Almaviva: «L’Internet of Things dà forma alla nuova ICT “molecolare”»

Il Presidente Alberto Tripi spiega le ragioni che hanno portato alla nascita di Giotto, una nuova piattaforma per la creazione di applicazioni IoT, in uno scenario in cui tutte le “molecole” – oggetti, persone, macchine – dialogano fra loro. «Quel che più conta sono la mole e la qualità dei dati, destinati a superare le aspettative: nella valorizzazione si collocano le opportunità più importanti»

Pubblicato il 02 Mar 2016

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Alberto Tripi, Presidente del Gruppo Almaviva

L’occasione è offerta dalla presentazione ufficiale di Giotto, la nuova piattaforma di sviluppo per IoT, la risposta di Almaviva alla domanda di innovazione che arriva dai clienti, e coinvolge sviluppatori, integratori, provider e un ecosistema di università e startup orientato alla ricerca e allo sviluppo. Ed è proprio dal tema delle potenzialità dell’Internet of Things che inizia la nostra conversazione con il Presidente di Almaviva, Alberto Tripi.

Le società di ricerca stimano che in pochi anni gli oggetti connessi sfioreranno in numero i 30 miliardi. Si tratta di una potenzialità che chiede di essere gestita. In che modo?

Le previsioni di sviluppo nella diffusione di apparati e sensori IoT sono destinate ad essere riviste verso l’alto. Il numero di “oggetti intelligenti” che ci circonderà in futuro supererà le stime attuali proprio perché ogni giorno si aprono prospettive di affermazione in nuovi mercati. Ma quel che più conta sono la mole e la qualità di dati destinati a superare le aspettative. E noi come Almaviva abbiamo la consapevolezza che nella valorizzazione di questi dati si collocano le opportunità più importanti per le imprese utenti. In uno scenario segnato dalla diffusione di sensori, che indossiamo come wearable e che “parlano” e raccontano ad esempio del nostro stato di forma, dei nostri spostamenti. Anche un pezzo importante della storia di ciascuno di noi entra in questo flusso e fornisce dati di estremo interesse, a condizione di leggerli e gestirli in una prospettiva di valore. E purché chi è chiamato ad analizzare questi dati sia in grado di rispettarli, garantendo tutti i fattori di sicurezza e di privacy.

L’IoT è una prospettiva sempre più fondamentale anche per le imprese?

Certamente, ma con l’obiettivo di allargare e completare tutti i fattori di conoscenza che portano valore aggiunto al business. In altre parole non è più possibile pensare che in una azienda si progettino nuovi prodotti senza avere una conoscenza completa dei prodotti che sono già sul mercato, senza una analisi della concorrenza e senza una consapevolezza del contesto ambientale nel quale verranno venduti o utilizzati, così come non si possono trascurare le opinioni dei clienti. Giotto è creato per sviluppare applicazioni che consentono di aggregare, integrare, analizzare le informazioni che provengono dall’ecosistema individuato, nel rispetto di privacy e priorità del business.

Ma l’ecosistema non si ferma ai clienti, comprende anche collaborazioni con Università, Centri di ricerca, startup…

Per fare innovazione occorre avvalersi sempre più di partnership, di startup con un forte orientamento alla conoscenza e all’operatività. Il rapporto con questo ecosistema è di reciproca collaborazione. Giotto costituisce un tool che mettiamo a disposizione dei centri di ricerca e delle università. Almaviva ha stretto accordi con l’IoT Lab del Politecnico di Milano, con il CTL Sapienza e con l’Università degli Studi Roma Tre.

Almaviva è una realtà italiana. Ha Data Center solo in Italia, applica parametri di sicurezza e privacy secondo stringenti regole italiane e dà garanzia di continuità del servizio in ambiti mission critical. Tutto questo per voi è un valore aggiunto anche nella prospettiva IoT?

La sicurezza è alla base del rapporto con tanti nostri clienti, con cui abbiamo rapporti di stretta collaborazione. La sicurezza è una continua sfida e l’apertura al mondo dell’IoT ovviamente apre un nuovo fronte di rischi da presidiare. Gli elevati standard di sicurezza e privacy che siamo in grado di garantire sono un elemento qualificante e distintivo dell’offerta Almaviva.

Gli effetti dell’Internet of Things vengono paragonati a quelli di una sorta di Quarta rivoluzione industriale. La sete di applicazioni e le opportunità di sviluppo cambiano le regole del mercato. Che cosa ne pensa?

Dopo la rivoluzione di Internet possiamo dire che stiamo vivendo un nuovo grande passaggio. Oggi ci confrontiamo con un digitale che definisco di tipo molecolare. In questo momento la tecnologia è molto più vicina ai clienti e agli utenti e, potremmo dire, alle “cose” che parlano tramite l’IoT. Si tratta di un approccio che pone il digitale in una posizione di estrema attenzione alle richieste che le singole “molecole” presentano all’ecosistema informatico. In Almaviva siamo partiti per realizzare Iride, che ha permesso di dare vita a una soluzione che aveva l’obiettivo di unire Big Data, Cloud e CRM focalizzandosi sulle richieste dei singoli clienti. Con questo approccio abbiamo poi creato Giotto, che allarga il perimetro di conoscenza anche alle “cose” che a loro volta creano e generano dati che confluiscono nelle piattaforme Cloud, Big Data, CRM di Almaviva.

Dal punto di vista della visione strategica e dello sviluppo applicativo Giotto è un acceleratore. Questo potrà dare una scossa al settore?

Il time to market è un fattore di competitività essenziale per le imprese. Anche a questo abbiamo pensato nello sviluppo di Giotto, che è stato concepito per integrare Big Data, Cloud, CRM e Business Intelligence e per creare applicazioni che dialogano con le piattaforme dove i dati vengono generati, archiviati, elaborati, condivisi. Così da stressare i tempi di sviluppo anche a livello di integrazione delle applicazioni nel contesto delle infrastrutture aziendali. Siamo convinti che Giotto sia una componente abilitante di quella che viene chiamata Industria 4.0.

Che rapporto c’è tra Giotto e il concetto dell’informatica “molecolare”?

Giotto è concepito per interpretare questa nuova visione del rapporto con il digitale che poggia sul dialogo di tutte le “molecole” dello scenario IoT: persone, macchine, dati, con un supporto unico. La nostra soluzione è universale ed è costituita da un insieme di mattoncini, nella forma di componenti software che sono prima di tutto compatibili e integrabili con le infrastrutture presenti in azienda e che già vengono resi disponibili parzialmente assemblati in soluzioni universali.

Da quali settori vi aspettate le maggiori soddisfazioni con la diffusione di Giotto?

Ci sono alcuni settori che sono predisposti a queste soluzioni come il manufacturing. Ma vedo straordinarie opportunità in diversi settori come quelli dei trasporti, della logistica, delle Smart City, della Smart Mobility, dell’ambiente, dell’agricoltura.

Almaviva è presente da tempo nel settore dell’agrifood, nell’ambiente, nella gestione del territorio. Che prospettive vedete in questi settori?

Da anni partecipiamo insieme ad altre aziende e partner alla gestione del SIAN, Sistema Informativo Agricolo Nazionale. Questo progetto si basa sulla mappatura reale e dettagliatissima del territorio: un insieme di dati utili per l’agrifood, ma anche per la gestione dell’ambiente e del territorio.

Queste informazioni sono basilari per la prevenzione e la programmazione degli interventi. Giotto può unire la conoscenza del territorio con la conoscenza specifica dell’agricoltore e con altre fonti, per fornire un quadro completo sia delle opportunità di business per l’agricoltura sia per la pianificazione di interventi.

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