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Siti web adatti al Mobile in 9 aziende italiane su 10. Ma pochi misurano i risultati

La forte crescita di traffico da smartphone ha spinto moltissime realtà italiane medio-grandi a rendere i loro siti “responsive”. Solo il 30% però analizza gli impatti sul business. Per le App cresce la consapevolezza di dover dare agli utenti forte valore aggiunto. L’analisi dell’Osservatorio Mobile B2C Strategy del Politecnico di Milano

Pubblicato il 17 Mar 2016

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Il recente Osservatorio Mobile B2C Strategy del Politecnico di Milano, oltre ad analizzare lo stato dell’arte del Mobile Advertising e del Mobile Commerce in Italia ha tra l’altro approfondito anche lo stato di utilizzo nelle aziende degli Asset Mobile, e cioè Mobile Site e Mobile App.

La forte crescita della percentuale di traffico ai siti web proveniente da Smartphone, spiega l’Osservatorio, ha spinto la gran parte delle aziende italiane medio-grandi a rendere tutti i siti “responsive”, ossia ad adeguarli alla visualizzazione da Mobile. Tendenzialmente chi ancora non ha adeguato completamente tutti i propri siti, o tutte le parti del sito, prevede di farlo entro il 2016. Il 90% del campione di 121 aziende analizzate dichiara di possedere già dei siti responsive (in toto o in gran parte).

Oltre all’aumento di traffico, a spingere in questa direzione è stata anche la scelta di Google di favorire i siti “mobile friendly” nel ranking del proprio motore di ricerca.

Per quanto riguarda le Mobile App i ricercatori rilevano sul mercato una consapevolezza decisamente più forte, rispetto a un paio d’anni fa, della difficoltà a trattenere gli utenti in mancanza di servizi a forte valore aggiunto per il consumatore. Per questa ragione, da un lato ci sono aziende che hanno per il momento scelto di rinunciare all’App e che concentrano gli sforzi sul sito. Dall’altro sta in media crescendo il budget destinato al Mobile sul totale degli investimenti nel digitale. Un’ulteriore prova è che le realtà con Asset assolutamente non integrati con i sistemi di back-end, perché hanno funzionalità stand-alone, sono una minoranza (19%).

Manca ancora però un approccio strutturato alla misurazione dei risultati degli Asset. Secondo la Ricerca dell’Osservatorio, il 13% delle aziende analizzate non misura alcun indicatore e il 57% monitora solo metriche di utilizzo degli Asset (accessi, pagine viste, percorso di navigazione, ecc.). Un approccio più strategico alla misurazione porterebbe anche all’uso di strumenti per monitorare i comportamenti in-App e l’invio di notifiche push differenziate in funzione della tipologia di utenti per attivare specifiche azioni.

Solo il 30% delle aziende misura puntualmente anche metriche di business; si tratta di solito di chi ha avviato attività di Mobile Commerce e, quindi, monitora l’impatto del Mobile sulle vendite. Da molte di queste esperienze emerge che l’App è utilizzata tendenzialmente dagli utenti più fedeli, ma soprattutto da quelli con un life time value e/o un valore di spesa medio maggiore.

Infine per completare il discorso sui Mobile Asset, l’Osservatorio dedica una nota a parte all’Sms, i cui volumi sono cresciuti anche nel 2015 a due cifre (+13%) e che, quindi, nonostante la longevità, continua a confermarsi un canale efficace di comunicazione verso i clienti in logica di “call to action” e “drive to store”, ma soprattutto di servizio e customer care.

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