienti (47%).

Chi sta guidando di più il cambiamento?

Il 43% (il 31,4% in Italia) ha già iniziato a stabilire nuove relazioni strategiche. Nonostante i progressi compiuti sinora, per la maggior parte degli intervistati i cambiamenti stanno procedendo con troppa lentezza: il 72% degli intervistati europei (il 66,7% per gli italiani). preferirebbe infatti che le rispettive organizzazioni si muovessero più rapidamente. A livello italiano, a guidare il cambiamento nelle organizzazioni sono – nel 98% dei casi presi in esame – i C-level.
“È chiaro come il settore pubblico europeo si stia muovendo verso la digitalizzazione – è il parere di Hugo Lerias, Vertical Industries, Partner Public Sector & Automotive Business Application Services di Fujitsu EMEI – sulla spinta derivante principalmente dall’utenza e dalle sue crescenti aspettative di erogazione online dei servizi pubblici. Mentre il settore pubblico continua a rinnovare completamente il delivery dei propri servizi, i dirigenti hanno già identificato la necessità di rivolgersi a partner esperti che li aiutino a co-creare la propria trasformazione digitale. Nel momento in cui la digitalizzazione prenderà finalmente piede nel settore pubblico. ci aspettiamo che essa possa creare nuove, significative opportunità per i produttori di tecnologia e i partner di canale per far compiere il salto di qualità”.

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