Cisco porta l’IoT in scena a Roma

Nei prossimi 10 anni, l’Internet of Everythings potrebbe raggiungere 4,6 miliardi di dollari nel settore pubblico; e 14,4 miliardi nelle imprese dando vita alla Quarta rivoluzione industriale. La connessione degli oggetti apre un nuovo paradigma per l’innovazione che è destinata a portare intelligenza in tutti i settori dell’economia e del sociale

Pubblicato il 18 Nov 2015

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Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia a IoEtalks

Dopo la prima tappa sperimentale, tenuta, non a caso, presso l’incubatore di start up H-Farm di Roncade, Cisco Italia torna con la seconda edizione di #IoEtalks, questa volta a Roma. E’ la giornalista Rai Barbara Carfagna, che va subito al punto in apertura dei lavori: “Ci troviamo all’interno della quarta rivoluzione della storia dell’uomo – esordisce – Non dobbiamo interagire con internet solo per quello che riguarda noi stessi, ma anche per l’intelligenza con tutti gli oggetti connessi”. Ed è proprio il concetto di connessione e collaborazione che si apre IoEtalks introducendo il concetto di connessione e collaborazione: “Connessi tutti con tutto: una delle più grandi rivoluzioni della  nostra storia”.

“Nel corso dei prossimi 10 anni, l’Internet of Everythings potrebbe raggiungere 4,6 miliardi di dollari solo per il settore pubblico; per le aziende, invece, il valore potenziale di crescita potrebbe aggirarsi intorno ai 14,4 miliardi di dollari.” Numeri che fanno riflettere. “19 miliardi di dollari nel settore pubblico e privato, due settori che fino ad oggi hanno vissuto in modo separato. Da oggi, non sarà più così: l’Iot invita a una netta interazione tra loro.

Una nuova rivoluzione industriale

David Bevilacqua Vice President South Europe Theater Cisco Italia sottolinea che “Siamo di fronte a una rivoluzione industriale. Una rivoluzione che cambierà diversi ‘tessuti’: economico politico, sociale, industriale, etc. Questo cambiamento, richiede una grande capacità di innovazione.  E fare innovazione oggi, significa anche gestire il fallimento dei progetti, perché un progetto che fallisce è una realtà che ha provato ad innovare. Ma esistono anche le aziende, le realtà che per mancanza di visione ed immaginazione, falliranno”. Continua, poi, con l’esempio di Sarah Eccleson, IoE Director di Cisco, che ha realizzato “qualcosa di speciale partendo da un progetto che le stava molto a cuore. Da una passione, nascono sempre le cose migliori. Sarah, è stata capace di affiancare l’immaginazione all’innovazione e alla passione. Tre elementi che hanno fatto la differenza all’interno del suo progetto. Sarah si è fatta la domanda “Se possiamo collegare a Internet una mucca, perché non possiamo fare lo stesso con gli elefanti?”

“Non c’è innovazione senza immaginazione”, È la frase che ha accompagnato Bevilacqua nel suo speech e che si estende al tema del cambiamento affrontato nel servizio l’IoT cambia le aziende e la società. “Siamo animali che sognano, che possono immaginare. Nasciamo con il digitale: è pervasivo nella nostra vita e invisibile, ma diventa essenziale”. L’immaginazione è parte di ogni bambino. Ognuno di noi, da piccolo, ha sempre immaginato e sognato. Perché abbiamo smesso? Immaginare significa sognare in grande e quando uno sogna in grande, è in grado di disegnare progetti e raggiungere degli obiettivi che sembravano distanti. La rete assume sempre più il ruolo di strumento, uno strumento importante ed intelligente”.
Se i dati sono diventati enormi, siamo chiamati a prendere in considerazione il concetto di sicurezza come grande opportunità. “Ci sono due tipi di aziende: quelle che hanno subìto un attacco informatico, se ne sono accorte e hanno preso provvedimenti e quelle che hanno subito un attacco informatico e non se ne sono accorte”. Il Ceo oggi, fa fatica a guardare all’azienda come un’opportunità; fatica a guardare all’azienda mettendo al primo posto le persone. L’azienda, nel 2015, è chiamata a non lavorare più in unità, in silos: oggi l’azienda è chiamata a collaborare, condividere, lavorare in un sistema inter/iper-connesso. Le realtà aziendali “non devono più guardare al loro perimetro, ma alla loro interezza, perché parte di un sistema più ampio rispetto a dove lavorano, e dove operano le loro attività”.

Il dato giuto alla persona giusta

“Il dato però acquista valore quando diventa informazione”. E occorre domandarsi quale partita si vuole giocare? “Quando il dato diventa informazione, siamo in grado di dare l’informazione giusta alla persona giusta”. È questo il segreto dell’Internet of Everythings, “mettere a patrimonio il dato che viene generato”. E se dobbiamo giocare una partita, è bene pensare a fissare gli obiettivi e studiare una strategia. Non siamo soli in campo: dobbiamo giocare; per raggiungere gli obiettivi fissati, non dobbiamo perdere di vista i giocatori. “Nell’industria 4.0, Germania e Inghilterra sono i paesi più grandi nel manifatturiero.  Occorre riflettere sul fatto che nel 2020, l‘80% delle aziende tedesche, avrà digitalizzato la supply chain”. L’Italia, in tutto questo dove è posizionata? Dobbiamo guardare agli altri paesi con stimolo a fare di più. A velocizzarci. La velocità, nel mondo digitale, determina il successo. “Nel 2015. Il 25% delle aziende, ha una chiara idea della strategia digitale. Il 75% guarda, e non si interessa. Non si adegua. Ed è proprio questo che ci fa pensare che nei prossimi 5 anni, 4 aziende su 10 rischieranno di fallire perché i propri competitor saranno più bravi, più veloci”.

Carmine Stragapede Direttore Generale di Intel Corporation lancia a sua volta una provocazione: “Senza trasformazione digitale, molte aziende non riusciranno più a stare sul mercato. Non esiste che una azienda decide – ad esempio – di esser sul mercato senza che non sia presente sui social”.  Carmine cerca di spiegare al pubblico come la trasformazione digitale di un’azienda sia un processo complesso che ha bisogno non solo di step, ma soprattutto di persone. E sono quattro i punti di una strategia digitale capace di portare un’azienda a trasformarsi digitalmente: Social, Mobile, AnalyticsCloud. Senza uno solo di questi pilastri, la trasformazione digitale potrebbe non esser considerata tale. Si pensi – ad esempio – alle transazioni e-commerce per l’Italia nel 2015: 24 miliardi di €.

Investire sull’Italia

Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia, conclude #IoEtalks 2015: “Abbiamo deciso di investire sull’Italia. Da qui dobbiamo partire. Abbiamo delle risorse fantastiche e non ci accorgiamo del bello da cui siamo circondati. Cisco ama l’innovazione e per questo – in veste di Cisco Italia – affrontiamo con serenità e  passione il cambiamento collaborando e creando partnership”.

Santoni, parte presentando “l’Italia delle infrastrutture” per poi calarsi nella “Pubblica  Amministrazione, nell’Agroalimentare e nel Manifatturiero delle opportunità per l’Industria 4.0. L’innovazione non è più di alcuni settori. L’innovazione è di tutti. Innovare nella Pubblica Amministrazione significa semplificare i processi, portare il cittadino a creare – per esempio – una relazione diretta con le istituzioni. Dialogo.  Confronto. Il settore agroalimentare: da dove viene il mio prodotto, quale è stata la sua storia, dalla raccolta, alla lavorazione, al packaging alla vendita. La storia del prodotto. Ed infine, non per ultimo il Manifatturiero nella prospettiva dell’Industry 4.0. Il Manifatturiero è partito negli altri paesi e l’Italia deve guardare, deve ammirare deve rimboccarsi le maniche e velocizzarsi. Velocizzarsi perché il cambiamento oggi è veloce.  E prima dei saluti, due spazi; due ricordi. Enrico Gasperini e Marco Zamperini. A salire sul palco, Paola Sucato accompagnata da tanti applausi con la presentazione di Funkyprize

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